La rinoplastica di Gaspare Tagliacozzi

Il chirurgo plastico italiano, non può prescindere per un corretto comportamento terapeutico, dagli insegnamenti di Gaspare Tagliacozzi maestro di chirurgia Plastica (1545-1589). A tal proposito diventa indispensabile la lettura del “De curtorum chirurgia per insitionem”. Il testo venne elaborato dal Valleri (1821~1885) e riporta i canoni di applicazioni chirurgiche nell’ambito della ricostruzione della piramide nasale. L’opera contiene nozioni tecniche patinate da una dotta preparazione filosofica propria dell’epoca. Il Tagliacozzi è docente c/o l’Università di Bologna in Medicina e Filosofia. La sua chiara fama e le nozioni a noi giunte, non possono tener conto comunque dei messaggi appresi dalle antecedenti conoscenze dei fratelli Branca, chirurghi siciliani. L’importanza del naso per l’autore deriva da un approfondimento psicologico; definisce infatti il volto la spia dell’anima, i lineamenti identificano la qualità dell’uomo. “Se il corpo è bellissimo e la faccia è poco decorosa, la persona è brutta”, come anche “il naso non è l’organo dell’olfatto ma il trasportatore del senso è più nobile perché è un mezzo”. E ancora: ‘”la ragione non deve essere certamente dipendente dalla cupidigia per cui la faccia è così lontana dai genitali”. L’elevato valore estetico del naso o della struttura nasale è nata sin dall’antichità, in Grecia non venivano ammessi al sacerdozio chi non munito di un bel naso. In Persia accedevano al trono solo sovrani di bel profilo.

Curioso è l’aneddoto tramandatoci dalla Spagna nel 1800, allorquando delle religiose si spinsero all’amputazione del proprio naso per non essere violentate dai saraceni. Il grande successo del Tagliacozzi nella sua epoca scaturisce dal dover ricostruire tante piramidi nasali perché l’amputazione era definita come pena per i numerosi adulteri, ladri e traditori dell’epoca, in definitiva per l’autore, la Chirurgia Plastica è la Medicina della bellezza e nello stesso tempo è curativa e questo è il canone del chirurgo plastico contemporaneo, estetico e ricostruttivo. I messaggi da lui espressi ricalcano i parametri di una attuale qualità per lo specialista, così recita: – rapidità d’azione – assenza del dolore – raggiungimento dell’opera – costanza dei risultati.

Dalla sua morte per 200 anni non si parla più di Chirurgia Plastica, questo perché per il credo forzato dell’epoca “Non si può mutare un corpo fatto ad immagine e somiglianza di Dio”. Per tali forti convincimenti viene considerato eretico, riesumato ed il suo corpo viene bruciato. Si riparla di Chirurgia Plastica Ricostruttiva della piramide nasale nel 1794, dove viene importata dall’India la tecnica del ‘1embo frontale”. Successivamente (1804), viene attentamente criticata dal Baromio, l’opera del Tagliacozzi che ne esprime un giudizio di “valida l’esposizione, ma prolissa e stentata la spiegazione data”. Concludendo siamo convinti che per quanto rilevato dalle sue opere importante se non decisiva ci appare l’eredità speculativa e dottrinale tramandataci dall’autore, il commento e il ricordo non può che incuriosire se non entusiasmare. In fondo Pascal ne rende merito indirettamente nel 1662 con il suo aforisma “Se Cleopatra avesse avuto un bel naso sarebbe mutato il destino del mondo”

Il naso e la chirurgia plastica

La bellezza è una lettera di raccomandazione aperta che ben dispone il cuore in anticipazione scriveva shopenauer, ma sopreatutto l’oggetto di una soggettiva valutazione di perfezione, non schematizzabile in regole parametrate. Pur tuttavia è noto che fin dagli Egizi in molti si sono adoperati per cercare di quantificarla in termini geometrici e matematici. Lo studio delle proporzioni dei corpo umano è argomento che ha appassionato grandi scienziati, Leonardo da Vinci compreso. Lo studio dell’armonia dei viso, riconsiderata in tempi moderni da Ricketts, conferma l’attenzione dell’essere umano nella definizione di regole precise per misurare e apprezzare la bellezza. Nella valutazione globale dell’estetica dei volto il profilo costituisce la componente più importante, quella che meno dinamicamente partecipa all’espressione emozionale dei linguaggío del corpo ma che staticamente ne condiziona la specificità caratteriale. “Un abile simulatore può camuffare, fino ad un certo punto, l’espressione della bocca, il berretto può venir inclinato a coprire gli occhi, il mento nascosto da una fitta barba, ma il naso spiccherà fuori e lascerà il suo marchio, nonostante tutte le precauzioni. Rifiuterà assolutamente di farsi ignorare, e noi siamo, così come è, obbligati a prestargli attenzione (Jhon O. Roe M.D. – Wells – 1887). Dal naso non si può, quindi, non tenerne conto se si vuole intervenire e consentire un percorso migliorativo che possa condurre alla concretizzazione di una “bellezza” anticipatamente programmata. Agli anatomisti e agli artisti va accreditato il merito di aver indagato e portato alla pubblica conoscenza i concetti generali dell’anatomia nasale anche se solo negli ultimi anni la chirurgia è riuscita a scoprire le svariate spigolature strutturali dei distretto naso-facciale. Poichè la Rinoplastica è l’arte di correggere le deformìtà dei naso (Nelaton e Ombredanne – 1904) è al chirurghi plastici che bisogna rivolgersi per saperne di più, ma soprattutto per capire quanto di italiano c’è in quest’arte e quanti timori ci siano nell’affrontare la pratica chirurgica di ricostruzíone plastica e estetica del naso. Dopo Antonio Branca, Boiani e Gaspare Tagliacozzi, storici pionieri, l’arte della rinoplastica si è perfezionata in ltalia e all’estero e ora nuove generazioni di professionisti si propongono con raffinate tecniche che uniscono alle capacità chirurgiche notevoli doti di natura artistica.
Chirurgia estetica US

Dott Vito Matarrese Chirurgo Plastico