Liposcultura pneumatica

Liposcultura pneumatica: l’ultima frontiera della non invasivita’ e dell’efficacia nel Body Conturing – Diario di un entusiasta utilizzatore

Di Eugenio Gandolfi Specialista in Chirurgia Plastica, Como

Qualche anno fa (1997 a Broussel)ci presentarono per la prima volta il Lipomatic. Credevamo che la nostra ricerca di una tecnica sempre più innocua ed efficace per liposuzione ci stesse portando all’uso delle siringhe e di aghi sottilissimi, non di un martello pneumatico. Come molti quindi abbiamo scosso le spalle sicuri che questa “matta” novita’ belga sarebbe scomparsa da li’ a poco tempo.
A maggio del 2000, al congresso della Società Francesca di Chirurgia Estetica abbiamo rivisto il Lipomatic in uso a colleghi che per fama e per casistica meritavano vera attenzione. Abbiamo assistito quasi increduli ad alcuni interventi e capito che era giunto il momento di provarlo.

Dopo aver sempre effettuato una modica tumescenza ( 6 flebo contenenti 500cc di soluzione fisiologica, mezza fiala di adrenalina, 20 milligrammi per chilo di lidocaina 2%) e grazie ad una leggera sedazione, la nostra paziente è pronta. Iniziamo con le usuali siringhe con cannula da 2,5 mm; poniamo attenzione al colore del grasso aspirato, alla dolorabilita’ paziente ed alla superficialita’ della nostra azione. Effettuiamo una liposcultura superficiale ai fianchi di una donna di trent’anni alla quale, a fine intervento, avremo aspirato circa tre litri di tessuto.

Stiamo scolpendo il tessuto adiposo non più con movimenti di “va e vieni”di alcune decine di centimetri di escursione, ma con la precisione di sei millimetri di raggio di azione e frequenza di 10 HZ.
Se incontriamo un ostacolo più denso del grasso, l’apparecchio si blocca automaticamente.
Se, mentre aspiriamo, ci soffermiamo su di un grumo di grasso, questo .

in un attimo scompare; bisogna essere precisi, non è proprio una tecnica per chirurghi apprendisti, me se il movimento è regolare, è pressochè impossibile fare “buchi”.
Inoltre è possibile lavorare vicino ai fori di entrata ed alle irregolarita’ senza compromettere l’efficacia.
Notiamo subito che il grasso asportato è più giallo e più liquido di quello asportato precedentemente. Oltre ad oscillare, la cannula compie una rotazione attorno al proprio asse, che si definisce “nutazione”, e il cui effetto finale è quello di sciogliere il grasso , non di frantumarlo. Da anni utilizziamo, oltre alle siringhe, anche la liposuzione ultrasonica e questo grasso ci sembra proprio “emulsificato”.
Dalla profondita’ saliamo in superficie; in pochi minuti il lembo cutaneo è il più regolare che mai abbiamo ottenuto in così poco tempo.
Al termine dell’intervento la cute trattata è rosea, non tumefatta, non ci sono secrezioni che fuoriescono dalle ferite, la quantità di sottonatante ematico nel contenitore è quasi la metà del solito. Fasciamo la paziente, le facciamo indossare la guaina e aspettiamo curiosi di registrare il decorso post-operatorio.
Grazie alla minore sedazione e dolorabilita’, la signora vorrebbe lasciare il centro chirurgico al più presto; l’anestesista deve insistere affinchè effettui comunque l’usuale lunga osservazione post operatoria che nel Day-Surgery è obbligatoria.
Alla rimozione della fasciatura in quarta giornata, le zone trattate sono minimamente ecchimotiche, non dolenti, e dopo una settimana l’edema e la conseguente fibrosi sono oggettivamente scarsi. La fisioterapista che si occupa del trattamento linfodrenante post-operatorio è entusiasta: meno fibrosi, meno fatica,migliore risultato immediato.
Insomma sono proprio tutti contenti; ma la paziente che cosa ne pensera’ tra un mese?
Attendiamo il controllo del trentesimo giorno postoperatorio. La signora si presenta con la madre, operata circa tre mesi prima con solo l’aiuto della pompa…muscolare.
La mamma ci guarda e quasi offesa ci si chiede:”ma perché mia figlia è guarita così rapidamente ed io no?”

Dissimulando l’imbarazzo le abbiamo spiegato che non tutti i casi sono uguali etc..ma appena congedate le due signore prendiamo il telefono ed ordiniamo il Lipomatic. Lo utilizziamo oramai da circa sei mesi e ci sentiamo di confermare le nostre iniziali esperienze.
E’questa una metodica meno traumatica e più efficace e sicura per il paziente, e permette al chirurgo di rendere molto più rapido e meno faticoso l’intervento.
Abbiamo osservato con l’endoscopio il tessuto adiposo sottocutaneo e abbiamo constatato l’assenza di secrezioni residue e l’integrità dei vasi sanguigni.
Al controllo dei novanta giorni, i pazienti hanno mostrato risultati estetici assolutamente comparabili a quelli ottenuti con le altre metodiche di liposcultura.

Unico difetto: non possiamo riutilizzare il grasso per il lipofilling e soprattutto se ci dimentichiamo di impugnare il Lipomatic in punta di dita, ci vibra anche il cervello.