Prof. Piero Campolmi, Dermatologo, Firenze
Dott.ssa Lavinia Quintarelli, Dermatologo, Firenze
L’esperienza di due dermatologi nel trattamento di una cicatrice ipertrofica di vecchia data con un nuovo tipo di piattaforma laser
Presentiamo il caso di una paziente di origine africana di 34 anni che giungeva alla nostra attenzione a causa della presenza di una cicatrice ipertrofica di grandi dimensioni estesa dall’arcata plantare fino alla superficie mediale del dorso del piede destro. Tale lesione era insorta a seguito di un’ustione dolosa con un ferro rovente all’età di nove anni, complicata da successiva infezione dei tessuti profondi. Da allora la lesione è andata incontro a un progressivo incremento dimensionale, divenendo sempre più dura alla palpazione. Tale lesione con il passare degli anni ha comportato una progressiva limitazione funzionale del piede con associato dolore alla deambulazione. La lesione era inoltre causa di un importante peggioramento della qualità della vita anche in relazione al non poter indossare calzature che mostravano la lesione (esempio sandali) o peggioravano il dolore alla deambulazione come, per esempio, scarpe con il tacco. Prima di giungere alla nostra attenzione la paziente aveva effettuato molteplici cicli di steroidi locali e alcune infiltrazioni intra-lesionali di cortisone con scarso beneficio e recidiva. Per questo tipo di problematiche, secondo la nostra esperienza, lo strumento di elezione è il sistema laser a CO2 che grazie alla duplice azione ablativa e termica, consente un rimodellamento cutaneo con produzione di nuovo collagene. In particolare l’introduzione del laser frazionato genera sulla cute numerose aree di microablazione (DOT), con profondità specifiche regolabili dall’operatore, circondate da tessuto vitale che ne riduce i tempi di riepitelizzazione. In alcune condizioni, tuttavia, come nel caso della nostra paziente, è inevitabilmente necessario raggiungere profondità importanti per un efficace rimodellamento della cicatrice ipertrofica. Questo può comportare anche l’aumento delle energie somministrate sulla cute che potrebbero indurre una iperpigmentazione (PIH) associata a infiammazione acuta in risposta al danno cutaneo. L’eccessiva stimolazione dei melanociti causa infatti un aumento della sintesi della melanina. Abbiamo perciò optato per l’utilizzo di un nuovo dispositivo laser (DuoGlide, Deka Mela Srl) con un sistema di scansione (µ-Scar3) che è stato progettato proprio per il rimodellamento delle cicatrici profonde. Tale scanner riduce al minimo il rischio di iper e ipopigmentazione post-trattamento grazie alle ridotte dimensioni dell’area di micro ablazione (DOT) con una maggiore profondità dell’azione ablativa ma con l’impiego di una minore energia. In questo caso, a rendere particolarmente indicato il sistema laser DuoGlide, una nuova unità di scansione (µ-Scan DOT) che trasmette la combinazione delle due lunghezze d’onda: il CO2 e 1540 nm, una più ablativa e l’altra più termica, è la sinergia che amplifica i benefici per il paziente in termini di sicurezza e di efficacia. L’attenta selezione delle lunghezze d’onda, con la speciale emissione sequenziale sul singolo DOT migliora sinergicamente l’effetto sui tessuti grazie alla ridotta dose di energia con conseguente riduzione dei tempi di fermo post-trattamento. La seconda lunghezza d’onda 1540 nm consente un riscaldamento omogeneo e contiguo sulla intera area di scansione, raggiungendo significative profondità nel derma in modo non ablativo. L’azione sequenziale del laser CO2 e 1540 nm, inoltre, estende e migliora l’effetto termico come comprovato da studi istologici, promuovendo un più efficace rimodellamento tissutale, garantendo sempre la guarigione con i tempi di un’emissione frazionata. Grazie alle peculiarità evidenziate, sia dall’uso della doppia lunghezza d’onda laser che dalla azione ablativa del solo laser a CO2, è stato possibile individuare, per questo caso specifico, una strategia più idonea. Le prime sedute sono state effettuate utilizzando in modo privilegiato la lunghezza d’onda del CO2 per beneficiare del maggior effetto ablativo profondo (sistema di scansione µ-Scar3). Successivamente abbiamo usufruito della sinegia del CO2 con il 1540 nm per migliorare sia la lassità, grazie a una maggiore contrazione, che la stimolazione grazie a un maggiore effetto termico volumetrico (µ-Scan DOT). Dopo la prima visita, la paziente è stata trattata con sedute a cadenza mensile, con laser frazionato a doppia lunghezza d’onda, e successiva applicazione di acido ialuronico. Con il procedere delle sedute, è stato osservato un progressivo e notevole assottigliamento della cicatrice, in particolare nella sua componente centrale, associata ad una progressiva perdita di consistenza, che la rendevano più morbida alla palpazione.
A seguito del trattamento, la paziente ha riferito un importante miglioramento della qualità della vita, nonché una ritrovata libertà nell’indossare le calzature a lei più gradite. Attualmente sta effettuando 2 sedute di mantenimento con Dye-laser (Synchro VasQ, Deka Mela srl) per arrestare a scopo precauzionale una eventuale riattivazione del processo cicatriziale.