La maggior parte delle persone che soffrono di acne non si rivolge al dermatologo. Aumenta così il rischio degli esiti cicatriziali che segneranno per la vita il volto del paziente. E chelo costringeranno a chiedere aiuto al chirurgo estetico
L’acne rappresenta una dermatosi infiammatoria del follico pilo-sebaceo che può segnare pesantemente il viso delle persone che ne sono affette. Sia nel corso della sua manifestazione clinica, sia dopo la guarigione, quando papule, pustole, noduli e cisti spariscono lasciando come brutto ricordo esiti cicatriziali, buchetti e solchi deturpanti. Secondo la dottoressa Marcella Ribuffo, dell’Istituto dermatopatico dell’Immacolata di Roma, “queste lesioni possono avere un notevole impatto sulla vita affettiva, sociale e professionale del soggetto.
In tal senso le strategie terapeutiche topiche e/o sistemiche andrebbero finalizzate e attuate il più precocemente possibile”. L’acne interessa fino al 95% di adolescenti e preadolescenti e insorge in un momento già di per sè difficile in cui la trasformazione del corpo si accompagna a disagi nella vita di relazione. Secondo alcune statistiche, soltanto un 10-20% degli acneici si rivolge a un medico rinunciando alla possibilità sia di curare il quadro clinico che di prevenire gli indesiderati esiti cicatriziali la cui eliminazione, successivamente, potrà avvenire solo con un più impegnativo ricorso al chirurgo estetico.
Da qualche tempo infatti si è osservato un notevole aumento delle richieste d’intervento che persone con cicatrici acneiche avanzano ai chirurghi. Per comprendere perciò, cosa lo specialista possa fare per eliminare gli esiti cicatriziali dell’acne, ci siamo rivolti al dottor Carlo Alberto Pallaoro, chirurgo estetico a Padova.
Di che cicatrici si tratta ?
“Gli esiti delle pregresse lesioni infiammatorie dell’acne molto spesso danno luogo a cicatrici dalle forme diverse, a seconda della lesione acneica preesistente. Gli esiti cicatriziali di minore entità si hanno a seguito di lesioni comedoniche mentre lesioni papulo-pustolose possono comportare cicatrici crateriformi e deturpanti, a volte di tipo cheiloideo.
La presenza di cicatrici – specie in un punto così esposto come il viso – non costituisce solo un problema estetico in quanto spesso coinvolge anche anche la sfera psicologica, causando complessi e insicurezze e minando una buona qualità di vita e le relazioni sociali”
Cosa può fare il chirurgo?
Per la cura dell’acne in fase attiva è stato messo a punto
In cosa consiste?un rivoluzionario sistema che si chiama ClearLight. è un’apparecchiatura che emette una luce blu a banda stretta, in grado di distruggere i batteri responsabili dell’acne (Propionibacterium acnes). Si tratta di un trattamento entusiasmante, più incisivo rispetto ai metodi di cura finora applicati, in grado di diminuire fino al 90% delle lesioni in sole 8 sedute (due trattamenti a settimana). Ma quello che più sorprende è che questa terapia non presenta alcun effetto collaterale rispetto ai metodi tradizionali come le applicazioni topiche (che spesso irritano la cute e danno risultati estemporanei) o gli antibiotici orali (innocui per il 40% dei batteri dell’acne e da assumere comunque per un lungo periodo).
Se l’acne ha invece già lasciato pesanti segni sulla pelle, si può ricorrere a un intervento di chirurgia estetica microchirurgica, che noi definiamo a mosaico, per asportare gli esiti cicatriziali post acne (e, in generale, tutti gli esiti cicatriziali) senza lasciare sulla pelle tracce esteticamente rilevanti.
Gli inestetici “buchetti” formatisi a seguito delle lesioni acneiche vengono rimossi con un drill microchirurgico e sostituiti (come in un vero e proprio mosaico) con microtesserine cutanee in perfette condizioni.
Qual’è la differenza con altre tecniche?
Rispetto alle altre tecniche finora impiegate in caso di cicatrici post acneiche (come la dermoabrasione, il peeling o il riempimento infiltrativo) la microchirurgia a mosaico non si orienta semplicemente a migliorare la qualità estetica dell’inestetismo (cicatrice), ma si cerca di eliminarlo così da riportare la cute al suo aspetto ideale.
Puo’ essere effettuato su qualsiasi paziente?
L’idoneitòà alla terapia microchirurgica delle cicatrici post acne è in rapporto al tipo di cute che il paziente presenta e che non deve avere tendenza a cicatrizzarsi in maniera ipertrofica/cheloidea.
Vale solo per le cicatrici da acne?
La tecnica si può applicare anche nel caso dei buchetti lasciati da una malattia esantematica piuttosto diffusa: la varicella. Specie se presa in tarda età, questa malattia può lasciare esiti cicatriziali anche profondi, soprattutto a livello del viso: la procedura è però la stessa prevista per le cicatrici acneiche.
Queste le principali tappe del trattamento:
Con uno speciale drill di micro-chirurgia, vengono gradualmente prelevati i solchi cicatriziali lasciati dall’acne. Le microasportazioni avvengono in anestesia locale infiltrativa.
Dopo aver pulito la zona chirurgica, viene inserito in luogo del buchetto un tassello cutaneo prelevato nella zona retroauricolare, dalle caratteristiche simili alla zona trattata. Tale inserimento non richiede il ricorso di punti di sutura nè di collanti chirurgici, in quanto la tesserina cutanea si incastrerà perfettamente nella nuova sede.
Come unica medicazione, l’applicazione di un cerotto chirurgico che verrà rimosso dopo 7-10 giorni dal trattamento.
Per completare il lavoro microchirurgico sarà necessaria un’ulteriore seduta (ed eventualmente un’altra ancora), realizzata a distanza di due/tre settimane da quella precedente. Atteso il tempo necessario per la guarigione, la pelle ritroverà la sua originaria compattezza. La Mosaic Aesthetic Surgery è in grado di cancellare brillantemente il ricordo dell’acne, che colpisce così fortemente non solo la pelle, ma anche la psiche del soggetto coinvolto.
Specialista in Chirurgia Plastica
Tel 049665529 049665431 – Padova