di Paola Marchi, con la consulenza del dott. Carlo A. Pallaoro, chirurgo plastico
Il seno ha ispirato poeti e pittori che ne hanno decantato la bellezza, ma deve essere grande per dirlo invidiabile?
Simbolo di maternita’ e bellezza il seno è probabilmente una delle parti del corpo femminile che più suscita ammirazione, invidia e perché no sospetto. Sospetto perché oggi, dinnanzi a un bel seno, non ci si può non domandare se ciò che si sta ammirando sia o no naturale. Il moderno concetto di bellezza non sembra poter prescindere da quello di un’esteriorita’, sovente fin troppo avvenente, che tanto spesso ci viene propinata in televisione e sulle pagine dei settimanali. Un seno perfetto sembra sempre più un’esigenza della donna di oggi, senza dubbio una necessita’ per chi calca le scene dello spettacolo. Eppure, come sembra ricordarci la frase del famoso poeta medievale Novalis “il seno è il petto delle donne elevato a mistero”, il petto è sempre stato considerato un po’ come il simbolo misterioso, quasi arcano, della bellezza femminile. La chiave capace di schiudere lo scrigno dell’attrazione maschile, il cuore stesso della sensualita’, dote prima della donna. Illustri pittori, musicisti, scrittori hanno per secoli tratto ispirazione e decantato le virtu’ del bel seno.Nabokov parlava dei seni della sua Lolita definendoli di forma piccola, quasi a voler sottolineare la giovane età del suo amorale oggetto di desiderio, mentre Anais Nin, più tardi, scriveva di areole chiare, non ancora scurite, simbolo di una mancata trasformazione che sottointende un passaggio obbligato da uno stato di fanciullesca ignoranza (delle proprie doti e della propria femminilita’) a una più matura consapevolezza del proprio essere donna. Il seno insomma è storicamente considerato un simbolo di femminilita’. Centro della follia e della perdizione del buon cristiano, negli anni bui del medioevo, per la sua presunta colpa di istigare una condotta peccaminosa, il seno è stato anche considerato come il punto in cui si focalizzavano le patologie di chi era affetta da malattie mentali. Ad esempio una cura prescritta proprio in simili casi consisteva nello strizzare forte le mammelle per farne uscire fuori la presunta insanita’ mentale. Eppure se è vero che la cultura dell’epoca tendeva ad associare il petto femminile al male nella sua accezione più ampia, nello stesso tempo la stesso tipo di morale creatrice di tante crociate moralizzanti e stigmatizzanti, ne esaltava la purezza nell’espletazione della sua funzione primaria di allattamento. Santo e profano, fertilita’ e malattia, parole contrastanti che nel corso della storia sono state associate a questa parte del corpo. Addirittura segno di protesta e legittimazione della propria identita’ e forza sessuale nelle lotte femministe e nella rivoluzione sessuale degli anni sessanta (Guccini parlava di tette al vento). Il seno non è solo un oggetto di desiderio, è il desiderio stesso. Ma da dove nasce quest’attrazione? Innanzi tutto, è bene precisare che sessualmente parlando è una cosa naturale che un uomo si ecciti vedendo una donna svestirsi e lasciare i seni scoperti. Anche perché l’atto in sè dello spogliarsi è divenuto da millenni uno dei fattori scatenanti della pulsione sessuale in generale. Scoprirsi equivale a lasciarsi dietro un certo tipo di inibizioni che il vestito in sè sembra rappresentare. Piu’ una cosa è nascosta, più aumenta la voglia di poterla ammirare, spesso rivestendo la parte in questione di un’importanza del tutto inopportuna agli occhi di altri. è quello che succede quando gli uomini si girono a guardare donne dal seno appariscente o in topless, anche se sono meno belle e proporzionate di quanto siano le proprie consorti. Ma perché un seno grande attrae più di uno piccolo? E perché, indipendentemente dal giudizio degli uomini che le stanno vicino, una donna può decidere di sottoporsi, pur sempre a un intervento chirurgico, solo per aumentare di un paio di misure il proprio seno? Sembrerebbe, anzi, che il desiderio di un seno abbondante appartenga più alla sfera femminile, quasi come un sentimento d’invidia nei riguardi di altre donne più dotate. Un po’ quello che succede fra i maschi che, con l’adolescenza, cominciano a confrontare le dimensioni del proprio pene con quelle dei compagni. Ma è poi vero che un seno grande, talvolta sproporzionato rispetto al corpo, sia fonte di attrazione e di felicita’? Sicuramente, secondo una recente interpretazione della biologia della bellezza, una figura proporzionata conserva e ha un fascino particolare, vuoi per il significato antropologico che il nostro retaggio spinge a darle, vuoi perché il moderno concetto di perfezione, su cui è naturale basare le proprie aspetattive non sembra potersi distaccare da concetti quali simmetria e rotondita’. Ma se è spiegabile una esigenza psicologica che può spingere alcuni particolari uomini a desiderare un ritorno al ventre materno, all’allattamento e alla mammella materna, cosa determina, in alcune particolari donne, il bisogno di offrirsi alla vista degli altri, donne e uomini indistintamente, con un seno ingrandito nel volume? Senza dimenticare, poi, che per molte di quelle che la natura ha già dotato di un seno sproporzionatamente enorme, funziona il meccanismo psicologico contrario, e nasce il desiderio di sottoporsi a interventi di riduzione. Naturalmente va da sè che il seno è uno dei più evidenti e appariscenti attributi del sesso femminile e si potrebbe, quindi, tentare di dare una risposta ricorrendo a un interiorizzato e insopprimibile ritorno alle origini. A quando, un soggetto, quanto più appariva sano tanto più era in grado di trovare partner per accoppiarsi. E in questo senso, non sarebbe tanto la grandezza del seno a influire nel giudizio degli altri, quanto la sua pienezza e la sua compatezza, come simboli di forza e predisposizione alla maternita’ e all’allattamento. Un seno grande ma un po’ cadente, al contrario, potrebbe indicare una fase di invecchiamento dell’organo cui corrisponderebbe una debolezza biologica non rassicurante. Di conseguenza, il ritocco chiesto al chirurgo plastico, avrebbe si una motivazione estetica, figlio di mode che ciclicamente percorrono l’universo femminile, ma sarebbe anche un tentativo, non effimero, di mostrarsi vitali, giovani e mature per la maternita. La maggioranza delle donne che decidono di sottoporsi a un’operazione per l’ingrandimento del seno, vi diranno che lo fanno per se stesse e non per il giudizio degli altri. Forse è vero, ma ciò potrebbe sottointendere altro: si è più sicure se la proiezione esterna di ciò che si è dentro risponde a canoni estetici comuni e il più possibile condivisi. Ecco allora che la grandezza del seno fine a sè stessa lascia il posto a una turgidita’ e pienezza che corrispondono a un intimo desiderio di apparire vitali e desiderabiili.