di Giorgio Bartolomucci
Cambiamenti climatici e micosi
Cambia il clima nel nostro Paese e ciò potrebbe far crescere il numero di molte patologie legate a caldo, umidità e igiene ambientale. Secondo molti esperti, il clima in Italia si sta lentamente tropicalizzando. Ciò implicherà in un prossimo futuro il verificarsi di eventi atmosferici d’intensità anomala e in grado di provocare danni ingenti: trombe d’aria, grandinate violente, nubifragi improvvisi, tempeste elettriche. Fenomeni naturali che interessano già con maggiore frequenza la nostra penisola, a causa – sembra – proprio del cambiamento climatico. Prendiamo a esempio questa estate, che ha avuto un inizio incerto, per raggiungere poi temperature oltre i 35 gradi, con caldo soffocante, cui hanno fatto seguito sbalzi termici anche di 10-15 gradi dovuti allo scontro fra l’anticiclone Nord Africano e l’aria fresca che arrivava dall’Atlantico. Una possibile ragione di questo fenomeno potrebbe essere legata al surriscaldamento globale, che ha modificato la circolazione dei venti, inoltre, l’aumento delle temperature dei mari è causa dell’incremento della quantità di vapore acqueo, notoriamente motivo di precipitazioni intense di tipo tropicale, ma anche della formazione di trombe d’aria, uragani, tifoni, piogge quasi monsoniche. Quali conseguenze potrà avere questa tropicalizzazione sulla salute pubblica e in particolare sulla diffusione delle malattie dermatologiche nel nostro Paese? È indubbio, infatti, che esistano una serie di patologie più frequenti in condizioni climatiche caratterizzate da un alto livello di umidità ambientale e da temperature più elevate. L’organismo umano è sicuramente dotato di un complesso sistema di termoregolazione che permetterà, entro certi limiti, l’adattamento alle variazioni della temperatura ambientale, ma non c’è dubbio che cresceranno i casi dei cosiddetti esaurimenti da calore, i crampi da calore e i colpi di calore nei cui riguardi si vanno già da anni consigliando adeguate misure preventive. Ma il rischio crescerà soprattutto in alcuni segmenti della popolazione quali gli anziani, i più giovani, gli obesi, i cardiopatici, gli alcolisti cronici, le persone il cui sistema immunitario è compromesso o che assumono alcuni tipi di farmaci (antistaminici, antipsicotici, anticolinergici).
L’esposizione continua a temperature ambientali più elevate, in assenza di una dispersione di calore efficace, renderà anche più difficili i lavori fisici all’esterno perché l’evaporazione, meccanismo principale nella dispersione del calore, dipende proprio dall’umidità relativa dell’ambiente. Più numerose, per certo, anche le manifestazioni cliniche a carico del sistema gastrointestinale, a partire da quelle provocate dall’Entamoeba histolytica e le diarree a origine sia batterica (Escherichia coli, Shigelle, Salmonelle), che virale (Rotavirus, Enterovirus), che parassitaria (Giardia lamblia, Cryptosporidium). È da ricordare inoltre che in Italia ci sono almeno 10 regioni in cui è presente, a partire dagli anni ‘90 del secolo scorso, la zanzara del genere Aedes (lo stesso responsabile della Febbre Gialla) e sebbene finora non siano mai stati associati casi di Dengue alla presenza della zanzara nel territorio italiano, l’aumento delle temperature e dell’umidità, unitamente a fenomeni di urbanizzazione e scarse condizioni igienico sanitarie che favorisono la proliferazione di questi insetti, potrebbero provocare anche la diffusione di questa malattia. Una evenienza già verificatasi per la Chikunguya il cui vettore è la zanzara tigre. Passiamo ora alla pelle, vero confine tra organismo e ambiente esterno. Come nostra prima difesa verso ciò che ci circonda, la cute è l’organo più esposto ai fattori ambientali. Con l’aumento delle temperature e dell’umidità, gli individui