…ci sono aree del Centro da considerare improduttive e continue fonti di costi…
di Tiziano Zabrini
Puo’ apparire strano, in tempo di crisi, parlare di come va immaginato un nuovo Centro Estetico che risponda alle crescenti richieste della clientela. Sono pero’ convinto che l’attuale situazione economica avra’, prima o poi, una sua soluzione e che si può approfittare dei momenti difficili, fermandosi a riflettere sulle potenzialita’ che si apriranno a chi sara’ pronto a prendere al volo il treno della ripartenza economica. Il bisogno di bellezza e di benessere è infatti intrinseco nella storia dell’uomo e delle donne e questo segmento di mercato, nonostante tutto, trova sempre al proprio interno l’energia e le idee per continuare a prosperare. Quello che oggi serve maggiormente, pero’, è avere delle linee guida che evitino la dispersione delle risorse e l’ottimizzazione degli investimenti. Spesso non è importate la grandezza dello spazio a disposizione, si può infatti avere successo anche con aree molto piccole sapientemente trasformate in boutique dell’estetica. Per questo, quindi, parlando di come riorganizzare o creare ex-novo un Centro Estetico, non si può non iniziare prendendo in considerazione quanto sia diventato molto più importante di anni fa, la divisione ottimale degli spazi, attribuendo loro una prima connotazione di spazi produttivi e aree improduttive, sebbene indispensabili. Piu’ facile indicare quest’ultime: sala d’attesa, cassa, ripostigli, area relax, corridoi, bagni, eventuali spogliatoi. Ognuno di questi spazi, in fase di progettazione e di arredamento richiede un investimento iniziale, mentre nel corso del tempo necessita di un mantenimento che non trova modo di essere recuperato e quindi va annoverato nella colonna di bilancio dei costi. Attenzione, quindi, a non esagerare con le loro dimensioni e a scegliere luci a basso consumo e materiali più resistenti, che non richiedano una eccessiva manutenzione. A pagare le spese di gestione, sono invece le aree che mi piace chiamare produttive: ovvero che forniscono un ritorno economico calcolabile secondo semplici criteri amministrativo – finanziari. Eccoci allora a dover definire gli spazi e le tipologie delle cabine, da quella in cui svolgere il colloquio iniziale e il check-up estetico, a quelle dedicate o polifunzionali, per trattamenti viso e corpo, per massaggi o altri piccoli trattamenti (pedicure, manicure, cerette, trucco, ecc.). Per decidere, viene in aiuto l’aver imparato a calcolare il margine operativo che ogni prestazione garantisce. Ovvero la quantità di guadagno che, tolte tutte le spese incluso il fattore tempo, rimarra’ nelle vostre tasche e che serve, non dimenticatelo mai, anche a coprire le bollette e i costi delle zone improduttive. In questa logica, vale la pena accettare il suggerimento di chi vi propone di creare, sebbene in scala ridotta, una zona umida con sauna e idromassaggio? Senza voler prendere in considerazione i costi d’istallazione, di norma abbastanza alti, quanto pensate che vi rendera’ il vostro cliente che prenota una seduta di mezz’ora in un bagno turco? Non pensate che lo stesso spazio potrebbe esservi più utile e remunerativo se adibito ad area commerciale in cui esporre le confezioni di cosmetici per uso domiciliare che avrete modo di prescrivere come estensione del trattamento estetico in Istituto?