La svolta green degli ultimi tempi ha portato alla creazione di cosmetici sempre più attenti nella selezione dei loro principi attivi
Dott. Stefano Ramoni, Dermatologo, Milano
Negli ultimi anni, il problema dell’inquinamento e dell’eccessivo consumo di risorse del pianeta ha preso prepotentemente piede nella nostra società, tanto che i consumatori hanno iniziato a fare delle scelte più consapevoli rispetto al passato. In particolar modo si presta sempre maggior attenzione al rispetto per l’ambiente, al contenimento degli sprechi energetici e, conseguentemente, alla riduzione dei costi economici. Questo atteggiamento “green” si è diffuso in tutti gli ambiti, compreso quello cosmetico. A testimonianza di ciò, nel 2021, il 55% dei cosmetici commercializzati nel mondo sono stati a connotazione naturale e sostenibile. Questo trend è stato ancora più marcato in Italia dove i prodotti naturali e sostenibili hanno rappresentato il 62% di tutti quelli immessi sul mercato (fonte: Cosmetica Italia, elaborazione Centro Studi su fonte Mintel). La stessa tendenza si può registrare tra i consumatori come conferma un recente sondaggio dal quale è emerso che l’88% degli italiani presta attenzione alla sostenibilità, il 46% è disposto a pagare un prezzo maggiore per acquistare prodotti sostenibili e l’83% si dichiara pronto a spendere di più per comprare prodotti con qualità certificata (fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su survey IPSOS ai consumatori Italiani 2022). Sulla scia di questa ondata, gli stessi prodotti cosmetici hanno subito evoluzioni e trasformazioni nella loro composizione e formulazione. Hanno quindi preso sempre più piede i cosiddetti “cosmetici solidi”, ossia prodotti di consistenza solida, ottenuti eliminando l’acqua e concentrando i principi attivi. Visivamente, ricordano le saponette di una volta e come queste si usano sfregando il panetto sulle mani bagnate ed applicando sul corpo o sui capelli la schiuma creatasi, che verrà poi risciacquata. Qual è l’utilità? In realtà sono diverse: da una parte l’eliminazione della componente acquosa in fase produttiva, che già di per sé rappresenta un vantaggio in termini di consumi, permette di evitare l’impiego di conservanti (rendendo i prodotti più naturali), ma anche di eliminare le confezioni in plastica (riducendo l’inquinamento) e di ridurre i volumi (favorendo lo stoccaggio e il trasporto). In definitiva, sono prodotti molto pratici, che occupano poco spazio, che possono essere trasportati più facilmente e che hanno un’elevata resa: un prodotto solido equivale a circa due flaconi di prodotto liquido. Un’ulteriore novità è costituita da quelle formulazioni dotate di certificazione di qualità vegana (per assenza di qualsiasi derivato animale sia nel cosmetico che nell’imballaggio) e quelle di qualità Eco Bio, secondo gli standard AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica). Cosa contengono le formulazioni che godono di tale etichetta? Non esiste naturalmente una formula standard e a seconda del risultato che si vuole ottenere mutano tanto la scelta dei principi attivi selezionati quanto il loro quantitativo; tuttavia attenendoci solo alle sostanze più utilizzate, queste sono numerosissime e spesso inaspettate. Ve ne proponiamo un piccolo elenco. Iniziamo con quello che può essere considerato il re tra gli ingredienti più utilizzati: il carbone, un composto completamente vegetale che si ottiene dal legno di diverse specie di piante (solitamente salice, pioppo e betulla) tramite combustione (a temperatura controllata, in assenza di fiamma e in ambiente povero di ossigeno). Questo particolare processo di produzione, noto come calcinazione, gli conferisce un elevato grado di porosità che lo rende uno dei più efficaci composti adsorbenti (capaci cioè di fissare alla propria superficie molecole