Tempi più rapidi con la tecnica combinata

Applicata per ridurre il più possibile l’area alopecica e per consentire una più rapida manovra di reinfoltimento, la riduzione dello scalpo può essere abbinata ora contemporaneamente all’autotrapianto monobulbare a mezzo laser, in un intervento eseguito in anestesia locale in regime day hospital.

Autotrapianto monobulbare

La combinazione delle due metodiche si rivela particolarmente indicata anche quando la superficie calva è superiore ai 90 cm2 (soprattutto in caso di “chierica”), limitando notevolmente la tecnica di copertura. Lo scalp reduction si esegue prevalentemente sulle superfici glabre del vertice (regione occipitale o eventualmente centro-parietale). “L’escissione – spiega il dottor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in chirurgia plastica a Padova – viene accompagnata da uno scollamento reso più ampio per mezzo di un insufflatore eolico (senza superare comunque la linea nucale). Eliminata la superficie calva, i lembi contrapposti vengono avvicinati il più possibile grazie ad un espansore cutaneo che agisce a saracinesca”. Il perfezionamento di questa tecnica chirurgica ha migliorato in questi ultimi tempi la visibilità della cicatrice lasciata dall’intervento.
“Per renderla meno evidente – spiega il dottor Pallaoro – io pratico due suture: una sottocutanea forte, che soddisfi la tenuta, e l’altra esterna, più delicata, che soddisfi dal punto di vista estetico”. Gli esiti cicatriziali non si notano comunque con facilità: l’applicazione del laser riduce sensibilmente la dimensione e lo spessore della cicatrice che, assieme all’area glabra ridimensionata, verrà nascosta successivamente dalla ricrescita dei capelli.

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