
Alberto Pallaoro:
Specialista in Chirurgia Plastica
La roncopatia (dal greco rhoncho’s, onomatopea che indica il rumore rauco o gorgogliante prodotto durante il sonno), è considerata dai più non una patologia, quanto piuttosto oggetto di scherzi e battute. Eppure il disturbo non è solo origine di conflitti familiari e difficoltà di convivenza, ma, se non adeguatamente curata, può portare a gravi conseguenze per la salute. Secondo alcuni studi, il fenomeno della roncopatia sarebbe tanto diffuso da colpire circa un quarto della popolazione e addirittura il 45% degli italiani affermerebbe di russare occasionalmente. Bando quindi alle battute goliardiche: soppesando i numeri, la patologia appare molto diffusa e meritevole di un approfondimento. Il russamento è il rumore prodotto nel sonno durante la respirazione a causa della vibrazione degli organi delle prime vie aeree; ad ogni inspirazione, il fondo del palato va a urtare contro la parete posteriore della faringe, costringendo una forzatura nel passaggio dell’aria. Responsabili della vibrazione sono quindi il palato molle e l’ugola, la parete posteriore della gola, le tonsille, la lingua e l’epiglottide.
Il cronicizzarsi della roncopatia può portare serie conseguenze per la salute. Spesso chi ne soffre accusa anche frequenti pause respiratorie, manifestando la sindrome da apnea del sonno (SAS o “sleep apnea sindrome”) che, causando una cattiva ossigenazione cerebrale, può provocare alterazioni del ritmo cardiaco e risvegli frequenti; a lungo andare, un sonno agitato porta a squilibri psicofisici. Il risveglio mattutino diventa difficile e chi russa si sente affaticato, spesso colpito da cefalee durante la giornata e, manifestando una forte stanchezza, tende ad addormentarsi durante le occupazioni quotidiane come guardare la tv o lavorando o, peggio ancora, guidando. Possono anche manifestarsi perdita di energia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, perdita di memoria, cambiamenti di umore e di comportamento, ansietà o depressione, obesità, diminuzione degli impulsi sessuali.
Chiaramente questi sintomi non compaiono sempre contemporaneamente, nè in tutti coloro che soffrono di apnee notturne, ma una diagnosi precoce e un intervento tempestivo possono limitare o prevenire gran parte dei disturbi.
Approfondimenti:
- Russare (www.russare.net)
- Apnea notturna
Roncopatia, quali cause?
L’apparato respiratorio è strutturato in modo da consentire il passaggio d’aria attraverso il naso come via fisiologica e, solo in caso di “emergenza” attraverso la bocca. Ogni tipo di ostacolo incontrato dal flusso aereo dal naso ai polmoni provochera’ irregolarita’ di respirazione e di conseguenza vibrazioni degli organi. Diversi possono essere i motivi di ostruzione del naso, a partire dalla deviazione del setto nasale. Le principali conseguenze in questo caso saranno sinusiti ricorrenti, infezioni dell’orecchio e anosmia. “In caso di deviazione del setto nasale – spiega il dottor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in chirurgia plastica a Padova la soluzione è un intervento di rinosettoplastica, eseguito in anestesia locale accompagnata da sedazione”. Altre cause di una cattiva respirazione che possono causare sordità, riniti e otiti, è la presenza di adenoidi, di polipi nasali e l’aumento patologico del volume dei turbinati “in questi casi – riprende il dottor Pallaoro – l’intervento risolutivo è l’asportazione”. Questi sono alcuni dei problemi che possono impedire una corretta respirazione, “ma la roncopatia vera e propria è causata da restringimenti anatomici a livello della gola. è opportuno sottolineare, poi, che con il rilassamento del corpo, dormendo, la lingua tende a scivolare all’indietro spingendo l’epiglottide a ridurre o chiudere l’apertura della laringe, con la grave conseguenza di un rischio di asfissia”.
In caso di roncopatia accertata, l’intervento più appropriato è la cosiddetta uvulofaringopalatoplastica praticata con il laser. “L’obiettivo di questa tecnica – riferisce il dottor Pallaoro è di allargare lo spazio orofaringeo, eliminando o riducendo in modo preciso l’ostruzione del palato molle verso la mucosa posteriore e i pilastri delle tonsille”. Le incisioni vengono praticate con il laser ad anidride carbonica che non provoca sanguinamento e non richiede degenza, nè particolari medicazioni post-operatorie. “Il laser consente di intervenire con estrema precisione e sicurezza ed è in grado di eliminare definitivamente (74% dei casi) o comunque di ridurre notevolmente (22% dei casi) il disturbo del russare. L’effetto fotocoagulante permette di vaporizzare istantaneamente i tessuti senza provocare sanguinamento e riducendo il dolore post-operatorio”. Rispetto al vecchio bisturi, poi, l’asportazione dei tessuti avviene senza contatto fisico e con rischi emorragici praticamente assenti. La terapia è talmente priva di controindicazioni da essere consigliata anche a chi accusa un russamento semplice ma si rivela soprattutto ottimale per chi non può affrontare grossi stress chirurgici e post-operatori o teme semplicemente l’ospedalizzazione. L’intervento dura circa mezz’ora e si pratica in anestesia locale. Il paziente viene dimesso immediatamente e potra’ riprendere le normali attivita’ sopportando un leggero dolore paragonabile a quello di una laringite.
Tutti i rischi della roncopatia
Frequenti risvegli notturni
Difficolta’ nel risveglio mattutino
Cefalee diurne
Calo della libido
Scarsa concentrazione
Enuresi
Deambulazione faticosa
Ipertensione arteriosa
Cardiopatie
Problemi cerebrovascolari
Russare: I soggetti maggiormente a rischio
Uomini oltre i 40 anni
Soggetti in sovrappeso (depositi di adipe sul collo che impediscono una respirazione fluente)
Soggetti con deviazione del setto nasale
Soggetti con tonsille ingrossate
Soggetti con accumuli di grasso dietro la parete della faringe
Soggetti con macro-glossia (lingua troppo grossa)
Soggetti con una riduzione muscolare nei tessuti del palato molle
Soggetti con mandibola arretrata o troppo corta
Polisonnografia
L’indagine più importante e specifica nella diagnosi delle roncopatie è la polisonnografia, che consiste nella registrazione continua durante il sonno del paziente, di diversi parametri fisiologici importanti per la valutazione della diagnosi della roncopatia cronica e della SAS: il flusso respiratorio nasale, il livello di saturazione di ossigeno nel sangue, L’ECG, i movimenti respiratori toracici e addominali e l’intensità dei suoni emessi