Le lacrime della Borragine

della Dott.ssa Gabriella La Rovere, Medicina Estetica e Naturale – Pescara, Roma, Foggia

Introdotta in Europa dai Mori, la borragine è conosciuta sin dall’antichita’ per le sue doti sudorifere e depurative

L‘avrete sicuramente vista un po’ dappertutto, tra le siepi, i ruderi, ai bordi delle strade, nei terreni incolti. Parliamo della borragine, conosciuta dai più esperti come Borrago officinalis L., una pianta annuale, alta circa 50 cm, appartenente alla famiglia delle Borraginaceae. Si racconta che un giovane dio si innamoro’ di una ragazza dagli intensi occhi blu, di nome Borrago. Questa pura e sfortunata passione suscito’ l’invidia e la gelosia di Giove, che fece incatenare il giovane sulla cima di una montagna inaccessibile. Borrago non potè far altro che piangere per giorni e giorni, finchè il dolore la porto’ alla morte. Allora gli dei, impietositi e commossi, trasformarono la ragazza in una pianta, affinchè la sua bellezza potesse rifiorire a ogni primavera. La pianta ha uno stelo fusiforme, spesso cavo al centro, che col crescere assume un colore rosso-violaceo. Le foglie sono alterne, ovali, ricoperte da peli, mentre i suoi fiori, noti per la bellezza, sono celesti, a forma di stella a cinque punte intorno a un cuore dorato. I semi sono bruni, ovoidali e rugosi. Fu introdotta dai Mori nella penisola iberica, ma in realtà le sue origini sono dell’Africa del Nord.

Il nome deriva dal latino borra che significa stoffa di lana ruvida, immagine che richiama l’aspetto delle foglie; ma alcuni lo fanno anche risalire all’arabo aborrach che significa padre del sudore, in quanto tradizionalmente veniva usata come sudorifero in caso di malattie da raffreddamento, bronchiti, reumatismi. Una volta scoperte le straordinarie proprietà di questa pianta, Dioscoride la inseri’ nell’elenco delle piante terapeutiche. Plinio il Vecchio scrisse: “con la borragine, porto sempre coraggio”, alludendo alla capacità della pianta di essere un ottimo stimolante del cuore, così come confermato successivamente dalla Scuola Medica Salernitana. Nell’erboristeria medievale, il tè fatto con le foglie della pianta era raccomandato come tonico e antidepressivo. La forza terapeutica che dall’antichita’ rende la borragine un valido rimedio contro la depressione, si può attribuire all’azione che la pianta esercita sulle surrenali, stimolando la produzione di adrenalina, e ottenendo così un miglioramento dell’umore. Leclerc classifica la borragine tra le piante sudorifere e depurative, atte al drenaggio cutaneo, insieme alla bardana, viola tricolor, saponaria, smilax e nasturzio.

Le parti utilizzate in campo medico ed erboristico sono le sommita’ fiorite e i semi, ricche di mucillagini (fino al 30%), alcaloidi pirrolozidinici, antociani, tannino (3%), sali minerali, allantoina, olio essenziale. Molto importante, per la sua proprietà sulla cute, è la presenza di EFA nei semi.
Gli EFA o acidi grassi essenziali, sono elementi indispensabili per il buon funzionamento di numerosi processi biochimici del nostro organismo in quanto permettono la rigenerazione della barriera intercellulare, in modo da mantenere la normale idratazione cutanea. I due EFA di maggior interesse in campo cosmetico sono l’acido linoleico e l’acido g-linoleico, che nell’olio di borragine è presente nella sua più elevata percentuale (22-25%) rispetto al contenuto di altri oli di derivazione vegetale. In dermatologia la borragine è consigliata nella dermatite atopica, nell’eczema, psoriasi, perdita di elasticita’ cutanea, prevenzione delle rughe, disidratazione cutanea. Centrifugando le parti più tenere della borragine, si può ottenere un tonico ricco di mucillagini, estremamente rimineralizzante e nutriente, da assumere la mattina a digiuno. Inoltre le foglie bollite, da apporre sulle zone interessate, fungono come cataplasmi per le infiammazioni.