di Barbara Di Chiara
Le italiane non la amano, nel mondo 70 milioni le donne la assumono: ma la pillola ha oggi dei validi sostituti
Ha compiuto da poco cinquantadue anni, diventando, anche se fra molte polemiche, un simbolo della liberta sessuale. Parliamo della pillola contraccettiva, tramite cui avvenne, per la prima volta, la separazione tra la sfera del sesso e quella della maternita’. Era un’epoca contrassegnata da profondi cambiamenti e avvenimenti nella società: l’ascesa dei Beatles e dei Rolling Stones, i movimenti femministi, l’aborto, la rivendicazione della scelta omosessuale. Tutti fatti, questi, legati alla ricerca e alla nascita di una “società più permissiva”. La pillola è l’anticoncezionale più noto al mondo ed è la progenitrice di molti altri prodotti a dosaggi ormonali sempre più personalizzati e leggeri: cerotti, bastoncini, anelli, iniezioni… Usata da 70 milioni di donne nel mondo ma poco amata dalle italiane – solo 2 milioni e mezzo: il 20,9 per cento delle donne in età fertile, una percentuale ancora bassa rispetto agli altri paesi europei, (Censis 2001) – la pillola, approdo’ in Europa dagli Usa nel 1961 e dieci anni dopo fu messa in commercio in Italia. Le donne che assunsero la prima generazione di pillola anticoncezionale, non erano coscienti che si trattava di una “bomba” agli ormoni, efficace si, ma colpevole di diversi effetti collaterali, dipendenti in verita’ da una predisposizione personale alla ritensione idrica o al rigonfiamento degli arti inferiori, ma soprattutto di aver fatto arrivare fino alla nostra generazione la falsa credenza che “la pillola fa ingrassare”. Indubbiamente la pillola è cambiata rispetto agli inizi. Il contenuto in estrogeni è sceso, passando dai 150-100 microgrammi delle prime formulazioni sino ai 15. Se prima interferiva con i processi metabolici del glucosio e dei lipidi, aumentando il colesterolo e diminuendo la sensibilita’ all’insulina, peggiorando il profilo lipidico delle donne che la prendevano, oggi gli effetti collaterali sono modesti.
Questi alcuni dei motivi per cui la ricerca farmacologica non ha mai smesso di studiare metodi per evitare gravidanze indesiderate alternativi al classico farmaco che si prende tutti i santi giorni (o al massimo 21 giorni su 28). Negli anni è infatti andata crescendo la paura di nuocere al proprio fisico a causa della consapevolezza che la pillola anticoncezionale è pur sempre un farmaco e, primo fra tutti, affatica il fegato. Per non parlare poi di tutte le voci che sostengono che l’uso prolungato di questo dispositivo aumenti la possibilità di insorgenza di tumori femminili. Si è iniziato, allora ad abbassare la dose di ormoni e ad evitarne il passaggio attraverso il fegato, eliminando l’assunzione orale, sostituendola con quella trans-dermica o con quella locale, aumentando la tollerabilita’ del contraccettivo.
L’anello vaginale, in Italia, è poco conosciuto e usato. Si tratta di un contraccettivo ormonale combinato (cioè che contiene, come la maggior parte delle pillole, due tipi di ormoni, estrogeni e progestinici), a forma di anello trasparente flessibile. Viene direttamente inserito dalla donna in vagina e rimosso dopo 3 settimane, con una settimana di intervallo, durante la quale appariranno le mestruazioni. Esso, come la pillola, inibisce l’ovulazione, ma agendo direttamente all’interno dell’utero.
