La leggenda di Afrodite, dea della bellezza

Con Afrodite dal chirurgo estetico

di Irina Letti

L’isola di Cipro, patria della dea della Bellezza, si propone come destinazione culturale e come luogo per vivere una esperienza di turismo del benessere.
Sarà che la tradizione vuole che Afrodite, la più bella tra le divinità femminili dell’Olimpo, sia nata dalle acque del mare, davanti alla spiaggia di Paphos (Cipro), ma ancora oggi quella che è considerata la Dea della Bellezza, viene onorata in questa splendida isola al pari di una fonte di protezione divina. A lei è dedicato un museo e la Comunità Europea ha creato un percorso culturale dedicato alla dea e ai suoi Templi. Visitando Cipro si apprendono così tante cose sulla sua figura mitologica la cui bellezza era tale che Zeus, per timore creasse scompiglio tra gli Dei, la dette in sposa al più brutto, Efesto, dio del fuoco. Ma partiamo dall’inizio: un giorno Crono arrabbiato oltremisura con Urano gli tagliò i testicoli li gettò nel mediterraneo. Lo storico Esiodo nella sua Teogonia narra che le gonadi dello sfortunato furono trasportate dalle onde e un giorno si arenarono dove ancor oggi si trovano due grandi scogli.

Proprio là, dalla spuma del mare, in una serena giornata di primavera, nacque Afrodite che iniziò a dar segni di inquietudine molto presto. Il matrimonio con Efesto era un giogo, e nonostante lui avesse forgiato per lei dei bellissimi gioielli, compreso il famoso morbido cinto, che ne cingeva i bei fianchi eburnei rendendola ancor più irresistibile, si sentiva infelice e così si mise a cercare compagnia altrove. Tra i suoi amanti preferiti c’era Ares, ma anche Adone, Anchise e molti altri, con uno spirito che oggi potremmo definire molto openminded. Un giorno però Efesto sorprese Ares e Afrodite insieme e li bloccò con delle catene, chiamò tutti gli altri Dei dell’Olimpo per dileggiare la coppia. Non volle liberarli fin quando Poseidone non gli promise che Ares avrebbe pagato l’affronto, ma i due scapparono non appena le catene vennero sollevate. Afrodite era una dea indubbiamente molto capricciosa tanto da arrivare a scatenare una guerra, quella di Troia, pur di compiacersi nell’esercizio del proprio potere e per affermare la superiorità della sua bellezza su quella delle altre Dee; era infedele al marito, perché l’amore che lei rappresenta non è quello coniugale o romantico, quanto piuttosto quello coinvolgente della passione, del desiderio carnale, del soddisfacimento dei sensi. Fu però madre molto prolifica: solo da Ares ebbe otto figli, ma non disdegnò neanche gli “umani” tra i quali Adone, Pigmalione, Anchise, Bute e Fetonte.

Ciò nonostante resterà del tutto indifferente al sentimento del figlio Eros, impedendogli in tutti i modi di unirsi alla bella Psiche. Sorprende questa immaturità e la sua proverbiale indifferenza verso i sentimenti degli altri, Dei o uomini poco importa. Temibili sono le sue punizioni, tanto fantasiose quanto terribili. Innamorata di se stessa, Afrodite soddisfa continuamente il suo bisogno di gratificazione con mille amanti e arriva a imprigionarli pur di non perderne il possesso; si ricordi per tutti Adone, da lei consegnato a Persefone perché lo vigilasse e lo tenesse al riparo dalle bramosie delle altre Dee. Diversi i nomi con i quali Afrodite è conosciuta in letteratura: Ambologera, colei che non invecchia mai, colei la cui bellezza non deperisce; Etera, amica, compagna; Porne, meretrice Calliglutea o Callipigia, dal bel sedere, dalle belle natiche ; Morfo, armoniosa come sinonimo di bellezza. Nonostante tutti i suoi difetti e debolezze morali, Afrodite rimane indubbiamente una delle figure più discusse e più amate della mitologia, per la complessità della sua personalità e perché è molto “umana” nelle sue manifestazioni di fragilità.

L’amore che rappresenta è quello che genera la vita, che simboleggia la procreazione e quindi l’istinto naturale di fecondazione, svincolato da qualsiasi contestualizzazione affettiva. La sua nascita coincide con la stagione che ha dato il via al ciclo della vita sulla terra, è la primavera del caos primigenio, che trova nelle acque calde del mare la sede naturale per la nascita della vita. Averla scelta come simbolo, è anche il modo con cui l’isola di Cipro si propone oggi come capitale del turismo della bellezza e del benessere. Decine di bellissime ed eleganti SPA, proposte di pacchetti di cure estetiche e, da qualche anno, anche diversi ospedali che offrono a costi molto ridotti interventi di chirurgia e medicina estetica. Anche questa proposta trova un fondamento nella storia più antica. Aristotele racconta che nel quarto secolo prima di Cristo qui venivano da tutti i paesi del Mediterraneo per essere visitati e curati dal famoso medico Synes il Cipriota, e nel 1.mo a.C. Apollonios di Kition era chiamato l’Ippocrate Cipriota. Attualmente è il Governo dell’isola che sta promuovendo il Turismo del Benessere tanto che due anni fa qui si è tenuto il World Health Tourim Congress che ha attratto esperienze e compratori da tutto il mondo. Diversi ospedali e cliniche – nel nostro viaggio abbiamo visitato il Nicosia Polyclinic a Nicosia dove opera un noto chirurgo estetico greco Harris Zavrides, e lo Iasis Hospital a Paphos, diretto dal dott. Philippos Kritiotis, ricavandone una ottima impressione in termini di qualità delle strutture e dell’organizzazione. Sono migliaia gli inglesi che ogni anno arrivano attratti dalla possibilità di ricorrere alle loro cure estetiche, chirurgiche e odontoiatriche allo stesso tempo in cui ci si concede una vacanza su alcune delle più belle spiagge del mondo. Facendo parte della Comunità Europea gli standard qualitativi sono adeguati e i medici si formano per lo più in Grecia. Abbiamo più volte detto che la scelta di andare all’estero per interventi medico-chirurgici non è indenne da ombre e da perplessità, ma va registrato che questo è un fenomeno in grande espansione, che non si può ignorare. La gente non ha più paura ad affidarsi a professionisti di cui sa poco e spesso non sa nemmeno pronunciare il nome, ma la convinzione di poter ottenere quello che si cerca, spendendo meno, circondati dalle acque blu del mediterraneo, in un’atmofera vacanziera e viziati da una cucina che ancor oggi è legata in particolar modo alla tradizione e al territorio, probabilmente è più forte di ogni dubbio e timore.