Questo inestetismo localizzato sulla schiena appare piuttosto evidente e per essere rimosso necessita dell’intervento del chirurgo plastico
Prof. Piero Lorenzetti Chirurgo plastico e Direttore scientifico Villa Borghese Institute – Roma
La chiamano ”gobba di bisontè’, ”gobba di bufalo” o ”schiena della matrona”, termini che già ne connotano l’aspetto sgradevole e che non hanno una corrispettiva definizione scientifica: si tratta sostanzialmente di un accumulo di grasso localizzato nella parte alta della schiena, subito sotto il collo, che si manifesta anche in presenza di un moderato sovrappeso. Una sorta di ”gibbo” piuttosto antiestetico e fastidioso che colpisce entrambi i sessi con una maggiore predilezione per le donne, i soggetti che più frequentemente ne chiedono la correzione. Puo’ avere una causa familiare (i pazienti riferiscono di averlo già visto comparire nei loro parenti) e induce un senso di vergogna che porta a nasconderlo con abiti e stratagemmi che durante la bella stagione sono molto più difficili da mettere in atto. è interessante sottolineare come le persone in moderato sovrappeso si stupiscano di sviluppare un accumulo cosi” specifico, apparentemente non giustificato dal grasso generale: in questi casi la ragione può risiedere in una causa poco nota, la postura, ossia le posizioni, spesso errate, che abitualmente assumiamo. E’ infatti innegabile che posture sbagliate possono essere causa di cefalee inspiegabili, ma anche di cedimenti muscolari, perdita di tono, sporgenze addominali, o al contrario, accumulo di adipe in zona fianchi e glutei in un corpo invece generalmente magro. Anche il doppio mento, attribuito a un cedimento del pavimento della bocca, in molti casi è causato da una posizione scorretta delle vertebre cervicali che inducono uno spostamento dell’osso ioide. Stessa causa anche per le rughe precoci del collo, il sedere ”piatto” e la gobba di cui ci occupiamo in questo caso: alcune volte deriva dall’abbassamento ventrale continuo della prima e seconda costola che abbassa a sua volta la gabbia toracica e inclina la prima vertebra dorsale e la settima cervicale. I muscoli e il grasso infatti si accumulano nelle varie aree del corpo in risposta a precise leggi biologiche: la tensione continua in una zona fa si che i tessuti si organizzino, avvolgendola.
Con l’aumento di peso il problema peggiora e il gibbo aumenta di volume, divenendo resistente anche alle diete. L’intervento di rimozione è molto semplice e consiste in una liposcultura tradizionale eseguita con uno o due fori in cui sono inserite sottili cannule di aspirazione: nella prima fase si inietta una miscela di soluzione fisiologica e adrenalina e successivamente si aspira il grasso in eccesso facendo attenzione a rimodellare la parte posteriore del collo in maniera armonica. Intervento che oltre al lato estetico risolve anche degli aspetti funzionali: alcuni pazienti infatti manifestano una certa dolorabilità alla base della nuca, dolenzia, fastidio quando appoggiano la testa sul cuscino e difficoltà ad assumere una posizione funzionale al riposo e al sonno. Inoltre una quota di soggetti sviluppa cefalee, emicranie e mal di testa in genere, probabilmente per una compressione cervicale. Non solo soggetti obesi abbiamo detto, condizione che ne rende il solo dimagrimento insufficiente a eliminare il problema: il calo di peso infatti non sempre interviene nelle zone desiderate, cosa che ben sa chi dopo aver perso peso per dimagrire su cosce e glutei vede scomparire o perdere notevolmente di tono il proprio seno.
La visita con il chirurgo plastico deve inoltre chiarire la causa del disturbo che potrebbe essere dovuto anche a sindromi di ipersurrenalismo come la Malattia di Cushing, che ha nell’obesità di addome, tronco, viso e collo la sua manifestazione più evidente.
Il viso assume il classico aspetto detto ”a luna piena” e il grasso si deposita di preferenza intorno al collo mostrando il cosiddetto ”collo di bufalo” che pone problemi di accettazione specialmente nel sesso femminile. Anche nei casi di patologie della ghiandola surrenale casi in cui si può operare ma con una maggiore attenzione alla condizione clinica del paziente che comunque viene sottoposto a sedazione. Come sempre, la valutazione clinica e quella anestesiologica deve essere accurata perché l’intervento estetico non deve mai prescindere la sicurezza del paziente. La procedura è piuttosto rapida e in genere dura una trentina di minuti in tutto. è molto importante poi applicare una medicazione compressiva per velocizzare la scomparsa dell’edema post operatorio e ridurre la comparsa di eventuali raccolte siero-ematiche facilitando un rapido riaccollamento dei tessuti sottostanti. La medicazione viene controllata dopo 3 giorni e dopo 7 è possibile rimuovere i pochi punti di sutura. A quel punto è possibile riprendere le proprie attività quotidiane. Il dolore e il fastidio post-operatori, lievi per la verità, possono essere limitati e alleviati con la somministrazione di blandi analgesici che dovranno essere sempre consigliati dal chirurgo. In alcuni forum di pazienti o nel corso delle visite mi si chiede se esiste un approccio non chirurgico come per esempio l’iniezione di sostanze che possano sciogliere il grasso localizzato.
Per mia esperienza temo di no, le sostanze agiscono solo parzialmente ma soprattutto solo la lipoaspirazione permette di eliminare materialmente le cellule di grasso sottocutaneo responsabili del problema. Come è noto, infatti, dopo l’adolescenza il numero delle cellule adipose non cresce più, ma può aumentare la loro dimensione. Per evitare che la ”gobba” ritorni l’unica maniera è rimuovere il grasso localmente.