di Danilo Panicali
I beta-glucani sono polissacaridi naturali che svolgono numerose funzioni nel nostro organismo e di cui la farmacologia e la cosmesi hanno confermato i benefici.
È buono da mangiare e fa bene alla pelle. Quante volte abbiamo sentito questo slogan magari alla presentazione di un nuovo drink funzionale oppure durante qualche trasmissione dedicata alla cucina? Sarebbe molto bello se queste parole corrispondessero sempre al vero ma la maggior parte delle volte, purtroppo, si tratta di esagerazioni su questo o quel prodotto, presentato come risolutivo nei confronti di qualche problematica e, in realtà, dall’utilità molto blanda. Non è però questo il caso di un principio attivo che da anni viene studiato dall’industria farmaceutica e cosmetologica e che si ricava proprio da alimenti piuttosto comuni in cucina come alcune qualità di funghi o l’avena. Stiamo parlando del beta-glucano. Come è noto si tratta di un polisaccaride lineare costituito da molecole di glucosio unite mediante legami glicosidici beta. Essi sono i maggiori componenti della frazione solubile della fibra alimentare e come tali esercitano, nel nostro organismo, una serie di effetti benefici correlati alla fibra alimentare. La più importante è sicuramente la capacità di sviluppare e attivare il sistema immunitario. Tale qualità è da ascriversi alle ramificazioni della catena Beta-(1,3) costituite da singole molecole o da catene di molecole di glucosio, chiamate Beta-(1,3) – (1,4) o Beta-(1,3) – (1,6). Il rapporto tra numero e lunghezza delle ramificazioni determina la loro capacità di stimolare il sistema immunitario. Questa stimolazione avviene attraverso l’attivazione dei macrofagi. Entrando maggiormente nello specifico, il glucano svolge la sua funzione interagendo con alcuni recettori dei macrofagi i quali, una volta attivati, inglobano e distruggono i corpi estranei presenti nell’organismo come i batteri, i virus, le cellule morte o cancerogene e, in più, producono delle citochine. Queste ultime danno vita a una reazione a catena di difesa dell’organismo stimolando la produzione di altri macrofagi e inviando messaggi ai linfociti B e T. Esistono diversi legami molecolari Beta che cambiano a seconda dell’alimento originale. Negli ultimi anni, anche a seguito di alcune cause che hanno visto protagoniste importanti marche di cereali nel nostro paese, è finito sotto i riflettori il beta-glucano di avena e orzo (1,4). La causa del contendere era proprio la veridicità delle affermazioni riportate sulle confezioni di alcuni prodotti che si dicevano arricchiti di beta-glucani cui si attribuivano notevoli qualità anticolesteroliche. La parola fine è stata scritta dall’FDA americana e dalla nostra Autorità Europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che hanno evidenziato come il polisaccaride in oggetto possa contribuire ad abbassare il colesterolo LDL senza intaccare il colesterolo HDL. Ciò ha portato l’Agenzia Americana ad approvare l’uso di annunci che pubblicizzano i benefici per la salute di solubili a base di fibre di avena. L’agenzia europea ha invece espresso l’importante precisazione che per essere davvero efficace il consumo giornaliero di questa sostanza deve attestarsi attorno ai 3 gr. Discorso a parte merita il beta-glucano (1,3) – (1,6) che si estrae invece dal fungo Pleurotus (o orecchione). Anche in questo caso la funzione principale del beta-glucano, quella cioè di stimolare i meccanismi di difesa immunitaria, resta invariata però si registra una particolare attività a livello delle cellule epidermiche. In poche parole, si assiste a una stimolazione delle cellule di Langerhans, localizzate nello strato soprabasale dell’epidermide e che costituiscono il 3-4% delle cellule epidermiche. Il ruolo di tali cellule consiste nella cattura e rielaborazione degli antigeni, che vengono catturati, parzialmente degradati ed esposti sulla membrana al fine di presentarli ai linfociti T CD4+. Questi ultimi, a loro volta, sono in grado di captare gli antigeni che attraversano la barriera dell’epidermide e di migrare nei linfonodi drenanti, dove danno inizio a una risposta immunitaria tale da indurre un effetto antivirale. Il beta-glucano (1,3) e (1,6) è inoltre capace di attenuare l’arrossamento cutaneo indotto dalle radiazioni UV, contrastare i danni ossidativi che provengono da queste ultime e quindi ha un forte potere anti-age. Le sue proprietà non finiscono qui: stimola infatti la proliferazione dei fibroblasti da cui scaturisce il rinnovamento epidermico e un aumento del deposito di collagene tale da determinare un effetto antirughe e una accelerazione nella guarigione delle cicatrici cutanee.