Un intervento di riduzione del seno appare necessario in giovane età in caso di postura scorretta e carico eccessivo sulla colonna legati al suo peso eccessivo
di Giorgio J. J. Bartolomucci
Il successo televisivo di alcuni personaggi dotati di un seno prosperoso, propone un canone di bellezza che non lascia spazio a chi appartiene a taglie più piccole. Eppure ci sono casi in cui al chirurgo plastico viene richiesta la riduzione della grandezza della ghiandola mammaria tramite uno degli interventi al seno che richiede maggiore maestria, manualita’, tecnica, senso estetico e delle proporzioni. Si tratta di una riduzione che appare per lo più necessaria in giovane età, con un’indicazione che travalica la necessita’ estetica per soddisfare il bisogno funzionale di non gravare sulla colonna con un peso eccessivo. L’iperplasia del seno, questo il nome tecnico, mette infatti il soggetto a rischio di postura scorretta, dolore alla schiena, carico sulle articolazioni e scoliosi oltre ai comprensibili disagi psicologici nell’accettazione dell’immagine corporea e nella vita di relazione. La mastoplastica riduttiva quindi serve a ridimensionare un seno eccessivo con una quantità rilevante di ghiandola mammaria e tessuto grasso. “Esistono iperplasie della ghiandola, iperplasie miste in cui alla ghiandola si associa una quantità di tessuto adiposo e quelle solo adipose dovute a sovrappeso e obesita’. Si tratta di un intervento più complesso di una mastoplastica additiva in cui si inserisce una protesi, di maggiore durata, che lascia cicatrici più evidenti, fatto che va ben spiegato alla paziente” spiega il professor Pietro Lorenzetti, Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e Direttore Scientifico dell’Istituto Villa Borghese. “Un seno grande è una evenienza che si manifesta anche in ragazze molto giovani, magre e minute e per questo motivo è possibile intervenire già intorno ai 18-20 anni per eliminare sino a più di un chilo di tessuto. Prima dell’intervento la paziente viene sottoposta a esami ematochimici, una accurata visita anestesiologica, una ecografia del seno nelle più giovani e una mammografia in quelle adulte, dai 35 anni in poi”. L’intervento può essere effettuato in qualsiasi stagione, evitando i mesi estivi poichè il caldo favorisce il gonfiore e risulterebbe scomodo indossare il reggiseno contenitivo che va portato per alcune settimane dopo l’intervento. In genere, la mastoplastica riduttiva richiede una cicatrice a “T” invertita, cioè attorno all’areola, verticale dall’areola al solco sottomammario e nel solco sottomammario, più o meno estesa in quest’ultima parte a seconda della quantità del tessuto da asportare.
Solo in pochi casi, si possono effettuare delle mastoplastiche riduttive con sola incisione periareolare e verticale. Questo intervento può essere effettuato con tecniche diverse, tra cui la “short scar” a cicatrice corta, messa a punto dalla dottoressa Lejour di Bruxelles circa vent’anni fa e che consiste in una incisione intorno al capezzolo e una verticale sino alla base del seno. Tramite le due incisioni viene asportato il grasso, la ghiandola e la cute in eccesso effettuando un rimodellamento. “La decisione delle quantità da asportare è effettuata tenendo conto di parametri come l’altezza e il peso della paziente ma soprattutto la circonferenza toracica e le proporzioni della parte alta del corpo – sottolinea Lorenzetti – Il seno viene rimodellato e il capezzolo riposizionato nella giusta posizione”. Nel caso di gigantomastia la “short scar” non basta più e si procede invece ad una incisione nel solco sottomammario e cui è associata una incisione verticale, la cicatrice avra’ quindi l’aspetto di una T rovesciata. “L’intervento dura dalle due alle tre ore, di solito viene eseguito in anestesia generale e richiede una sola notte di ricovero. Noi non utilizziamo drenaggi e la paziente, dopo essere stata medicata, indossa il reggiseno che terra’ per tre o quattro settimane” aggiunge Lorenzetti. Il gonfiore è normale e scompare in qualche settimana durante la quale è bene evitare sforzi e attivita’ sportive. Il lieve dolore post-operatorio può essere controllato da comuni analgesici. È sempre importante che nel caso di una paziente giovane il chirurgo abbia un atteggiamento conservativo nei confronti della ghiandola mammaria in modo che sia possibile allattare in caso di una successiva gravidanza. Possibili complicanze sono legate al processo di cicatrizzazione, ragione per cui alle pazienti fumatrici viene consigliato di astenersi dal fumo almeno dalle due settimane precedenti.
Approfondimenti: Riduzione del seno