L’addome è piatto? Addominoplastica

Di Paola Marchi

La chirurgia estetica può aiutare a ritrovare una pancia tesa e tonica con una serie di interventi sempre più su misura

Con l’arrivo dei primi caldi i giornali femminili iniziano a chiedersi se anche quest’anno il costume preferito dalle donne italiane sara’ ancora il bikini, o se il monopezzo riuscirà a tornare di gran moda. Quest’anno poi, sembra che molto successo avra’ una strana combinazione fatta da un piccolo slip cui si accompagna una T-shirt coordinata nei colori e possibilmente bagnata a mettere in evidenza un seno sempre più prosperoso. Di rigore pero’ resta la pancia, e principalmente, l’ombelico scoperto su un addome necessariamente teso e piatto. Requisito non certamente comune e che porta molte donne, giunte all’appuntamento annuale con gli abiti leggeri e il costume, a rivolgersi alle palestre, agli Istituti di bellezza, e non ultimo, al Chirurgo plastico estetico cui viene chiesto di coniugare il minimo impegno chirurgico con la migliore resa estetica. Impresa oggi possibile. Per consigliare al meglio chi desidera ottenere l’addome dei propri sogni in vista dell’estate, è necessario vedere da vicino quali possibilità offre attualmente la chirurgia d’avanguardia. La silhouette slanciata e una pancia… invisibile sono richieste all’ordine del giorno e nelle cliniche più affermate, le dismorfie dell’addome vengono trattate in un’unica seduta chirurgica senza degenza ospedaliera. Inoltre, ”i problemi che intaccano la bellezza dell’addome vengono affrontati con una combinazione di alcune tecniche chirurgiche a seconda del tipo di inestetismo presentato – ci dice il dottor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in chirurgia plastica a Padova – e senza alimentare aspettative impossibili, cerchiamo di indirizzare le pazienti verso scelte per loro ottimali.

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L’addominoplastica, eventualmente combinata con la liposuzione, risolve inestetismi comuni della zona addominale: accumuli adiposi, eccessi cutanei e marcato rilassamento muscolare

Perché è’ bene ricordarlo, si va sempre più verso una chirurgia su misura”. Una scarsa attenzione alla dieta, uno stile alimentare e di vita scorretto, sbalzi ponderali, gravidanze e semplicemente l’età e la costituzione fisica determinano impietosamente il declino della bellezza di un addome tonico e giovane. Generalmente le dismorfie più comuni sono risolvibili suddividendole in tre fasce di casi: soggetti con addome prominente (eccesso di grasso), soggetti con addome flaccido (eccesso di cute), soggetti con addome prominente ed eccessivamente rilassato (eccesso di adipe e cute). Scendendo nel dettaglio di ciascun tipo di intervento, scopriamo che in realtà molto spesso per ottenere il medesimo risultato su due pazienti, vengono adottate tecniche differenti, o lo stesso intervento subisce alcune ”personalizzazioni”. Cio’ accade perché per ogni soggetto vanno valutate la consistenza della cute, il suo grado di lassita’, la presenza o meno di adipe in eccesso e la tonicita’ delle fasce muscolari. In base al quadro presentato da ciascun paziente, il chirurgo studia poi il disegno dell’intervento.

