Cosmesi: approcci di ricerca e storia

del dott. Cesare Fregni

La ricerca di formulazioni che contrastino lo scorrere del tempo ha origini molto antiche ma negli anni sono stati diversi gli approcci.

shutterstock_35806912Fermare lo scorrere del tempo è uno dei sogni più antichi dell’uomo. Greci, Romani ed Egiziani avevano una fiorente proto-industria cosmetologica e tante ricette di bellezza per una pelle pura da imperfezioni e rughe. In epoca medievale, erano alchimisti e maghi a ricercare un elisir che regalasse vita eterna. Secoli di progresso scientifico e la ricerca di formulazioni efficaci contro l’aging cutaneo e i segni dell’età ha assunto i connotati di una scienza, liberandosi di tutti gli elementi folkloristici e metafisici. è la medicina estetica ad appropriarsi di un campo di ricerca prima di competenza della geriatria, proponendo però un differente approccio: non più invecchiamento dal punto di vista patologico, ma come processo degenerativo su cui intervenire per ridurre il rischio di malattie croniche. Diversi quindi gli obiettivi su cui concentrare gli sforzi. La fonte di ogni male è stata presto identificata nei radicali liberi, causa principale di macchie e rughe; poi il fronte è diventato quello della perdita di molecole biologiche come il collagene e l’acido ialuronico. Sono stati creati attivi in grado di favorirne la neosintesi e una gamma di dispositivi per la veicolazione nel derma più profondo. Innovazioni che si sono scontrate con la dura realtà: l’invecchiamento cutaneo continua inarrestabile. L’ultima frontiera consiste nella rinuncia al classico approccio reattivo (effetto – risposta), che pur garantendo effetti immediati manca di una visione d’insieme. Il vecchio adagio: “siamo ciò che facciamo più spesso” suggerisce di puntare sulla prevenzione, nutrendo e proteggendo la pelle anche se la vecchiaia è qualcosa ancora lontana. Scontato? Non credo perché per quanto strano, per le donne europee (italiane incluse) il sole e la fotoesposizione non sono causa della formazione di rughe & co. La loro attenzione è rivolta, al sonno, allo stress, al fumo, piuttosto che all’inquinamento o ai cibi spazzatura, e poi al sole e raggi UV che in altri paesi (Cina, Brasile, Stati Uniti) sono ai primi posti. Ciò spiega quanto sia difficile intervenire su di una problematica quando non se ne vede l’importanza, e che è sbagliato concentrarsi troppo su problemi difficilmente gestibili con una crema, per concentrarsi su problematiche dove il cosmetico è già in grado di fare la differenza. Per il prossimo futuro, quindi, c’è da augurarsi una maggiore attenzione da parte dell’industria cosmetica al mercato e alla percezione del danno da parte di quest’ultimo. Con la consapevolezza che non si possono più formulare strategie cosmetiche complesse, poco accattivanti e difficili da consigliare: la prevenzione deve partire da gesti facili, istintivi e naturali, che si affiancano al quotidiano senza stravolgere le abitudini del consumatore.