Parliamo di una tecnica estetica che permette di intervenire sui volumi del volto senza iniettare alcun materiale o farmaco
di Thomas Gualtieri
E’ possibile aumentare il volume delle labbra, degli zigomi e delle cicatrici depresse senza iniettare alcun tipo di materiale o farmaco? La risposta è si’ grazie a una tecnica denominata Needle Shaping, oricostruzione volumetrica autologa, messa a punto qualche anno fa dal Prof. Giorgio Fippi, a cui abbiamo chiesto di illustrarcela.
“Si tratta di un microscopico auto trapianto di tessuto per trazione, anche se forse sarebbe meglio parlare di auto impianto, eseguito mediante un ago sottile, simile a quelli usati per l’agopuntura attraverso cui si eroga una corrente programmabile nei parametri fondamentali (Pulse Width e Pulse Repetition Rate) miscelata con una galvanica ad alta tensione e limitata. Si potrebbe anche miscelare a queste 2 una terza corrente idonea all’apertura dei poro-canali di membrana a una frequenza specifica. Le correnti miscelate, potenziate dalla loro azione sinergica, regolate a una intensita’ tale da non essere percepite dal paziente se non in certi punti particolarmente sensibili, disidratano leggermente le fibre elastiche del derma e fanno si’ che esse si aggancino all’ago. A questo punto si avvolgono con estrema delicatezza fino a ottenere una sorta di fuso di materiale autologo che è visibile al movimento dell’ago. La trazione esercitata deve essere tale da ottenere un certo volume di fibre senza mai strapparle. I liquidi devono essere eliminati osmoticamente per deprivazione salina mediata dalle correnti, per evitare lo srotolarsi delle fibre e del collagene. La corrente elettrica deve avere caratteristiche idonee a far migrare parte dei sali interstiziali che altererebbero la durata nel tempo dei risultati ottenuti. Infatti, diversamente da altre tecniche di autotrapianto, ci si limita ad assottigliare la parte donatrice per rigonfiare le volumetrie in minus. Le strutture donatrici, assottigliate, riprendono i volumi iniziali nei 28 giorni successivi, mentre la parte ricostruita, raggiunge il volume definitivo dopo circa 7 giorni per mantenerlo a lungo”.
Come si spiega il fenomeno?
Il riferimento è con i derma espander, una sorta di palloncini che il chirurgo gonfia sotto la pelle del paziente per ottenere del tessuto da trapiantare asportandolo con la tecnica del lembo a losanga. La parte donatrice in questo caso riprende lo spessore iniziale mentre, come ovvio, presenta una cicatrice lineare al centro dovuta alla sutura per il lembo asportato. Con il Needle Shaping non si hanno cicatrici nè avvallamenti dal momento che si operano degli spostamenti volumetrici molto piccoli del sottocutaneo senza strappare o asportare materiale e il risultato è estremamente naturale”.
Si possono ottenere volumi importanti sfruttando gli stessi componenti del derma senza inserire materiali estranei che spesso creano problemi alterare la fisionomia e senza provocare scalini o ponfi?
“Per capire meglio il meccanismo della tecnica, immaginate di inserire un perno di metallo in una rete formata da tanti elastici di gomma. Se lo si ruotasse, scivolerebbe senza provocare alcun effetto meccanico. Ora, applicando il mix di correnti, si fanno aderire al perno gli elastici, riuscendo a ottenere un fuso del volume desiderato. Ovviamente non si deve esagerare con la trazione per evitare di strappare gli elastici. Il perno di cui sopra corrisponde al nostro ago, mentre la rete di elastici di gomma corrisponde ai componenti del derma.
Nelle rughe sottili, periorbitarie e perilabiali, una volta inserito l’ago, è sufficiente erogare corrente solo per pochi istanti senza ruotarlo. Nel caso delle nasogeniene e delle nasolabiali, si utilizza la tecnica a zig zag che permette un massiccio impianto dai tessuti circostanti, sempre senza espianto. S’infigge l’ago sul piano cutaneo ma non lungo l’asse della ruga, prima sotto il lato destro per poi dirigere verso sinistra passando sotto il fondo della stessa.
Quali sono le tecniche da utilizzare?
