La vitamina E

Il principale antiossidante lipofilico contrasta il processo di perossidazione cui possono andare incontro gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari

della Dr.ssa Roberta Lovreglio, Dermatologo

 La cute, sistema complesso che interagisce con l’ambiente, è sempre sottoposta a numerosi stimoli nocivi fisici (raggi UV), chimici (prodotti per uso domestico) o meccanici (traumi) in grado di produrre stress ossidativo. Negli ultimi anni se ne parla sempre più spesso e tutti oggi dovrebbero sapere che questa condizione consiste in uno squilibro tra molecole ossidanti e sistemi antiossidanti presenti nel corpo umano, con un aumento netto degli ossidanti, specialmente delle specie reattive dell’ossigeno note come radicali liberi (ROS). Entrate nel linguaggio comune e della pubblicita’, queste molecole sono altamente instabili e in grado di attaccare e distruggere componenti importanti delle cellule causando seri danni fino all’apoptosi cellulare. La cute è un organo a elevato rischio di stress ossidativo per 3 motivi: diretto contatto con ossigeno molecolare sia endogeno che ambientale responsabile di alte produzioni di ROS; elevato contenuto di lipidi a rischio di ossidazione; esposizione cronica a radiazioni UV che aumenta il rischio di produrre ossigeno reattivo tipo ”singoletto” con incremento ulteriore di radicali liberi. E’ fondamentale ricordare che la loro produzione avviene costantemente, e che per questo motivo l’organismo umano ha sviluppato dei meccanismi di autodifesa antiossidanti capaci di neutralizzare questi composti che schematicamente suddividiamo in sistemi enzimatici e non enzimatici, dalla cui efficienza dipende il buon funzionamento dell’organismo. Gli antiossidanti non enzimatici, a differenza degli enzimi, riescono a prevenire o rallentare le reazioni radicaliche (processi chimici di ossidoriduzione in cui si producono ROS) andando loro stessi incontro ad una ossidazione. Fra questi, la vitamina E rappresenta il principale antiossidante lipofilico che contrasta il processo di perossidazione cui possono andare incontro gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari. Il razionale dell’uso della vitamina E per contrastare l’in­­vec­chia­mento precoce della pelle deve tener conto della variabile spazio temporale in cui viviamo: il cronoinvecchimento è un processo fisiologico lento nel tempo di cui sono indicatori le rughe, la perdita di elasticita’ con aumento di spessore e appianamento della giunzione dermoepidermica e la produzione di collagene con orientamento diverso nel derma. Diverso il fotoinvecchiamento, in cui le modificazioni strutturali sono più veloci e riguardano specialmente la produzione di fibre elastiche ingrossate (elastosi) e la degenerazione delle fibre di collagene. In questo processo i raggi UV hanno un ruolo importante perché nel derma si trovano due tipi di cromofori: riboflavine e porfirine che, assorbendo i raggi, producono dei ROS tipo perossidi lipidici, precursori di aldeide bifunzionali, in grado di generare cross-links del collagene. Inoltre fattori psicologici e stress svariati inducono la secrezione di neuropeptidi capaci di attivare sistemi proteolitici che degradano la matrice connettivale, caratteristica della pelle soggetta a fotoaging. La vitamina E può prevenire il fotoaging attraverso un’azione antiossidante, stabilizzante delle membrane cellulari, nonchè una funzione immunomodulatoria e antinfiammatoria. Cio’ ha trovato ampio riscontro anche in casi di dermatite atopica, dermatite da contatto, dermatiti delle mani, affezioni delle mucose tra le quali lichen scleroatrofico, afte e ulcerazioni, con il miglioramento dei tempi di guarigione e una efficace azione idratante e lenitiva sul prurito. In campo dermocosmetico, la stabilita’ e la conservazione di prodotti contenenti vitamina E attiva non è stato mai facile. E’ un fatto che l’uso, e a volte l’abuso, di prodotti dermatologici abbia favorito reazioni cutanee indesiderate e in letteratura sono segnalate sensibilizzazioni alla vitamina E anche se, in più casi è stato dimostrato che non la vitamina ma i conservanti e gli eccipienti inclusi nella formulazione dei prodotti dermocosmetici che la contengono sarebbero i veri responsabili delle manifestazioni allergiche. Da ciò il suggerito ricorso a preparazioni monodose che azzerano quasi completamente il problema dei componenti potenzialmente allergenici come conservanti, eccipienti, profumi, essenze o altri principi, e permettono l’utilizzo della sola vitamina in forma assoluta. Inoltre questi nuovi veicoli monodose consentono anche uno scrupoloso controllo dell’igiene, in quanto, essendo utilizzati solo al bisogno nel momento del trattamento, evitano il contatto tra il prodotto e l’ambiente esterno, permettendo la distribuzione sulla cute di un preparato igienicamente indenne da contaminazioni.