L’azione della luce rossa
della Dr.ssa Fiorella Bini Specialista in Dermatologia – Firenze Gruppo Italiano Radiofrequenze e Terapia Fotodinamica (GIRTeF)
Fra i diversi metodi utilizzati per ridurre problemi di ipertricosi e irsutismo, si può prendere in considerazione la Terapia Fotodinamica cutanea. Nella nostra società i canoni estetici impongono alla donna una pelle perfettamente e quasi completamente depilata. Perciò quadri di ipertricosi o di irsutismo sono destinati a creare un disagio particolarmente profondo e a segnare pesantemente la vita delle pazienti. Anche la virilità del corpo maschile viene valorizzata da una cute glabra, non soltanto laddove lo richiedano la statuarietà di un culturista o la velocità di un nuotatore. Così anche uomini ”comuni” afflitti da una peluria a volte un pò troppo rappresentata, chiedono al medico una epilazione efficace e definitiva. La recente tecnologia mette a disposizione i sistemi laser e le sorgenti di luce ad alta potenza. L’esperienza ha evidenziato tuttavia alcune limitazioni di queste metodiche: l’inefficacia nella rimozione di peli sottili o chiari; il riscontro sporadico di un incremento della crescita dei peli sia nella zona trattata che in quelle adiacenti, l’impossibilità di utilizzo nella stagione estiva e su pazienti con fototipo elevato. Negli ultimi anni la Terapia Fotodinamica Cutanea (TFDc) si è imposta sia per il trattamento di precancerosi e neoplasie cutanee non melanoma, sia per patologie infiammatorie o infettive (acne, lesioni HPV-correlate) e per il fotodanneggiamento. La TFDc utilizza l’applicazione di una sostanza fotosensibilizzante, acido Aminolevulinico ALA, la sua trasformazione a livello delle cellule bersaglio nel vero fotosensibilizzante Protoporfirina IX e la successiva attivazione da parte di una luce a una specifica lunghezza d’onda (630 nm).
La produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) determina apoptosi e/o necrosi selettiva delle cellule neoplastiche o comunque patologiche. Il danno è ampliato dalla degenerazione microvasale, dall’induzione di meccanismi infiammatori e immunologici con liberazione di citochine. I risultati emersi da alcuni studi hanno suggerito l’utilizzo della TFDc per la rimozione dei peli indesiderati: per valutare l’efficacia e la tollerabilità della metodica abbiamo trattato 30 soggetti, 3 maschi e 27 femmine, di età compresa fra i 17 e i 38 anni. I maschi presentavano una notevole quantità di peli a livello del dorso, che procurava un grande disagio psicologico nel rapportarsi con gli altri.
Le femmine invece presentavano una ipertricosi idiopatica a livello di vari distretti cutanei (volto, addome, arti, inguini, ascelle). Prima del trattamento è stata valutata la situazione endocrinologica di tutti i soggetti mediante esami ematochimici ed ecografici, che sono risultati nella norma. Nessun soggetto assumeva ormoni o farmaci che potessero interferire con l’apparato pilifero da almeno 6 mesi. Analogamente ogni altro trattamento depilatorio, fisico o strumentale, era stato abbandonato nello stesso periodo. Inoltre sono state fornite tutte le informazioni necessarie, raccolta la documentazione fotografica al tempo 0 e il consenso informato. Nella zona interessata veniva effettuata una ceretta a caldo 24 ore prima del trattamento. Il giorno successivo in ambulatorio veniva applicata sulla zona da trattare la crema fotosensibilizzante (ALA al 10%) e mantenuta in occlusiva e al riparo dalla luce per 2/3 ore. Quindi si procedeva alla rimozione della crema, alla fotodiagnosi (con lampada a luce blu a 405 nm allo scopo di evidenziare la fluorescenza fucsia del fotosensibilizzante accumulato in corrispondenza dei follicoli piliferi) e alla illuminazione con luce rossa a 630 nm (PDT-CLD 100, EPEM srl). Al termine, un ulteriore controllo con luce blu confermava la completa metabolizzazione del fotosensibilizzante. Subito dopo il trattamento la cute si presentava modicamente arrossata con un lieve edema follicolare; l’eritema scompariva gradualmente nel corso di uno-due giorni seguito talvolta da una fine desquamazione. Non si sono verificati effetti collaterali degni di nota: durante l’irraggiamento i pazienti hanno avvertito una sensazione di calore ben tollerata e non è mai stato necessario sospendere il trattamento. Nei giorni successivi i pazienti hanno potuto continuare senza problemi le proprie attività. È stata applicata una crema lenitiva subito dopo il trattamento e nei giorni seguenti e ove necessaria una fotoprotezione. Inoltre veniva raccomandata l’astensione da qualunque procedura depilatoria o trattamento farmacologico che potesse interferire con la ricrescita dei peli nell’intervallo fra le sedute e nei 9 mesi successivi al termine del trattamento, che è stato ripetuto da 2 a 5 volte con intervallo di circa 2 mesi.
La valutazione fotografica dei risultati ha evidenziato una notevole riduzione del numero e della grandezza dei peli che è persistita inalterata dopo 9 mesi dal termine del trattamento. In base ai risultati della nostra esperienza, che confermano i dati riportati in letteratura, possiamo ritenere la TFDc una metodica valida per la epilazione permanente. Il meccanismo di azione risiederebbe nell’accumulo della sostanza fotosensibilizzante lipofila in corrispondenza dei follicoli piliferi traumatizzati dallo strappo della ceretta. Questa favorirebbe anche la penetrazione dell’ALA con un’azione micropeeling e allargando l’ostio follicolare. L’attivazione della molecola per mezzo della luce rossa determina quella serie di processi su elencati che portano alla distruzione dei follicoli piliferi. Fra i vantaggi ricordiamo l’efficacia anche sui peli chiari e sottili, la selettività della sua azione, l’assenza di tossicità e di cancerogenicità, di complicanze infettive o pigmentarie. Il trattamento è adatto anche per vaste superfici corporee, è ben tollerato, non necessita di anestetici o analgesici, può essere ripetuto senza danni o perdita di efficacia, è indicato anche in portatori di pace maker e in corso di terapia anticoagulante, si può abbinare ad altri trattamenti epilatori. Fra gli svantaggi, la necessità della ceretta e il periodo di applicazione del fotosensibilizzante.