Riduzione del seno con la mastoplastica riduttiva

Un sogno: averlo più piccolo

Circa il 30% delle donne per ragioni estetiche vorrebbe avere un seno di dimensioni più ridotte. Ma ci sono rischi anche per la postura e per la schiena

Di Paola Marchi

Dott. Carlo Alberto Pallaoro:
Specialista in Chirurgia Plastica
Tel 049665529 049665431 – Padova

 

Ma quali sono le ragioni per cui si desidera un seno più piccolo?

Il seno è la parte più femminile del corpo di una donna ed è raro trovarne una che viva con serenità la propria condizione. Il desiderio più diffuso è ottenere un seno più grande, e questa tendenza è confermata dalle migliaia di interventi di mastoplastica additiva eseguiti annualmente, eppure ci sono alcune minoranze (ma non così esigue come si potrebbe pensare) che vorrebbero l’esatto opposto, cioè ridurne le dimensioni. Un seno eccessivamente voluminoso non rappresenta unicamente un problema estetico, ma anche funzionale e psicologico. Per riportarlo a un volume più accettabile, si interviene chirurgicamente a livello di ghiandola e di cute. La mastoplastica riduttiva oggi comporta un disagio chirurgico ridotto rispetto al passato, tanto da poter essere realizzata in day surgery.

intervento riduzione seno intervento riduzione seno

Prima e dopo l’intervento

Al di la’ del puro fastidio estetico, avere un seno di dimensioni esagerate può rivelarsi un vero impedimento fisico e un disagio. Addirittura, quando una ipertrofia mammaria assume dimensioni davvero massicce, si tratta di una reale patologia fisica, chiamata gigantomastia, cioè un abnorme sviluppo del seno. La causa di ciò è prevalentemente fisiologica, ma può essere anche conseguenza di alcune situazioni, come un considerevole aumento di peso oppure una o più gravidanze. Non si tratta più perciò di un semplice inestetismo, ma di un “peso” che mortifica la donna (dal punto di vista dell’immagine di sè) e le impedisce di muoversi e di relazionarsi con disinvoltura. Le dimensioni e il peso delle mammelle costringono a vizi della postura, causando dolori alla schiena e, in alcuni casi, scoliosi o altri problemi alla colonna vertebrale. “Le gigantomastie, in particolare – consiglia il dottor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in chirurgia plastica a Padova – devono essere operate senza esitazioni, anche in giovane età: l’intervento riduttivo consente un grandissimo miglioramento estetico, funzionale e psicologico, evitando inutili disagi o, peggio ancora, complessi”.

intervento riduzione seno intervento riduzione seno

Oggi la correzione chirurgica è un atto che trova facile realizzazione: la mastoplastica riduttiva può avvenire infatti con ricovero giornaliero, in anestesia loco-regionale accompagnata da sedazione. La durata dell’intervento è di circa 60 minuti e poche ore dopo la chirurgia sarà già possibile ritornare a casa, per trascorrere una convalescenza di appena una settimana. “L’affinamento della tecnica chirurgica – spiega il dottor Pallaoro – ha consentito interventi di ridotta invasività, portando in un’unica seduta a una riduzione e a una risalita delle mammelle anche di notevole entità”. La mastoplastica riduttiva viene realizzata, oltre che nei casi di gigantomastia, per ridurre, anche minimamente, il volume del seno oppure in caso di asimmetrie tra una mammella e l’altra (quando a esempio c’è un’evidente differenza di volume, che comporta anche problemi “pratici”, tipo la scelta del reggiseno).

La soluzione chirurgica: Mastoplastica riduttiva

Se la gigantomastia viene rilevata durante l’adolescenza, prima di intervenire si dovrà considerare l’ulteriore sviluppo della ghiandola mammaria, possibile fino ai 18 anni d’età. La riduzione del volume del seno avviene intervenendo sia sulla ghiandola, sia a livello del tessuto cutaneo. Oltre al volume e al riposizionamento delle mammelle, viene ritoccata anche l’areola, ridimensionandola e riportandola in una sede più adeguata.

La mastoplastica riduttiva contribuisce a restituire la giusta proporzione tra busto e bacino. I risultati non sono solamente estetici poichè i benefici si potranno ammirare anche nella vita pratica (muoversi, correre, praticare sport, ecc.). “L’intervento – grazie alle innovazioni chirurgiche oggi a disposizione (come l’apporto del laser e di particolari procedure di incisione e sutura) – lascia una sottilissima cicatrice a forma di “T” rovesciata (attorno all’areola, dall’areola al solco mammario e lungo il solco sottomammario), che – ci aggiunge il dottor Pallaoro – potra’ essere rimossa a distanza di due mesi con tecnica microchirurgica (Mosaic Surgery).

La riduzione del seno va programmata

La riduzione chirurgica del seno viene programmata “su misura”, nel corso della visita preliminare effettuata dal chirurgo. Per una corretta valutazione della nuova “taglia” da dare al seno, vengono rilevate le misure corrette del seno attuale e rapportate in base alle caratteristiche soggettive della paziente, come età, altezza e corporatura. Inoltre, avverte il chirurgo, “è bene che la donna programmi con accuratezza il momento ideale per eseguire la mastoplastica riduttiva. “Infatti – avverte Pallaoro – soprattutto nel caso di riduzioni importanti, esiste sempre l’eventualita’ che venga compromessa la facolta’ di allattare”.

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Come comportarsi dopo l’intervento di riduzione mamaria

Nei primi giorni che seguono l’intervento bisogna evitare di esporre il seno a traumi anche minimi, in modo da non intralciare il processo di guarigione. A tale scopo si dovranno evitare ampi movimenti delle braccia e le attività pesanti come portare pesi o praticare lo sport (via libera dopo 3/4 settimane dall’intervento).
Dopo la rimozione dei punti (in dodicesima giornata) si potrà iniziare un ciclo di linfodrenaggio manuale e la terapia laser per accelerare il riassorbimento del normale edema (gonfiore) e delle ecchimosi. D’obbligo l’uso per un paio di mesi (solo di giorno) di un reggiseno contenitivo. Da evitare assolutamente i raggi Uva per almeno i primi 40 giorni e comunque non prima della completa guarigione.

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per approfondimenti: mastoplastica riduttiva