”Oggi la tendenza della chirurgia estetica di seconda generazione – puntualizza il dottor Pallaoro – è di personalizzare al massimo ogni intervento, in modo che risulti la soluzione ottimale per ciascun singolo pazientè’. Se il problema consiste unicamente nell’eccessiva presenza di adipe, l’indicazione chirurgica più appropriata è la liposuzione. In genere i pazienti di questo tipo sono persone giovani, con una cute ancora piuttosto tonica e che non presentano lassita’ muscolare eccessiva. La liposuzione permette di eliminare i cuscinetti adiposi che si formano soprattutto nella regione sotto ombelicale. Tramite millimetriche incisioni, viene inserita sottocute una sottile cannula collegata ad un aspiratore e il chirurgo provvede a eliminare la corretta quantità di cellule adipose in modo da rimodellare armonicamente la forma dell’addome. ”Per snellire ulteriormente la figura e slanciarne i profili – aggiunge il chirurgo estetico – possono essere ritoccati anche i fianchi, in modo da aspirare i depositi che appesantiscono la zona”. Al termine della seduta chirurgica, vengono suturate le piccole incisioni e viene applicato un bendaggio compressivo.La ripresa post chirurgica viene facilitata da un ciclo di linfodrenaggio manuale e in breve la silhouette troverà armonia senza segni esteticamente rilevanti della chirurgia, grazie alla localizzazione ponderata delle piccole incisioni. Diverso è l’intervento ideale per chi presenta un eccesso cutaneo, ovvero il cosiddetto ”addome a grembiulè’. In questo caso il consiglio chirurgico sara’ senz’altro l’addominoplastica. ”Questa tecnica – spiega il dottor Carlo Alberto Pallaoro – è stata migliorata e messa a punto nel tempo in modo da offrire il risultato ottimale con la minima invasivita’ chirurgica”. Infatti l’intervento viene praticato in giornata grazie a tecniche anestesiologiche avanzate che permettono di svolgerlo senza anestesia generale (che prevede alcuni giorni di ricovero). L’ addominoplastica viene perciò svolta in anestesia loco regionale con sedazione profonda, in modo che il paziente possa trascorrere tra le mura domestiche il periodo post operatorio senza i disagi tipici di altre metodiche. Con l’intervento di addominoplastica, viene eliminata la pelle in eccesso attraverso due incisioni longitudinali nella parte inferiore dell’addome, una sopra l’ombelico e una posizionata appena sopra il pube, in modo da asportare una sorta di losanga orizzontale di cute. Nel caso in cui il paziente presenti anche cuscinetti adiposi, verra’ praticata anche una liposuzione localizzata che slancera’ ulteriormente la figura. ”In soggetti con cute rilassata ed eccessi di adipe, la sola liposuzione infatti risulterebbe inutile o addirittura controproducente, data la scarsa tonicita’ dei tessuti. La combinazione delle due tecniche nello stesso tempo chirurgico è perciò la soluzione adatta ed economica in termini di tempo e ripresa post operatoria”. Altra variante dell’addominoplastica è determinata dalla presenza, oltre che di eccessi cutanei e adiposi, anche di un forte rilassamento addominale che ha provocato l’allontanamento delle fasce muscolari normalmente adiacenti. ”In questo caso – riprende il chirurgo – si provvede ad avvicinare e riposizionare i tessuti nella sede corretta, per un rassodamento non solo superficiale, ma profondo e duraturo”. L’intervento di addominoplastica viene terminato con la sutura per piani dell’incisione, in modo che nel tempo non risulti affossata rispetto al tessuto circostante e sia il meno possibile evidente. Una medicazione e la fasciatura concludono la seduta chirurgica; la ripresa delle normali attivita’ può avvenire gradualmente in capo a tre settimane, e il paziente potra’ tornare alla propria abitazione dopo poche ore, tornando esclusivamente per le medicazioni previste. Esistono poi casi in cui il grado di rilassatezza cutanea non è così importante da necessitare di un’addominoplastica. Per rassodare un addome moderatamente rilassato, il dottor Pallaoro, utilizza un particolare strumento microchirurgico denominato Trilix: un drill dalla punta molto sottile in grado di asportare millimetriche porzioni di cute senza avviare un importante processo di cicatrizzazione, evitando quindi la cicatrice orizzontale tipica dell’ addominoplastica. ”Con questa tecnica – spiega il suo ideatore – la pelle ritrova la giusta tonicita’ e non saranno esteticamente evidenti le tracce chirurgiche. Ottimi risultati si ottengono su pazienti che desiderano solamente la liposuzione, ma i cui tessuti non sono sufficientemente elastici, ma neanche così rilassati da necessitare di un intervento più massicciò’.

Come sono i risultati dell’addominoplastica?

I risultati dell’ addominoplastica sono duraturi e molto soddisfacenti: la cute addominale è più tesa, i muscoli risultano maggiormente tonici, gran parte delle smagliature sotto ombelicali viene rimossa e anche l’ombelico ritrova una forma armonica. L’unico segno visibile della chirurgia sara’ la cicatrice orizzontale che deriva dall’incisione praticata tra le due spine iliache. ”Ma anche questo inconveniente oggi è notevolmente ridotto – puntualizza il dottor Pallaoro – l’esito cicatriziale è decisamente sottile e destinato a sbiadire nel tempo. Inoltre, la particolare localizzazione, appena sopra il pube, lascia al paziente la libertà di indossare biancheria anche ridotta, come un bikini, ad esempio”. Eventualmente, infine, la cicatrice potra’ essere trattata microchirurgicamente per ridurla gradualmente e renderla davvero irrilevante. A causa di fattori sopra elencati, anche l’ombelico viene coinvolto perdendo con l’età il sex appeal tipico di un addome tonico. ”In soggetti giovani – riprende il chirurgo – l’ombelico è generalmente ovale, piccolo e di forma allungata verticalmente. Nei candidati ideali per l’ addominoplastica, invece, risulta quasi a imbuto, contornato da adipe e orizzontale. A causa del cedimento dei tessuti, poi, anche la sua posizione appare scesa rispetto alla sede esteticamente corretta”. Con questo tipo di intervento, anche l’ombelico subisce un rimodellamento nella forma e un riposizionamento nella corretta sede con il minimo esito cicatriziale.

Dott. Carlo Alberto Pallaoro:
Specialista in Chirurgia Plastica
Tel 049665529 049665431 – Padova