affetti da alcune condizioni come per esempio la sclerodermia ma anche la fibrosi cistica, che riducono la capacità del corpo di sudare, potranno essere più colpiti da un colpo di calore. Senza dimenticare che tra i fattori di rischio più importanti nell’insorgenza dei tumori cutanei e del melanoma vi è la sovraesposizione ai raggi solari mentre, è risaputo che col caldo e l’umidità, la flora cutanea si altera, i microorganismi aumentano, così come già succede con le infezioni della pelle durante l’infanzia, in particolare durante l’estate, complici i giochi all’aperto o in spiaggia. Sicuramente, perciò, aumenterà il numero delle impetigini, che già oggi rappresentano circa il 10% di tutti i problemi cutanei pediatrici. Tra le infezioni più frequenti si registreranno sempre più casi di pityriasi versicolor, causati da un lievito, la Malassezia, che vive normalmente sul alcune zone della nostra pelle, ricche di ghiandole sebacee, quali la schiena, il torace, la nuca. Nella forma classica si presenta con chiazze rotondeggianti, finemente desquamanti, di diametro variabile. Le lesioni presentano una varietà di colori (caffèlatte, giallo bruno, rosa, acromica) e possono nel tempo estendersi e confluire conferendo alla cute il classico aspetto “a carta geografica”. Anche le recidive, post trattamento, saranno più frequenti.
L’aumento della temperatura, dell’umidità e della sudorazione favorirà anche le micosi note come piede d’atleta, dermatofizie localizzate, già estremamente diffuse e in continuo incremento. Questa micosi colpisce generalmente adolescenti e adulti di entrambi i sessi non solo frequentatori di palestre, piscine e impianti sportivi, ma anche chiunque sia solito utilizzare impianti igienici collettivi, indumenti e calzature impermeabili che favoriscono la macerazione dei tessuti. Le specie dermatofitiche responsabili sono soprattutto il Trichophyton mentagrophytes e l’Epidermophyton floccosum, microrganismi in grado di resistere per molto tempo all’azione di agenti fisici e chimici e di sopravvivere sia nel suolo che nei pavimenti di docce, moquette, tappeti, calze e calzature. Clinicamente queste dermatofizie possono essere di tipo intertriginoso con aspetto macerativo, con fissurazioni con inizio al quarto spazio interdigitale poiché la pelle tra le dita dei piedi si desquama. Considerando che questo tipo di micosi è tanto più facile a contrarsi quanto più suda il piede, le condizioni di clima tropicale e l’umidità ambientale aumenteranno senza dubbio la loro diffusione. Anche la Candida per manifestarsi preferisce un ambiente umido mentre la Tinea cruris ha già la sua massima incidenza nei paesi a clima caldo-umido, colpendo in netta prevalenza individui giovani di sesso maschile. È dovuta a funghi del genere Epidermophyton e Trichophyton e i fattori che contribuiscono a creare le condizioni favorenti sono l’uso di indumenti attillati o in fibra sintetica, il ricordato clima caldo umido, l’obesità e la scarsa igiene personale. Le aree interessate, con lesioni bilaterali spesso non simmetriche, sono la superficie superiore interna della coscia, l’area inguino-crurale, il perineo e, di rado, le pieghe glutee e la regione perianale. Fra le infezioni fungine superficiali, associate ad alterazioni del microclima della cute, da noi relativamente rare ma che forse potranno presentarsi sempre più frequentemente negli ambulatori dermatologici, ci saranno le cosiddette “piedra”, causate da lieviti della famiglia dei Trichosporon, nella forma bianca che colpisce il fusto dei peli pubici, ascellari, della barba e delle ciglia, e nella forma nera che si manifesta con noduli scuri e adesi al fusto del capello, oltre a casi di Tinea Nigra, da fungo Hortaea werneckii, con macule scure, non desquamanti, sulle palme delle mani e le piante dei piedi.