di Thomas Gualtieri
Passato, presente e futuro della Società Italiana di Dermatologia Estetica e Correttiva nelle parole del suo nuovo presidente Carlo Bertana
La prima edizione del Meeting di Dermatologia, Chirurgia e Medicina Estetica, tenutosi a Roma dal 9 all’11 marzo ha rappresentato per il neo eletto presidente della Società italiana di dermatologia estetica e correttiva, Carlo Bertana, una occasione importante per presentarsi nella sua nuova carica ai membri dell’Associazione. In realta’, come sanno tutti coloro che hanno seguito la storia della SIDEC, il nome di Bertana è già noto da anni, visto che è stato tra i suoi fondatori e ha sempre ricoperto cariche importanti nell’ufficio direttivo. Ma un cambio al vertice costituisce sempre un mutamento in qualsiasi campo si verifichi. Chiediamo al Prof. Bertana di parlarci del passato, del presente e del futuro della SIDEC.
“Il Sidec nasce da un gruppo di persone che nel contesto dell’AIDA si occupavano di estetica. Nove anni fa decidemmo che il tempo era maturo per dare vita a una società autonoma. Sin dall’inizio l’obiettivo principale che ci siamo posti è stato quello di creare eventi di qualità e di alto profilo formativo al fine di promuovere un confronto fra gli esperti del settore. Cio’ risulta importante se non fondamentale per un corretto svolgimento della professione. Risultato pienamente raggiunto visto che abbiamo dato vita in questi anni a più di 60 corsi e 5 eventi nazionali (4 master e il Meeting di marzo scorso). Un impegno che ci è valso anche molti complimenti e riconoscimenti in ambito accademico visto che più volte ci è stato detto che siamo tra i migliori organizzatori di eventi nell’ambito della dermatologia estetica. Soprattutto grazie all’alto livello delle relazioni presentate e dei relatori che hanno preso parte ai nostri appuntamenti”.
Come cambiano i suoi compiti adesso che è presidente?
Non ritengo che il mio lavoro in seno alla SIDEC mutera’ di molto. Sono sempre stato molto attivo nell’organizzazione degli eventi portati avanti dall’Associazione e continuero’ a esserlo. Diciamo solamente che adesso sono la figura più visibile e quindi quella a cui andranno gli onori ma anche tanti oneri e questo mi spinge ad aumentare il mio impegno. Sto già lavorando attivamente ai contenuti del prossimo Meeting che si terra’ in Autunno e si intitolera’ “The best of SIDEC 2012” e abbiamo appena dato vita a un restyling grafico del sito www.sidec.it rendendolo più funzionale e facilmente fruibile da parte dei visitatori.
Che futuro immagina per la SIDEC?
Partiamo dal presupposto che ogni volta che organizziamo un evento, lo facciamo sempre cercando di fare qualcosa di nuovo rispetto al passato, anche nella scelta delle tematiche presentate. Personalmente io mi sono sempre prodigato, e penso che lo faro’ maggiormente ora che sono Presidente, nel portare in sede congressuale anche quelle pratiche chirurgiche di contorno alla professione estetica di cui dermatologi e medici estetici hanno una conoscenza limitata come la mastoplastica, la liposuzione etc. Interventi molto richiesti che necessitano di approfondimento da parte dei medici che noi rappresentiamo, in quanto il dermatologo e il medico estetico devono saper anche svolgere l’essenziale funzione di consigliere e alleato del paziente sapendolo appunto instradare e guidare verso una risoluzione efficace di quelle che percepisce come le sue problematiche principali. Altro campo che sicuramente approfondiremo maggiormente è quello della conoscenza anatomica. Basti pensare a esempio all’importanza di sapere bene come funziona l’anatomia vascolare quando si applicano dei filler. Infune mi auspico una maggiore integrazione tra dermatologia e medicina estetica che oggi, grazie anche al miglioramento di tecniche dalla buona o ottima efficacia, ha raggiunto un livello che 15 anni fa non aveva. Del resto le due discipline si influenzano reciprocamente ormai da anni. Come dimostra il fatto che l’impegno dei dermatologi nel settore estetico ha portato a quello che si può definire il “natural look” della correzione. Perchè il dermatologo partendo da una maggiore delicatezza, ha un occhio forse meno tendente agli eccessi.