Possiede la grande comodita’ di non doverlo ricordare quotidianamente e quindi di non avere problemi in caso di mancata assunzione. Certo, la modalita’ di utilizzo richiede una buona conoscenza del proprio corpo, ed è dunque sconsigliato alle giovanissime. Per loro è sicuramente più adatto il “cerotto” o “patch”, così chiamato per la sua somiglianza con quello usato per coprire le piccole ferite, ma che ha lo stesso funzionamento di quelli concepiti per smettere di fumare, per combattere il mal di mare o per la menopausa. Ha l’aspetto di un rettangolo grande circa 4 x 5 cm, con un lato adesivo che la donna può posizionare su qualsiasi parte del corpo (le più comode e usate sono le natiche e l’avambraccio), facendolo aderire bene sulla pelle e avendo cura di non usare nessun tipo di crema sulla zona scelta per l’applicazione. Va tenuto per tre settimane, cambiandolo pero’ ogni sette giorni, ogni volta in un punto diverso, evitando sempre, pero’, il seno.
Durante questo periodo il cerotto rilascera’ gradualmente la quantità di ormoni necessaria a bloccare l’ovulazione, quantità che verra’ assorbita attraverso l’epidermide. Dopo di che, si avra’ allo stesso modo un periodo di pausa di una settimana durante il quale comparira’ il ciclo. Anche in questo caso, dunque, viene eliminato il passaggio attraverso l’apparato digerente e, come per l’anello, il dosaggio ormonale è leggermente minore rispetto a quello di una qualsiasi pillola. Indossare il cerotto consente inoltre di fare sport anche in modo intenso, docce, bagni caldi, la cui temperatura non deve superare pero’ i 40° C. Il patch ha pero’ alcune controindicazioni: non va usato, per esempio dalle donne dal peso superiore agli 88 chili, perché gli ormoni in esso contenuti non sono sufficienti a bloccare la gravidanza. è evidente come questo nuovo farmaco anticoncezionale si riveli più comodo, non certo ingombrante, e capace di sollevare le donne dall’obbligo di ricordarsi di assumere oralmente giorno dopo giorno la famosa pillola. Poi c’è il bastoncino: un filamento lungo 4 cm e largo 2 millimetri, da inserire sottopelle, nella parte interna del braccio con anestesia locale. Lo si può anche dimenticare, a differenza della giornaliera pillola, perché rilascia ormoni per tre anni con efficacia pari al 100%. Ha il vantaggio di non contenere estrogeni e quindi è particolarmente indicato nei casi di tensione mammaria, aumento di peso, problemi cardiovascolari. è invece controindicato alle donne che soffrono di malattie epatiche, tromboflebiti o che hanno avuto un tumore al seno.
Considerando pero’ che l’anello e il cerotto sono contraccettivi ormonali, essi posseggono come controindicazioni le stesse della pillola: non possono usare questi metodi le donne con perdite di sangue vaginali da cause non ancora accertate, un’insufficiente funzionalita’ epatica, malattie comportanti un aumentato rischio cardiovascolare (ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, patologie trombo-emboliche, diabete con complicanze vascolari, severa cefalea), o fumano sigarette in elevata quantità (ad esempio più di 20 al giorno), soprattutto se in età superiore ai 35-40 anni. Inoltre l’anello viene, nella metà dei casi, “avvertito” dal partner nel momento del rapporto sessuale e questo a volte può creare non poco disagio. Da parte sua, il cerotto presenta una problematica “estetica”: non è facile da nascondere d’estate, al mare. Infine, può essere utile sapere che da qualche tempo la pillola, e ora i cerotti, hanno un ruolo anche in dermatologia. Per far sparire i brufoli dell’acne e migliorare l’aspetto della pelle. Fra i vantaggi accertati, nelle donne che producono troppo testosterone, e quindi hanno eccessiva peluria (i famosi baffetti), perdono capelli al vertice della testa (un po’ come gli uomini) e soffrono di acne, la pillola può essere d’aiuto perché mette a riposo l’ovaio, responsabile della maggior produzione di ormoni maschili, come il testosterone.
Nelle giovani che praticano sport, invece, aumenta il rischio di smagliature (che si possono prevenire con creme specifiche).
Insomma, utilizzando con accortezza e costanza i metodi anticoncezionali di nuova generazione, si rischia di meno e c’è l’imbarazzo della scelta. Per evitare, in maniera più cosciente, le “lacrime di coccodrillo” tipiche del passato.