Picnogenolo: estratto di pino

di Alessandra Moia

Uno dei complessi antiossidanti più potenti in natura si trova al di sotto della corteccia di un particolare pino che cresce sulla costa francese del Golfo di Biscaglia.

L’ampio golfo di Biscaglia, che si apre sull’Oceano Atlantico, tra la penisola Iberica e la Francia, mostra notevoli contrasti negli aspetti e nelle formazioni costiere dei due versanti. Alle coste rocciose e accidentate della Spagna si contrappongono quelle piatte e lineari della Francia, caratterizzate dai profondi estuari della Gironda e della Loira. Il litorale è basso e diritto, e il mare, con il suo moto ondoso e le correnti, ha formato quella lunga serie di dune sabbiose che caratterizzano la Regione delle Landes. Lungo la spiaggia, in una foresta di oltre 4mila miglia quadrate cresce una specie di Pino Marittimo Francese, il cui nome scientifico è Pinus Pinaster Solander in Aiton, in onore del botanico che per primo lo descrisse nel 1812. Per crescere, questi eleganti alberi scuri, che appartengono alla famiglia delle pinacee, si accontentano di terreni poveri e aridi, anche dune sabbiose, resistono bene ai venti marini ma hanno bisogno di un clima temperato e di un ambiente privo di inquinamento. Il loro legno è duro, pesante, resistente ma non molto pregiato: serve per pavimenti, palificazioni e come pasta da carta.

Commercialmente, molto più ricercata la sua resina, che si ottiene incidendo nel tronco solchi diagonali poco profondi, entro i quali trasuda e da cui si ottiene la “trementina francese” che si usa come solvente per vernici, linoleum e sapone. Da alcuni decenni, poi, ha assunto una particolare importanza la sua corteccia, spessa e di colore rosso bruno, da cui si ricava, senza l’utilizzo di solventi chimici, un estratto idrosolubile che nel 1987 ha ricevuto la denominazione fitochimica internazionale di Picnogenolo. è dello stesso anno il primo brevetto ottenuto negli Stati Uniti come agente antiossidante in grado di neutralizzare le reattività di alcuni radicali liberi potenzialmente nocivi per l’uomo. La composizione chimica di questo composto registra la presenza di diversi polifenoli, in particolare bioflavonoidi quali le procianidine, e acidi fenolici, come il caffeico e il ferulico, che nella miscela agiscono in maniera sinergica, potenziando reciprocamente la propria attività antiossidante.
Nel corso degli ultimi anni molte ricerche sono state condotte sul Picnogenolo ed è emerso che la sua efficienza si lega a importanti attività antinfiammatorie, antiallergiche, anticoagulanti e antitrombotiche. Ed è infatti accertato che il Picnogenolo, stabile, facilmente assorbito e per nulla tossico, protegge le cellule endoteliali cardiache e vasali, previene la rottura dell’elastina proteggendo le cellule cutanee da perossidazione lipidica e citotossicità indotta dai raggi ultravioletti.

L’alta concentrazione di flavoinoidi procianidinici estratti dal Pino Marittimo determina, inoltre, una efficiente inibizione di idrossili e ossigeno libero, due tra le più pericolose molecole di radicali liberi. Il Picnogenolo aumenta la microcircolazione vasale, la resistenza dei capillari, ma i suoi benefici si estendono oltre al sistema cardiocircolatorio, e un ampio numero di studi suggeriscono che esso sia in grado di stimolare anche il sistema immunitario, mentre si registrerebbe anche un moderato effetto ipotensivo. Legandosi al collagene e all’elastina, infine, ne impedirebbe la degradazione da parte degli enzimi litici facilitando la produzione di cemento intercellulare. Si assiste a un miglioramento della flessibilità delle giunture e alla diminuzione dei tempi di recupero durante gli allenamenti fisici. Una sua assunzione giornaliera, nella dose raccomandata di 1,5mg/Kg/die per i primi 7-10 giorni, per poi scendere a un dosaggio di mantenimento di 0,75mg/ kg/die, due volte al giorno durante i pasti principali, permette di avere una sorgente di flavonoidi di pronta biodisponibilità, specialmente per quelle persone che regolarmente non consumano ne frutta ne vegetali.