in fase gassosa o liquida, riferito a sostanze chimiche, a membrane biologiche, ecc). Il potere adsorbente del carbone può essere sfruttato in ambito cosmetico per eliminare l’eccesso di sebo in caso di pelli impure, in modo da riequilibrare il film idrolipidico cutaneo donando una profonda pulizia, senza risultare aggressivo. Altro elemento che trova largo impiego è l’argilla bianca, o kaolino dal nome della località cinese dalla quale è stata estratta la prima volta (Kao-ling). Si tratta di una delle argille più apprezzate grazie alle sue proprietà purificanti, adsorbenti ed opacizzanti ma anche per la caratteristica di non causare secchezza, il che la rende valida per tutti i tipi di pelle, anche quelle più sensibili. Anche l’avena, cereale dalle molteplici proprietà, viene impiegata da anni nel settore, specie il suo estratto, in quanto ricco di amido, polisaccaridi (come il beta-glucano), polifenoli, proteine, saponine, sali minerali e vitamine del gruppo B. Il beta-glucano, inserito nelle preparazioni cosmetiche, possiede la capacità di proteggere e idratare la pelle, riducendo arrossamenti, irritazioni, prurito e secchezza. Il fico d’India, a sua volta, è utilizzato in ambito farmaceutico e cosmetico per il ricco contenuto di composti essenziali (come vitamine, minerali, fibre ed acidi grassi polinsaturi) e per le sue proprietà antiossidanti derivate dall’elevato contenuto di polifenoli, vitamina C e vitamina E. Il suo estratto è in grado di ridurre il danno ossidativo aumentando i livelli di enzimi antiossidanti (superossido dismutasi, catalasi e glutatione perossidasi), riducendo la perossidazione lipidica delle membrane cellulari e contrastando i radicali liberi. Cosa dire poi della canapa? Botanicamente conosciuta come Cannabis sativa, è una pianta dalle mille risorse, molto versatile, quindi utilizzata in diversi ambiti come la produzione tessile (per fabbricare corde, tele e abbigliamento), l’edilizia (come isolante termico) e la produzione di bio-carburante; in ambito cosmetico viene utilizzata per le sue proprietà idratanti e antiossidanti. Grazie alla presenza di vitamine, tocoferoli, minerali e all’elevata concentrazione di acido-γ-linolenico (omega 6), la canapa è un ingrediente ottimale per le formulazioni cosmetiche rivolte a migliorare l’idratazione ed il fisiologico benessere di pelle e capelli. Più vicina, geograficamente almeno, alla nostra tradizione, la borragine: un’erba originaria dell’Europa mediterranea e del nord Africa, che viene utilizzata anche in ambito alimentare. L’olio che si ricava dai suoi semi è una ricca fonte di acidi grassi, e in particolare di acido gamma-linolenico (GLA). La borragine contiene inoltre elevate quantità di δ-tocoferoli, considerati potenti antiossidanti naturali. Il suo impiego migliora l’idratazione della pelle, contrastando secchezza e prurito, rinvigorendo inoltre i capelli. Chiudiamo questa disamina citando i già ampiamente noti, almeno in ambito cosmetico, burro di karitè ed aloe che sono utilizzati da millenni per le loro proprietà idratanti, lenitive e rinfrescanti. Infine uno sguardo alle essenze, che rendono migliore la presentazione, e l’odore, di queste nuovo tipo di formulazioni. Naturalmente la scelta ricade su essenze e oli essenziali completamente naturali ma dalla acclarata persistenza come l’arancio dolce, il Lemongrass, il Tea Tree Bianco e la Lavandula. In questo caso il processo alla base del loro utilizzo è quello della distillazione dalle diverse parti di piante, delle quali prendono il loro caratteristico aroma. Insomma, che si tratti di una vera svolta etica o di semplice moda non è ancora dato saperlo, ciò che però resta è la qualità, tanto nell’estetica quanto e soprattutto per l’efficacia, di prodotti cosmetici nati dalla maestria del formulatore più attento che esista: la natura.