Un trauma al naso può avere risvolti sia estetici che clinici. Quando la ricostruzione, è finalizzata anche a ripristinare la funzionalità del naso, l’intervento viene definito rinosettoplastica. Eseguita per far fronte a tiri trauma, questa tecnica può essere, realizzata in day hospital, in anestesia locale, e consentire al paziente un rapido ritorno al sociale
Un naso rotto in seguito a un trauma: succede molto spesso a causa di un incidente ma anche durante l’attività sportiva. Quando si verifica questa spiacevole situazione sono due le cose che, oltre all’immaginabile dolore fisico, maggiormente pesano: il venir meno della funzionalità del naso e lo spezzarsi dell’armonia estetica del viso. Per rimettere ogni cosa al suo posto si ricorre a una delicata ricostruzione, oggi possibile nell’arco di pochi minuti e senza necessità di ricovero. L’obiettivo della rinoplastica (chirurgia estetica del naso) ricostruttiva è di riportare le strutture anatomiche alla loro originaria conformazione, avendo anche l’accortezza di ricostituire il corretto equilibrio tra vuoto e pieno all’interno delle cavità nasali. Rispetto al passato, oggi si è in grado di effettuare la ricostruzione delle parti danneggiate senza provocare grandi traumi al paziente e riducendo al minimo rischi e complicanze post-chirurgiche. L’evoluzione della tecnica chirurgica (l’intervento si realizza in day hospital, in anestesia locale accompagnata da sedazione) ha permesso di ridurre al minimo i tempi operatori, consentendo al paziente un più rapido ritorno al sociale quasi del tutto privo di disagi.
Un’altra novità riguarda la riduzione al minimo del sanguinamento, resa possibile attraverso l’utilizzo di sostanze vasocostrittrici somministrate in fase anestesiologica. Tutti questi accorgimenti assicurano una minore invasività dell’intervento. I vantaggi sono anche dal punto di vista pratico: già a distanza di una settimana dall’intervento si potranno riprendere le normali attività mentre lo sport potrà essere ripreso già dopo un mese. Fino a non molto tempo fa, la rinoplastica ricostruttiva costringeva il paziente a sopportare forti dolori e una lunga convalescenza (34 settimane per una completa ripresa). Le garze stipate lungo le narici, necessarie per frenare le emorragie, costituivano un vero supplizio specie quando dovevano essere rimosse. Oggi l’intervento è molto meno invasivo e si svolge in assenza quasi totale di dolore. La struttura contenitiva, applicata nell’immediato postoperatorio per proteggere il naso.
Ridotti inoltre quei brutti gonfiori e gli ematomi (attorno agli occhi) tipici dell’intervento tradizionale: eliminata la mascherina nasale, si noteranno appena e potranno essere velocemente riassorbiti con qualche seduta di linfodrenaggio manuale e un pò di autodigitopressione. Ricostruite le parti anatomiche, il naso ritroverà la giusta armonia. Se l’intervento chirurgico è andato a ripristinare anche una difficoltà di respirazione, si avranno benefici non solo dal punto di vista estetico ma anche dal punto di vista funzionale.
Che cosa succede se non si aggiusta il naso
Se si subisce un trauma al naso è importante farsi controllare dallo specialista che, attraverso un controllo manuale e una radiografia, valuterà l’entità dei danno e consiglierà di conseguenza il da farsi. Spesso accade che oltre alla parte ossea venga danneggiata (ovvero perduta) anche quella cartilaginea. L’intervento chirurgico offre sicuramente un apprezzabile recupero estetico dei naso ma in alcuni casi si pone anche come risolutore della sua funzionalità (l’intervento viene definito allora “rinosettoplastico). Se il trauma presenta conseguenze sia estetiche che fisiche, l’intervento è doppiamente raccomandato anche perché eviterà parecchi disturbi come: Dolori al viso, Difficoltà di respirazione, Roncopatia, Cefalee, Scarsa concentrazione, Anosmia, otiti, Sinusiti ricorrenti
La tecnica
Un naso rotto in seguito ad un trauma può essere ricostruito con un intervento in anestesia locale. La ricostruzione si realizza attraverso il prelievo autoctono delle necessarie strutture (cartilagine ed osso). Il paziente esce dalla sala operatoria con una mascherina contenitiva. Sistemato per qualche ora in una stanzetta di monitoraggio, potrà ritornare poi a casa senza necessità di ricovero. La rinoplastica ricostruttiva si realizza mediamente in 35 minuti. La finalità dell’intervento è sia estetica che dì ripristino di una corretta respirazione.
Ecco le principali fasi dell’intervento:
FASE 1 Il paziente, a cui è stata somministrata l’anestesia locale accompagnata da sedazione, viene introdotto in sala operatoria.
FASE 2 Il chirurgo pratica un’incisione per raggiungere le parti deviate o rotte dell’osso. Si interviene direttamente all’interno delle narici.
FASE 3 Viene eseguito un ampio scollamento. Le parti ossee traumatizzate vengono ricomposte attraverso l’innesto di frammenti di osso prelevati dal lato inferiore del cranio.
FASE 4 Se si interviene anche sulla deviazione del setto, la correzione non necessita – come avveniva in passato – dell’asportazione delle parti deviate. In caso di rottura del setto, viene rimossa la cresta ossea.
FASE 5 La perdita di cartilagine viene compensata con un inserimento di cartilagine compensata con un inserimento di cartilagine prelevata in sede. L’asportazione del materiale autoctono (sia osseo che cartilagineo non comporta cicatrici evidenti in quanto nascoste alla vista: dai capelli, per quanto riguardo il prelievo in zona craniale, dal lobo delle orecchie, per quanto concerne invece i tessuti molli.
FASE 6 L’intervento si conclude con l’applicazione di alcuni punti di sutura riassorbibili, di tamponi nasali che verranno rimossi dopo 24 ore.