Durante l’ultimo congresso SIME si è parlato di lassità cutanee del corpo e della strategia per scegliere il trattamento più efficace
Elefantiasi, cri du chat, gobba di bisonte, bambini farfalla, pelle d’oca, braccia ad ali di pipistrello. Sono tante le patologie o i sintomi chiamati facendo riferimento ad animali o a loro particolarità anatomiche. La spiegazione è semplice e ha origine, in un periodo in cui non esistevano atlanti e la formazione era soprattutto trasmessa su base orale, nella necessità di offrire un’immagine semplice e condivisa ai primi praticanti la medicina. Prendiamo a esempio le Braccia ad ali di pipistrello e chiediamoci perché si fa riferimento proprio a questo volatile, che è l’unico mammifero che usa i muscoli per volare velocissimamente (fino a 160 km all’ora). Le ali dei pipistrelli sono flessibili, possono piegarsi durante il volo, simili alle falangi di dita umane allungate, connesse fra loro da una membrana cutanea dall’aspetto lasso, ma ricca di vasi sanguigni, nervi e tendini. è proprio questa lassità che le fa assomigliare all’inestetismo che, soprattutto nelle donne, è invece dovuto a ipotonie cutanee e muscolari, e che inevitabilmente si evidenzia soprattutto con i vestiti estivi o quelli da sera. Questo fastidioso aspetto delle braccia è dovuto all’unione di grasso e pelle pendula all’altezza del tricipite e a causarlo è spesso l’età, il foto e il cronoinvecchiamento, o anche fattori genetici, ma può essere dovuto soprattutto un dimagrimento forte e repentino.
Durante l’ultima edizione del Congresso della Società Italiana di Medicina Estetica si è parlato molto di braccia ad ali di pipistrello, ipotonie cutanee e muscolari e secondo il dott. Giovanni Alberti questi problemi dovrebbero essere considerati normali segni del tempo che passa, esattamente come le rughe, e al pari di queste, possono essere corretti e prevenuti contrastando alcuni fattori di rischio quali la rapida perdita di peso, oppure la mancanza di attività fisica. Diversi sono poi i rimedi che la medicina estetica mette a disposizione. “Tra le terapie e i protocolli applicabili in caso di ipotonie cutanee e muscolari – ha spiegato Alberti – ci sono la biostimolazione con acido ialuronico ibridizzato, che è tra i trattamenti più duraturi, ma anche gli ultrasuoni focalizzati, la carbossiterapia, l’elettrostimolazione con i campi magnetici e la biodermogenesi”. Va sottolineato, però, che, a differenza del viso, e a esclusione di inestetismi molto comuni come la cellulite, erroneamente si ritiene che per il corpo ci siano poche soluzioni. Lo testimoniano le statistiche secondo cui il tempo dedicato ai trattamenti corpo sia un quarto di quelli per il volto. Eppure con una diagnosi corretta delle cause del problema si può proporre una cura valida e con ottime prospettive. “Altrimenti – continua Alberti – si corre il rischio di utilizzare un metodo sbagliato e questo porta a risultati deludenti. Per esempio, sulle braccia ad ali di pipistrello in stadio avanzato, sono efficaci metodiche più energiche come gli ultrasuoni. Se il target riguarda i muscoli delle braccia, la migliore risposta si avrà con l’elettrostimolazione con i campi magnetici”. Senza dimenticare che la miglior forma di prevenzione, unitamente all’attività fisica è una corretta alimentazione, un piano alimentare sano, prescritto da un nutrizionista, in grado di rallentare l’invecchiamento, senza danneggiare i tessuti. “Dunque ipocalorico – ha spiegato Alberti – ricco di proteine ma che non elimina completamente i carboidrati”. Una novità nel campo della valutazione delle ipotonicità è una scala fotografica della lassità (di IBSA Derma), uno strumento utile per comprendere meglio a quale livello corrisponde l’interno braccia (da 1 fino a 5) e da ciò calibrare le aspettative del terapeuta e della paziente. La scala, validata attraverso un rigoroso processo scientifico, che ha visto la collaborazione di autorevoli esperti internazionali del settore ha portato alla sua pubblicazione sull’autorevole rivista scientifica “Clinical, Cosmetic and Investigational Dermatology” e al riconoscimento del suo valore pratico all’interno del dialogo medico-paziente.