Il caso delle Protesi mammarie PIP contenenti Silicone di tipo industriale riapre il dibattito sulla sicurezza in Estetica e sull’irrinunciabile bisogno di qualita’
del dott. Giorgio Bartolomucci
Questa volta non è una questione legata alla carenza di controlli sanitari. Il 10 aprile 2010, infatti, una Circolare del Ministero della Salute italiana invitava i Chirurghi Plastici a non utilizzare le protesi prodotte dalla Poly Implant Prothese, (PIP) azienda Francese, attiva dal 2001, specializzata in protesi per mastoplastica additiva, in quanto sotto indagine in Francia e già ritirate dal commercio ritenute nocive per le pazienti. A suscitare il caso che ha già provocato due vittime, 8 casi di cancro conclamato, ben 3mila denunce e la convocazione di oltre 30mila donne affinchè rimuovano immediatamente le protesi potenzialmente cancerogene, è stata la costatazione che queste protesi tendevano a scoppiare il doppio delle volte rispettoa altre e che erano prodotte con silicone non di grado medicale, ossia puro, ma di grado industriale, contenenti sostanze impure e inquinanti e quindi meno resistenti. La notizia, ampiamente diffusa su tutti gli organi di stampa, ha fatto rapidamente il giro del mondo e ha provocato grande allerta anche in Italia dove, si pensa, che ne siano state impiantate circa 5mila, un numero pari al 10-15% di tutta la produzione dell’azienda di La Seyne-sur-Mer. Allarme quindi fra le tante donne operate negli ultimi anni, soprattutto in quelle che non hanno con se una cartella clinica da cui risulta la marca e l’origine delle protesi che sono state a loro impiantate. Da ciò l’invito ai chirurghi che, in buona fede, nel passato sono ricorsi a protesi PIP, di avvertire le Autorita’ sanitarie nazionali e soprattutto le pazienti operate. Ma soprattutto l’invito a rinunciare alle protesi di silicone in gel liquido a favore di quelle attuali in gel coesivo e denso al punto da non produrre spargimenti in caso di lacerazione dell’involucro. Un suggerimento quasi obbligato oggi che la Mastoplastica Additiva ha scalato tutte le classifiche diventando una delle più richieste fra le operazioni di chirurgia plastica (rappresentando circa il 40% di tutti gli interventi di chirurgia estetica). Molti chirurghi ritengono che le protesi mammarie più sicure sono di origine americana, in gel altamente compatto, che è responsabile anche della forma stabile della protesi. Stara’ poi al chirurgo, a seconda del caso, decidere di scegliere nell’ambito di tantissime opzioni, tra misure e proiezioni, quella più adatta a ogni donna a seconda della taglia iniziale della paziente e le sue aspettative. Con protesi sicure e di alta qualita’, la Mastoplastica Additiva moderna è un intervento chirurgico relativamente semplice, rapido e con rischi molto bassi. Una buona protesi si assesta nell’arco di circa quattro mesi e da cui si ottiene, quando la scelta dell’impianto protesico è corretto (volume e collocazione), un risultato perfetto dal punto di vista estetico e funzionale. Messi da parte eventuali rischi di una intolleranza individuale alla protesi che, in definitiva, è pur sempre un corpo estraneo e può dare una forma di rigetto, da sempre i Chirurghi discutono sui vantaggi e gli svantaggi delle diverse protesi mammarie. Presidi medici che nel corso dei decenni hanno subito una progressiva evoluzione delle caratteristiche morofologico-strutturali al fine di permettere il raggiungimento di un risultato estetico sempre più naturale. Semplificando i termini della contrapposizione, i sostenitori delle protesi anatomiche, oltre che sulla molteplicita’ dei modelli, puntano sulla forma più naturale e la maggiore sicurezza del gel coesivo del loro contenuto. Quelli che preferiscono le Protesi rotonde, invece, lo fanno per la consistenza più morbida propria del gel meno coesivo del contenuto. Mai come in questo caso, l’ultima parola parola spetta al chirurgo che, certo, potra’ informare sulle diverse caratteristiche di entrambe le possibilità la propria paziente, ma in ultima analisi, tende a orientare la propria scelta in base alla propria esperienza e preferenza, ritenendo che dopo l’impianto il risultato del suo lavoro verra’ valutato soprattutto sotto l’aspetto estetico, ovvero come gradimento della forma e delle dimensioni raggiunte. L’attuale caso delle protesi PIP, induce a ritenere, pero’, che nel decidere non bisognerebbe mai far prevalere motivazioni di semplice natura estetica – e diciamolo con chiarezza – economica sugli irrinunciabili parametri di affidabilita’ e serietà dell’azienda produttrice. La chirurgia estetica come disciplina medica è in un momento di grande espansione e ogni volta sui giornali compaiono episodi di malasanita’ a essere colpiti sono tutti i suoi protagonisti, a partire dagli operatori alle strutture e ambulatori chirurgici altamente qualificati. Il danno d’immagine è diffuso e quello economico ne è una conseguenza che ricade, in maniera diversa, ma su tutti.