La chirurgia estetica sta passando dalla eliminazione al riposizionamento di alcuni tessuti naturali al fine di ottenere risultati più armonici e naturali
intervista raccolta da Benedetta Palombi
Prof. Pietro Lorenzetti, Direttore Scientifico del Villa Borghese Institute
La chirurgia della regione orbitaria, dedicata ai miglioramenti nella zona occhi, riguarda principalmente due interventi: la blefaroplastica superiore e quella inferiore. Il Professor Pietro Lorenzetti, chirurgo plastico e Direttore Scientifico del Villa Borghese Institute, ci spiega che “la blefaroplastica è un intervento che serve a eliminare l´eccesso cutaneo per quel che riguarda le borse adipose sia nelle palpebre superiori sia nelle palpebre inferiori. “Negli interventi alle palpebre inferiori – continua il Professor Lorenzetti – si assiste normalmente a un´asportazione delle sacche adipose, in cui le borse di grasso vengono individuate e interamente eliminate”. Dopo un´operazione di questo tipo però il viso dei pazienti può risultare, nella regione orbitaria della palpebra inferiore, scavato. L´asportazione del grasso determina, infatti, un´area incavata che certo non può definirsi un segno di giovinezza. “Se guardiamo una persona giovane – avvisa il Professor Lorenzetti – la regione orbitaria appare piena. La novità che si può portare nella tecnica di questa operazione è che, durante l´intervento, il grasso delle borse adipose viene liberato completamente ma non è asportato definitivamente. Viene infatti ridistribuito nella regione orbitaria”. In alternativa alla rimozione, che comporterebbe una concavità della parte interessata, il grasso viene così riposizionato dando un´immagine giovanile e uniforme alla superficie delle palpebre inferiori. Il riposizionamento del grasso nella blefaroplastica appare quindi una tecnica più moderna e interessante. Il Professor Lorenzetti spiega che “il riposizionamento, in opposizione all´asportazione totale, è un concetto applicabile anche ad altri interventi, oltre che a questo. Alla liposuzione, per esempio, o agli interventi allo zigomo. La chirurgia estetica sta passando da una tecnica di eliminazione a una pratica che continua ad eliminare quello che è in eccesso, ma in più cerca di riposizionare i tessuti come dovrebbero essere. L´impoverimento estetico, prodotto dal passare degli anni, si può contrastare efficacemente riposizionando i tessuti, non solamente eliminandoli”. Un aspetto analogo riguarda la blefaroplastica superiore, anche se non legata direttamente a questo tipo di intervento, nell´operazione di innalzamento del sopracciglio. Il Professor Lorenzetti porta la sua esperienza, spiegando che “nei pazienti che hanno un sopracciglio leggermente cadente molto spesso si pensa di asportare la pelle per innalzare il sopracciglio. In realtà anche in questo caso è molto meglio un riposizionamento del sopracciglio che possiamo effettuare con varie tecniche: metodi tradizionali, con ancoraggio del sopracciglio sul periostio, oppure con una procedura endoscopica. Con la prima tecnica si riposiziona il sopracciglio ancorandolo con dei punti, con la seconda tramite una piccola incisione del cuoio capelluto. Dopo il riposizionamento si provvede all´asportazione della regione palpebrale in eccesso”. Le operazioni sopra elencate vengono effettuate in anestesia generale o, nei casi idonei, in anestesia locale con sedazione. Durano mediamente un´ora e un quarto circa. “Gli interventi di blefaroplastica – conclude il Professor Lorenzetti – richiedono una notte di ricovero, ma in alcuni casi selezionati si possono effettuare anche in regime di day hospital. Il paziente presenta ecchimosi nei giorni successivi all´intervento, mediamente da 4 a 7 giorni dopo. Il mio consiglio quindi è di prendersi una settimana di tranquillità dopo l´intervento”.