AIDA: diciotto anni in nome dell´amicizia

Riflessioni sull´attuale situazione della Dermatologia Italiana, sulla rappresentanza e sul ruolo delle Associazioni

di Giorgio Bartolomucci

Da al 9 al 12 di settembre si è svolto a Trieste il 18.mo Congresso Nazionale dell´Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali. Come ogni anno, all´interno del programma scientifico, una grande parte è stata riservata alla componente pratica dell´attività ambulatoriale, dalla terapia farmacologica alla laserterapia, dalle diverse tecniche per affrontare macchie e cicatrici al corso di tricologia focalizzato sulla alopecia areata. Immancabile la sessione sul melanoma e la dermoscopia, da sempre punto di forza dell´AIDA, e molto stimolante la discussione su Errori & Orrori dei trattamenti dermatologici. Ma l´evento è stato anche l´occasione per festeggiare, insieme a vecchi e nuovi soci, il XVIII.mo compleanno del Congresso e il percorso finora compiuto dall´Associazione, e per riflettere con l´attuale Presidente Agostino Crupi sull´attuale situazione della Dermatologia Italiana e sul ruolo che le Associazioni e le Società Scientifiche possono avere in una situazione tutta nuova, caratterizzata da una imprevista crisi economica e da una generalizzata crisi di rappresentanza. La prima, si sta ripercuotendo in particolar modo sulle Aziende farmaceutiche che hanno di molto ridotto il proprio supporto agli eventi congressuali; la seconda obbliga ogni Organismo a interrogarsi sui motivi fondanti la propria esistenza, sulla propria storia, e soprattutto sulla qualità della partecipazione degli associati all´identificazione degli obiettivi e delle strategie per raggiungerli. Il curriculum dell´AIDA è indiscutibile, ma è altrettanto necessario chiedersi perché nel corso dell´ultimo quinquennio, a causa di divisioni, incomprensioni e spin-off, quella che indubbiamente rappresentava la terza forza – forse la più propulsiva e innovativa – fra le Società Scientifiche dermatologiche italiane, oggi vede insediato il proprio spazio. Eppure è innegabile che l´AIDA sia stata l´associazione in cui il direttivo si è sempre dimostrato più coeso; in cui non si sono mai appalesati scontri fra gruppi contrapposti; che ha con costanza perseguito l´obiettivo di essere riconosciuta come punto di riferimento per tutti i dermatologi che operano in ambito ambulatoriale, contribuendo al miglioramento della loro formazione professionale e alla diffusione di standard diagnostico-terapeutici avanzati. Un esperto di marketing direbbe che è come se il marchio si fosse leggermente appannato. Dove ritrovare, allora, la lucentezza, la carica e il potere attrattivo per riaffermare la propria originalità e funzione all´interno della comunità dermatologica? “Nell´impegno e nell´amicizia – risponde Agostino Crupi – e nella riscoperta delle motivazioni che ci fecero nascere”.