Non si spegne il dibattito sulle norme che dovrebbero impedire alle ragazze minorenni un intervento di mastoplastica additiva
di Lawrence Bartolomucci
Nei primi mesi del 2009 il sottosegretario del Welfare, Francesca Martini, ha annunciato e poi redatto un Disegno di Legge, che dovrà essere presentato in uno dei prossimi Consigli dei Ministri, con le regole di riordino nel settore della Chirurgia Estetica. Il disegno di legge riguarda il divieto di sottoporsi ad interventi di mastoplastica additiva per i «soggetti che non hanno compiuto i 18 anni» se l’operazione «ha finalità meramente estetiche». Si potrà quindi intervenire impiantando protesi mammarie esclusivamente quando venga documentata l’esistenza di una patologia e in caso di asimmetria mammaria e agenesia dei muscoli pettorali. Il Professor Pietro Lorenzetti, chirurgo plastico e direttore scientifico del Villa Borghese Institute, riguardo a questa proposta, di così grande attualità per chi lavora in questo settore, spiega che ”in realtà, anche confrontandomi con molti miei colleghi, non sono tantissime le pazienti al di sotto dei 18 anni che si rivolgono al chirurgo plastico, e se qualche paziente si presenta a 1617 anni trovando un rifiuto puó benissimo tornare al compimento del 18esimo anno di età e non avere barriere. Premesso questo, l’unico intervento che personalmente svolgo su pazienti minorenni riguarda la riduzione mammaria, cioè un intervento di chirurgia ricostruttiva, meglio ancora definita come chirurgia plastica funzionale ed estetica allo stesso tempo. La riduzione mammaria interviene per ridurre il volume del seno in caso di gigantomastia”. Come è noto, la gigantomastia è una patologia che consiste in un aumento significativo del volume del seno, di 400500 grammi in più per lato, e che comporta non solo un fatto estetico ma anche un problema funzionale. Le pazienti infatti vanno incontro a difficoltà legate al peso, che si evidenziano in un incurvamento del tratto cervicale della colonna vertebrale. ”Per quanto riguarda la mia esperienza professionale – continua il Professor Lorenzetti – sono contrario ad effettuare interventi estetici prima dei 18 anni. Non capisco il motivo per arrivarci così precocemente e in ogni caso il colloquio con la paziente deve essere molto approfondito. Inoltre è fondamentale la presenza dei genitori e ovviamente il loro consenso”.La proposta di legge in discussione obbliga inoltre il chirurgo a informare pienamente la paziente delle conseguenze di un intervento chirurgico. Il Professor Lorenzetti su questo punto insiste con una certa determinazione che ”è assolutamente importante far capire alla paziente le implicazioni che un impianto comporta, anche a livello psicologico”. La proposta di legge include anche la possibilità di istituire un registro nazionale delle protesi e degli interventi. ”Sono d’accordo – commenta il Professor Lorenzetti – e la mia proposta è quella di istituire un servizio di controllo delle protesi, un registro dove il chirurgo deve comunicare per legge che protesi usa, a chi le ha istallate e quando. E le aziende dovrebbe fare la stessa cosa, comunicando a chi è stata venduta una protesi e per quale persona, in quale data e in quale clinica. Questo controllo incrociato ci permetterebbe di sapere quante pazienti si operano di mastoplastica additiva, dato che attualmente non conosciamo l’esatto numero in Italia. Essendo il seno un organo che va controllato negli anni con mammografie ed ecografie, avendo anche cambiamenti negativi, potrebbe essere molto utile, per avere un follow up negli anni, sapere quali protesi funzionano e quali no. Il sistema puó essere utile per garantire la rintracciabilità delle protesi mammarie, risalendo al chirurgo, alla struttura, al tipo di protesi, in quale sede sono state impiantatè’.
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