Cellulite come ricordo del passato

Valutazione di efficacia di un prodotto in crema per iI trattamento della cellulite localizzata contenente una metalloproteasi che agisce sul collagene

 

dei dott.ri Patrizia Piersini, Giuseppe Sito

Torino – Docente della Scuola Superiore di Medicina Estetica dell’Agorà di Milano, Professore a contratto II Università di Napoli – Docente della Scuola Superiore di Medicina Estetica dell’Agorà di Milano

Esistono poche malattie che possono essere considerate prevalentemente di genere. La cellulite è una di queste. Essa colpisce, infatti, soprattutto il sesso femminile e predilige Ie donne di razza bianca con un’incidenza stimata intorno all’80%-90%. Alla luce dei modelli di bellezza dominanti nella nostra epoca, inoltre, può sicuramente essere considerata un inestetismo, o meglio un “errore” del nostro corpo di cui è difficile comprendere l’utilità. Con un approccio più filogenetico ed evoluzionista, però, può essere considerata come una vestigia di un lungo passato da femmine raccoglitrici in cui prevaleva la stasi e la quasi immobilità quotidiana. Un fastidioso ricordo che fa comprendere come l’adattamento che produce il cambiamento del genere umano, la trasformazione della specie, porti a considerare alcuni di questi fenomeni come problemi da eliminare, perché non più legati alle mutate necessità della vita quotidiana. Come è noto, l’etiologia della cellulite è multiforme e può essere originata da stasi venosa così come da un’alimentazione non corretta; sembra inoltre avere un carattere familiare, potendo affliggere più persone di uno stesso ceppo familiare, pur non essendo riconosciuto un fattore di ereditarietà. Sebbene erroneamente venga chiamata cellulite, con un suffisso che porta a pensare a un’infiammazione della cellula, da anni si sa che la definizione più corretta è pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica, o PEFS. Tante le metodiche e le soluzioni proposte nel tempo per affrontarla, ridurla e migliorare l’aspetto della cute. Questo studio, in particolare, ha voluto verificare Ie proprietà di contrasto alla cellulite e l’attività rassodante di un preparato topico formulato in crema. L’azione si basa sull’effetto di una microemulsione a base di collagenasi al 5%, ottenuta dalla fermentazione di catene di Clostridium histoliticum (Cellys®). Questo enzima è una metallo-proteasi che catalizza la proteolisi del collagene, dissolvendo il collagene amorfo che ricopre i micronoduli, e attivando il drenaggio linfatico. Inoltre, la collagenasi esplica anche un’azione importante sulla tonicità cutanea stimolando i fibroblasti alla neocollagenesi. Dal maggio 2012 al novembre 2012 sono state selezionate 48 pazienti omogenee, prive di altre patologie, affette da pannicolopatia edemato-fibrosclerotica (PEFS), per sottoporsi all’utilizzo della crema. Le pazienti selezionate desideravano un miglioramento della cellulite e del loro tono cutaneo senza sottoporsi a interventi chirurgici invasivi o a terapie medico-estetiche. II range di età oscillava tra i 18 e i 53 anni. Le pazienti sono state invitate ad applicare localmente sulle aree interessate 5g. di prodotto al giorno per trenta giorni consecutivi. Inoltre è stata fornita I’indicazione a massaggiare il prodotto nella zona da trattare fino a completo assorbimento.

grafico

Le pazienti sono state valutate in condizioni basali, a 15 e a 30 giorni con l’ausilio di dati ultrasonografici e di foto. Alle pazienti è stato somministrato un test, in accordo con le indicazioni della Global Aesthetic Improvement Scale (GAlS). Si tratta di uno strumento di valutazione del grado di soddisfazione individuale, da compilare in studio, con il supporto del medico, a 30 giorni dall’inizio del trattamento, scegliendo fra varie espressioni proposte e così riassumibili: 1) si è registrata una regressione evidente dei segni della cellulite; 2) è stato osservato un moderato miglioramento della cellulite; 3) si è notato un lieve miglioramento della cellulite; 4) nessun risultato è emerso a fine dello studio e la cellulite è rimasta invariata; 5) è apparso un peggioramento dei segni della cellulite. Riguardo ai risultati da noi ottenuti, possiamo affermare che l’applicazione della crema è risultata estremamente facile e, a detta delle pazienti, una quantità modesta ha potuto coprire aree molto estese. Anche la loro compliance si è rilevata molto elevata grazie alla facile penetrazione del prodotto, alla texture, alla profumazione lievemente mentolata e molto gradevole, e alla completa assenza di effetti collaterali. L’analisi statistica dei dati ha infine rilevato le seguenti risposte: 40 pazienti hanno riconosciuto una regressione evidente dei segni della cellulite; 5 pazienti hanno osservato un moderato miglioramento della cellulite; 3 pazienti solo un lieve miglioramento, mentre nessuna paziente si è lamentata di non aver visto alcun risultato o era andata incontro a un peggioramento dei segni. A conclusione, riteniamo che l’ottima compliance e gli effetti clinici ottenuti dall’uso codificato di questa microemulsione siano altamente soddisfacenti e ciò viene sicuramente confermato dal grado di soddisfazione delle pazienti. In particolare, l’aspetto cosiddetto “a buccia d’arancia”, che rappresenta di certo la manifestazione clinica meno tollerata dalle pazienti, è stato costantemente migliorato dalla terapia. Crediamo, pertanto, che questa formulazione possa essere non solo un importante supporto terapeutico presso gli studi medici da inserire nei protocolli cosmetologici ma anche un ausilio al trattamento medico e/o di riduzione chirurgica delle adiposità localizzate e della cellulite.

 

La progressione evolutiva dei quattro stadi della cellulite

La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (PEFS) rappresenta un’alterazione degenerativa del tessuto ipodermico a tendenza progressivamente evolutiva in cui si possono distinguere quattro stadi:

• stadio I – cellulite edematosa o congestizia con stasi venosa e linfatica e conseguente ritenzione di liquidi nella matrice intercellulare e iperplasia degli adipociti.

• stadio II – cellulite fibrosa 0 infiltrativa con scompaginamento delle fibrille reticolari, che tendono a racchiudere gli adipociti, formando micronoduli ed evidenziando l’aspetto a “buccia d’arancia”.

• stadio III – cellulite sclerotica o organizzata fibrosa cui si accentua la scompaginazione della struttura, il tessuto connettivo si ispessisce e i micronoduli aumentano di dimensione.

• stadio IV – cellulite sclerotica o fibrosa cicatriziale in cui il tessuto diventa privo di organizzazione e compaiono macronoduli dolenti alla palpazione. A livello del derma si rilevano infossamenti e la cute prende l’aspetto “a materasso”.