Liposuzione tumescente: La tecnica diventa umida

Ogni nuova tecnica chirurgica si propone come superamento delle precedenti. Ecco cosa significa aspirare il grasso con una liposuzione tumescente

L’intervento di liposuzione ha un unico obiettivo: ridurre i depositi di grasso in eccesso per slanciare e armonizzare tutta la figura. Attenzione, però, la storia della chirurgia estetica, e della liposuzione in particolare, insegna che ogni procedura determina una modifica al delicato equilibrio del corpo, che va spiegata con attenzione e capita dal paziente che deve essere a conoscenza delle reali possibilità e limiti delle pratiche chirurgiche.
Questo è tanto vero quanto più si tratta di una tecnica nuova e poco conosciuta. Analizziamo quindi le caratteristiche e cosa può offrire la cosiddetta ”Liposuzione tumescentè’, con un occhio – ovviamente – alla bellezza e un altro alla sua sicurezza. ”Il termine ”tumescentè’ – ci dice il dott. Carlo Alberto Pallaoro, richiama l’idea di tessuto tumefatto, cioè gonfio, in tal caso di liquidi infiltrati.

La tecnica prevede l’iniezione di un certo volume di anestetico locale molto diluito e un vasocostrittore come l’adrenalina, direttamente nel pannicolo adiposo sottocutaneo, così che la zona che dovrà essere trattata risulterà appunto gonfia, tumefatta (o tumescente). In questo modo, quindi, in alcune zone (come le braccia) è possibile evitare pratiche anestetiche di più ampia azione, come l’anestesia peridurale o la traumatica anestesia generalè’. Chi la propone afferma che la liposuzione effettuata con la tecnica tumescente offre alcuni vantaggi: evita i disagi provocati dall’anestesia generale e, in caso di liposuzioni di piccola entità, evita anche l’anestesia peridurale. Riduce momentaneamente il diametro dei vasi capillari, prevenendo così grandi perdite di sangue. Fornisce al corpo, infine, una certa quantità di liquidi tramite le iniezioni sottocutanee, tanto che, in alcuni casi, non vi è neanche la necessità di reintegrarli per via endovenosa. A seconda dei requisiti clinici, una soluzione infiltrativa per la liposuzione tumescente può contenere una quantità di anestetico locale diluito in una soluzione di 5 a 40. Soluzioni commerciali di anestetico locale come la lidocaina, usate abitualmente da dentisti e anestesisti, contengono 1 grammo di principio attivo e 1 milligrammo di adrenalina per 50 millilitri di soluzione fisiologica. La soluzione utilizzata per la liposuzione tumescente contiene approssimativamente 1 grammo di lidocaina e 1 milligrammo di adrenalina in 1000 millilitri di fisiologica, quindi è una diluizione al 20 dell’anestetico normalmente utilizzato da dentisti ed anestesisti. ”La liposuzione tumescente – ci dice il chirurgo plastico -viene considerata una tecnica sicura nonostante il largo impiego di anestetico e vasocostrittore, mai utilizzati prima per altre metodiche chirurgiche. La ragione di tale sicurezza sta nella grande diluizione dei principi attivi presenti nella soluzione infiltrata. Un grande volume di adrenalina infiltrata nel pannicolo adiposo da trattare, produce una forte compressione dei capillari presenti nella zona, che a sua volta ritarda l’assorbimento dell’anestetico e del vasocostrittore. Gli stessi principi attivi non diluiti vengono assorbiti dalla circolazione in meno di un’ora. L’infiltrazione della soluzione tumescente provoca una costrizione diffusa dei vasi capillari che fa perdurare il processo di assorbimento dalle 24 alle 48 ore. Ciò riduce il livello massimo di anestetico presente nel sangue che a sua volta riduce la tossicità potenziale di una determinata dose di lidocaina”. I dentisti abitualmente impiegano dosi concentrate di adrenalina, che possono provocare tachicardia se questa viene assorbita rapidamente. Quando viene utilizzata una soluzione molto diluita, l’ampia e diffusa vasocostrizione rallenta il tasso di assorbimento dell’adrenalina, che a sua volta previene quindi l’accelerazione del battito cardiaco.

 

”L’intensa vasocostrizione – continua Pallaoro – è l’esito dell’infiltrazione della soluzione tumescente nel grasso sottocutaneo. La chiusura dei vasi sanguigni permette che la liposuzione possa essere eseguita con una perdita di sangue di entità insignificante. Al contrario, le più vecchie forme di liposuzione usate prima dell’invenzione della tecnica tumescente, implicavano, in fase chirurgica, una perdita di sangue maggiore delle trasfusioni di sangue autologo praticate di routine. Siccome la vasocostrizione ritarda l’assorbimento della lidocaina, l’anestetico locale resta in loco per molte ore.

Questa anestesia prolungata consente l’intervento chirurgico anche ore dopo l’infiltrazione e fornisce una significante azione analgesica per 24 – 48 ore post chirurgia. ”Il protocollo – chiarisce il dott. Pallaoro – raccomanda un dosaggio di lidocaina pari a 40 mg / kg, fino ad un massimo di 50 mg / kg, in caso di liposuzione tumescente, cioè quando la lidocaina è impiegata in grande diluizione. Questo è un dosaggio elevato se comparato ai 7 mg/kg, normalmente definito come il massimo consentito nei limiti di sicurezza per lidocaina con adrenalina, soluzione adottata dagli anestesisti per il blocco nervoso dell’anestesia peridurale. Rispetto alla esecuzione, una microcannula da liposuzione in acciaio inossidabile dal diametro esteriore di circa 3 millimetri viene inserita nel grasso sottocutaneo attraverso una piccola incisione nella pelle. L’uso di cannule più grandi richiederebbe invece incisioni più larghe, che possono lasciare cicatrici visibili. Riccorrere a incisioni molto ridotte, anche inferiori alla grandezza della microcannula, è possibile per la nota elasticita’ cutanea. ”Inoltre – conclude Pallaoro – spesso tali incisioni non vengono chiuse completamente dalla sutura al termine dell’intervento, e in tal modo si consente ai ristagni di liquidi di drenare all’esterno, promuovendo una guarigione più rapida ed evitando edemi estesi, gonfiore prolungato ed eccessivo senso di contusione nel postoperatorio. In base alla mia esperienza, ritengo che le cannule di diametro maggiore, oltre a richiedere incisioni più grandi, portano con sè i rischi di depressioni cutanee e irregolarità prodotte dalla liposuzione. Inoltre, cannule più grandi possono rimuovere molto rapidamente il grasso, con il concreto rischio di una rimozione eccessiva. E’ anche più difficile, poi, controllare la direzione di una cannula dal diametro maggiore, fatto che contribuisce ad aumentare il rischio di irregolarità cutanee post liposuzionè’. In conclusione, per chi volesse avvicinarsi a questa originale forma di liposuzione ”umida”, le prospettive sono che gli esiti della liposuzione siano migliori per quanto riguarda l’omogeneita’ della superficie cutanea in quanto vengono impiegate cannule dal diametro inferiore, che permettono un’aspirazione più graduale e controllata di adipe. Inoltre, altro vantaggio prospettato da chi già l’effettua è che l’anestesia locale tumescente dura molto più a lungo, si sente meno dolore e l’intervento, nel suo complesso, si rivela più confortevole della liposuzione in anestesia generale. Ultimo vantaggio è che con l’anestesia locale e la tecnica tumescente, i pazienti possono evitare la tipica nausea postoperatoria e il risveglio traumatico dato dall’anestesia generale.