Per chi si avvicina alla laser terapia, il trattamento delle rughe del viso è diventato un capitolo fondamentale della dermatologia. Prima di parlare della tecnologia, però, bisogna ripercorrere alcuni passaggi che portano all’invecchiamento cutaneo, un processo multifattoriale che, come è noto, dipende sia da fattori estrinseci come esposizione a lungo termine all’ultravioletto solare (UV), inquinamento atmosferico, fumo, cattiva alimentazione e sostanze chimiche) sia da fattori intrinseci (genetici, ormonali e metabolici). Da tempo ripetiamo che tra le varie cause, l’esposizione ai raggi UV rappresenta sicuramente il principale fattore estrinseco, che colpisce lo strato corneo, con conseguente ispessimento della pelle dovuto alla ridotta espressione di collagene di tipo I e di collagene di tipo VII nei cheratinociti. Come si sa, quest’ultimo è costituito dalle fibrille di ancoraggio alla giunzione dermo-epidermica e tale diminuzione contribuisce alla formazione delle rughe a causa della connessione indebolita tra derma ed epidermide, con un accumulo di tessuto elastico anormale in profondità nel derma. La degradazione del collagene e l’anomalo accumulo di elastina nel derma determinano, oltre ad una perdita di elasticità, un accumulo di melanina, generando discromie. Sono in costante aumento, e a mio parere hanno ormai ampiamente sostituito altre procedure come il peeling e la dermoabrasione, i trattamenti di ringiovanimento laser con sistemi ablativi e non ablativi. I primi mirano all’acqua epidermica e dermica, mentre i laser non ablativi riscaldano l’epidermide, stimolando l’attività dei fibroblasti dermici per produrre nuovo collagene. Questo si traduce in effetti collaterali inferiori e tempi di inattività ridotti. Nel corso degli ultimi mesi ho avuto modo di utilizzare un nuovo sistema laser (RedTouch di DEKA), dotato di una sorgente laser a 675 nm, che emette nello spettro del visibile (rosso) e di un sistema di scansione che permette di generare micro zone di danno termico selettivo a livello dermico (profondità media di 300/500 micron), superando lo strato epidermico grazie a un sistema integrato di raffreddamento cutaneo. L’elevata affinità con la melanina e con le fibre di collagene, combinata con l’interazione minima con la componente vascolare, rende questo sistema promettente nel trattamento di lesioni pigmentate benigne, fotoringiovanimento cutaneo e rimodellamento delle cicatrici atrofiche, riducendo il rischio di effetti collaterali e semplificando la gestione del post-trattamento. Con questo studio ho trattato 10 uomini e 20 donne, di età media di 52 anni (range 47-66) con due sedute a 30 giorni di distanza l’una dall’altra, per valutare l’efficacia del sistema a 675 nm nel ringiovanimento cutaneo. Il trattamento con tale sistema è di facile esecuzione e non richiede nessuna preparazione del tessuto, come ad esempio l’utilizzo di un anestetico. L’aumento della produzione di collagene è chiaramente visibile dopo la seconda seduta in cui si è ottenuto un effetto tensore della regione zigomatica, portando anche a una riduzione delle pieghe naso-labiali. Indirettamente, abbiamo osservato anche un miglioramento dell’elasticità cutanea nella zona perioculare dove, in caso di occhiaie brunastre, il laser ha mostrato una buona risposta, grazie alla sua azione sui depositi dermici melanici. Il punto di forza di questo trattamento è l’assenza di tempi di inattività e di gravi effetti collaterali.
Si può osservare un leggero eritema dopo il trattamento, si creano infatti soltanto delle micro zone di danneggiamento termico di circa 1mm, che grazie alla selettività d’azione sul collagene e al raffreddamento integrato, non danneggiano l’epidermide; per questo motivo, i pazienti possono tornare immediatamente alle loro attività quotidiane senza compromettere la qualità della loro vita. Migliorata anche la struttura della pelle in tutti i pazienti trattati, con un maggior tono cutaneo nel terzo inferiore del viso, riduzione delle rughe mento-labiali (cosiddette rughe della marionetta) e ridefinizione dell’area mascellare, sin dalla prima seduta. Questi risultati non solo promettono una rapida diffusione di questa tecnologia, ma possono essere il punto di partenza per trattamenti combinati con l’obiettivo di prendere in carico malattie più complesse, che richiedono approcci integrati, come cicatrici da acne atrofiche o rughe facciali gravi. Infine anche il tempo a disposizione per effettuare i trattamenti è un fattore che deve essere considerato, sia per i pazienti, i quali sempre più richiedono sedute nel “lunch time”, che per noi professionisti.