Sono tre. L’arrotolamento: s’infigge l’ago perpendicolarmente al solco, si ruota di 180° e dopo una breve erogazione di corrente, si solleva la parte e dopo alcuni secondi si ruota di qualche grado in senso antiorario, e quindi si sfila. La manovra va ripetuta in più punti in base alle necessita’ del caso. Mediante questa tecnica si ottiene un risultato estremamente naturale. Per estroflettere la mucosa del labbro ruotandola verso l’esterno si deve premere delicatamente con un puntale a sfera in più punti il labbro fino a trovare quello che aumenta la convessita’ della mucosa. Quindi si infigge esattamente il punto trovato per creare il fuso. Altra tecnica quella a Treccia: si utilizzano 2 aghi, si infigge il primo a 45° rispetto all’asse della ruga da trattare e dopo aver erogato le correnti miscelate si arrotola il primo fuso. Senza aver sfilato il primo ago, si infigge il secondo esattamente al centro del fuso appena formato con il primo ago e si eroga corrente per poi arrotolare il secondo fuso intrecciando le fibre del primo. Ora si sfila il primo ago per reinserirlo nel secondo fuso e così via. Con questi fusi perpendicolari tra loro si ottiene una treccia nel derma che permette di sollevare il fondo della depressione con un risultato duraturo nel tempo. Ultima tecnica il Piercing: l’ago va infisso sotto alla parte da sollevare per poi fuoriuscire come un piercing. A questo punto l’operatore ruota l’ago, dopo aver erogato corrente per alcuni istanti, fino a ottenere una specie di fuso nel derma, quindi ruota di alcuni gradi in senso opposto per poter sfilare l’ago. La tecnica piercing si utilizza per le volumetrie di labbra e zigomi. In molti casi si deve operare una sorta di trama e ordito per evitare che il paziente, appena terminato il trattamento, con la mimica del viso, sorridendo o ammiccando, possa far srotolare il fuso appena formato rendendo inefficace il trattamento. Il volume che dura nel tempo è quello che si osserva appena sfilato l’ago dai tessuti, poi nei minuti successivi inizia una reazione infiammatoria dovuta al trauma dell’ago. Questi volumi un po’ arrossati sono la fisiologica reazione dei tessuti che scompare in poche ore, mentre il volume visto appena sfilato l’ago rimarra’ per mesi o anni a seconda della mimica del soggetto.
Quali sono i risultati ottenibili?
Nelle cicatrici depresse, nelle post acneiche e da varicella, il volume ottenuto con il needle shaping è definitivo mentre le rughe da espressione, anche se alcune possono scomparire definitivamente, solitamente si ripresentano a distanza di mesi o di anni in base alla mimica del soggetto. Nel caso delle labbra i risultati durano anche parecchi anni, mentre per il cosiddetto codice a barre, spesso si deve riintervenire a distanza di alcuni mesi. Nelle aree donatrici, il tessuto si rigenera perfettamente dato che le fibre stirate del sottocutaneo non sono state danneggiate o asportate ma solo assottigliate. E’ l’insieme di tanti piccoli filamenti che ci permette di ottenere questi risultati. Ogni ruga deve essere trattata almeno 4 volte per ottenere un risultato eccellente. Le sedute non possono essere effettuate se non sono trascorsi almeno 28 giorni.
Qualche consiglio per i suoi colleghi?
Fondamentale per risultati duraturi, è applicare prima la corrente e poi ruotare nel verso opportuno l’asse dell’ago e alla fine sfilarlo con decisione dopo averlo ruotato di pochi gradi in senso opposto. L’operatore deve: interlacciare le fibre, infiggere aghi elettrodo con decisione senza dare dolore, sapersi fermare esattamente se ci si accorge che il paziente sente fastidio o dolore, erogare la corretta quantità di corrente solo nei punti che ne hanno reale necessita’, senza farsi prendere la mano. Ricordarsi che per le rughe periorbitarie e nelle zone di cute molto sottile non si deve ruotare l’ago per più di 360° per evitare anelli di connettivo che potrebbero essere visibili tipo catena di rosario.
Per essere perfetti bisogna acquisire quella sensibilita’ che fa avvertire quando le fibre che si arrotolano stanno per distaccarsi (cosa che non deve avvenire, altrimenti ci si troverebbe un altro vuoto da colmare), e quando sia giunto il momento di sfilare l’ago. Inoltre, evitare formazioni neviche, virali, micotiche e vasi. Non esercitare trazione o rotazione in presenza di dolore per la possibile formazione di ematomi. Nelle rughe profonde e nelle depressioni ipodermiche, infiggere l’ago-elettrodo lateralmente al fondo e arrotolare fino alla formazione di un fuso delle dimensioni idonee al riempimento della parte. Se il solco risulta particolarmente depresso, sempre infiggendo dai lati, si deve formare un fuso perpendicolare al solco in modo da ottenere con i precedenti una struttura ad H, simile a punti di sutura e un riempimento in diagonale per tutta la lunghezza della depressione.