Mastoplastica e asimmetrie

Molte donne che richiedono un intervento al seno non si lamentano di una pur evidente asimmetria mammaria e dei capezzoli. Condizioni che se non vengono corrette possono condizionare il risultato chirurgico

L’indicazione principale alla mastoplastica additiva è la presenza di un volume mammario inadeguato. Le cause che possono determinare l’esistenza di una ghiandola mammaria piccola possono essere di tipo involutivo o da difetto di sviluppo. L’ipoplasia di tipo involutivo è caratterizzata dal solo deficit di tessuto ghiandolare con eccesso relativo di cute e tessuto sottocutaneo, e questa si manifesta in genere con ptosi ghiandolare o pseudoptosi (caduta della mammella ).

L’aumento del volume mammario con una protesi delle giuste dimensioni correggerà inestetismi in pazienti che non presentino ptosi significative o gravi deformità, casi questi risolvibili con tecniche chirurgiche diverse dalla semplice mastoplastica additiva.

Si tratta di un intervento oramai ampiamente diffuso sia sotto il profilo tecnico che culturale, ma la mastoplastica additiva presenta ancora oggi alcune lacune nella correzione di asimmetrie mammarie anche di lieve entità. In una valutazione preoperatoria, in cui è importante posizionare la paziente in ortostatismo e seduta, il chirurgo deve esaminare con particolare attenzione le dimensioni, la posizione e le eventuali asimmetrie delle mammelle, la posizione dei capezzoli relativamente al solco sottomammario, la dimensione e la forma della parete toracica.

Qualsiasi reperto degno di nota, specialmente la presenza di asimmetria mammaria e dei capezzoli, dovrà essere discusso con la paziente stessa prima dell’intervento, illustrandole come questi fattori possano condizionare il risultato chirurgico. Nell’immagine corporea comune tali asimmetrie sono considerate anatomicamente normali, se si tiene conto della diversa natura macroscopica di ogni parte del corpo che abbia un suo doppio (orecchie, mani, piedi, occhi), diventano anormali allorquando le differenze sono visibilmente apprezzabili.

Il differente posizionamento del complesso areola-capezzolo e la spesso associata differenza di volume delle due mammelle, come descritto in questo caso, rappresenta una situazione che nella mia esperienza (oltre 600 casi descritti) sfiora il 70 % delle pazienti giunte alla mia osservazione.
Tale condizione si presenta sin dalla nascita e solo in alcuni rari casi si aggrava in corso di forti dimagramenti ovvero di ripetute gravidanze.
Molte delle donne con lieve asimmetria mammaria si dichiarano soddisfatte della naturalità del loro seno, non mostrando particolare interesse alle piccole differenze di volume o di forma. Non è però assolutamente raro che nel corso di visite specialistiche s’incontrino pazienti, che addirittura ignoravano la presenza d’importanti deformità delle loro mammelle.

Ribadisco ancora come, durante la visita preoperatoria, sia importante parlare con la paziente di quest’aspetto che riguarda la maggior parte delle donne e che deve in ogni modo essere considerato parte integrante del risultato finale. La correzione di mammelle volumetricamente diverse è praticata con l’utilizzo di protesi di diversa misura ed in alcuni rari casi anche di diverso profilo, ma il ripristino della posizione dei due capezzoli risulta con la semplice mastoplastica additiva compito assai arduo.

Ricordo, infatti, che questo tipo d’intervento non aiuta il seno a riacquistare tono ed elasticità sollevando o rinvigorendo mammelle scese ed appesantite dall’età e dalle gravidanze. Al contrario, la mastoplastica additiva, oltre ad apportare un significativo incremento del volume mammario, può in alcuni casi evidenziare piccole diversita’ e imperfezioni del seno, che possono talvolta mostrare quadri dissimili per forma delle mammelle e posizione dei capezzoli, da quelli ricordati precedentemente.

Il caso descritto mostra una paziente di 29 anni, che a seguito di una gravidanza e del successivo allattamento presentava un seno cadente, francamente ptosico, svuotato e con un chiaro quadro d’asimmetria mammaria. La mammella di destra è decisamente più bassa di quella controlaterale, fatto che però non sembrava disturbare la paziente in modo particolare.

L’indicazione principe per questo tipo di situazioni è un intervento chirurgico di mastoplastica additiva monolaterale (mammella più alta) associata a mastopessi con protesi controlaterale (mammella più bassa).

La mastopessi è un intervento utilizzato per la correzione di ptosi moderate e severe, che grazie a un’incisione intorno al capezzolo, una verticale dal capezzolo al solco sottomammario ed in taluni casi anche sul solco stesso, permette di sollevare la cupola mammaria ed il complesso areola capezzolo.

Discusso ampiamente con la paziente delle diverse possibilità chirurgiche, dell’incisioni e ovviamente dei risultati ottenibili, la stessa a seguito di tutta una serie di considerazioni, relative alla giovane età e alla non eccessiva e manifesta asimmetria di partenza, decise di procedere per un semplice intervento di riempimento del seno. La scelta dell’incisione chirurgica, sul solco sottomammario, mi fu “suggerita” dalla stessa paziente che, in considerazione della forma del suo seno cadente, la preferi’ ad un accesso periareolare che lei giudicava, non so bene perché, pericoloso.

Dopo aver precedentemente preso le giuste misure e sottolineato le evidenti differenze dei due solchi sottomammari, e della posizione dei due capezzoli, ho potuto solo abbassare, dati i limiti della tecnica, il solco sottomammario sinistro cercando di simmetrizzare il basso contorno e profilo delle due mammelle. Ho utilizzato una protesi al gel di silicone 375 LP che meglio definiva il profilo e più naturalmente incrementava il volume del seno della paziente. Al termine dell’intervento chirurgico la posizione dei due capezzoli risulta però essere, per i motivi sopra descritti, ancora differente. Le foto post-operatorie effettuate a sei mesi dall’intervento chirurgico, mostrano con chiarezza un buon risultato sebbene permangano ancora i “segni” della pregressa asimmetria di partenza, peraltro accentuati dall’ingrossamento del volume mammario. C’è ancora da considerare che l’incremento del volume del seno esaspera piccole imperfezioni delle mammelle, anche difficili da notare ad occhio nudo, e che asimmetrie mammarie lievi e poco manifeste possono a seguito d’intervento chirurgico di mastoplastica additiva apparire addirittura evidenti, scoraggiando talvolta anche le pazienti più entusiaste.