della Dott.ssa Gabriella La Rovere
Olmo, tiglio e betulla sono tre comuni piante da cui si estraggono principi attivi tradizionalmente utilizzati in cosmesi
Capita spesso, durante una passeggiata all’aria aperta, di fermarsi a riposare sotto l’ombra di un albero e di trascorrere così piacevoli istanti, rinnovando un legame con la natura, oggi sempre più raro. Nell’immaginario collettivo, in effetti, da sempre gli alberi sono considerati il simbolo stesso della natura, tanto da essere stati associati nel corso della storia alla madre terra, alla vita e, adesso, al macroconcetto d’ambiente. Tuttavia, la maggior parte di noi, ignora che gli alberi, o meglio la loro corteccia, le loro foglie, la loro resina, possono possedere anche importantissime qualità curative per la nostra pelle. Prendiamo in considerazione, come esempio, tre alberi piuttosto diffusi nel nostro paese: l’olmo, il tiglio e la betulla.
L’olmo (Ulmus campestris)
Appartiene alla famiglia delle Ulmaceae. è un albero che può raggiungere un’altezza di 30 mt., diffuso nel Centro e Sud Europa e persino in Africa settentrionale, dove sembra sia stato introdotto dai Romani. Le sue foglie si presentano alterne, acuminate all’apice e asimmetriche alla base. I suoi fiori sono di colore verdastro e compaiono prima delle foglie, mentre il suo frutto è un achenio. In antichita’ l’olmo, oltre a simboleggiare l’amicizia e l’unione matrimoniale, era considerato l’albero sacro a Morfeo. Nel Medioevo, invece, esso divenne l’albero legato alla giustizia. Il primo a parlare delle qualità mediche dell’olmo è Plinio, che ne illustra la capacità cicatrizzante e lenitiva delle foglie e della corteccia. Oggi le parti che se ne utilizzano sono essenzialmente la corteccia interna dei rami e le gemme. La qualità principale dell’olmo è quella depurativa e in cosmesi se ne utilizza la corteccia come ingrediente base di decotti per lavaggi.
Il Tiglio (Tilia cordata)
Della famiglia delle Tiliaceae. è un albero che cresce spontaneo nei boschi collinari e montani dell’Italia settentrionale e centrale. Le sue foglie sono lunghe fino a 15 cm e si presentano caduche, cuoriformi. I suoi fiori, di colore giallastro e dotati di vari stami, sono molto profumati. I frutti, di forma sferica, hanno un lungo picciolo e sono interamente coperti da peli corti. Secondo alcuni storici il nome “tiglio” deriverebbe dalla parola telum, che significa giavellotto, perché anticamente il suo legno veniva usato per fabbricare quest’arma. Il tiglio è collegato al mito della ninfa Filira, che si fece trasformare in albero dal padre Oceano per l’orrore di aver generato Chirone, metà umano metà cavallo. Le parti che se ne utilizzano sono le infiorescenze e la corteccia. Visto l’elevato contenuto in mucillagini, il decotto che si ottiene dai fiori del tiglio, è particolarmente indicato nella cura delle dermatosi pruriginose.
La betulla (Betulla alba)
Fa parte della famiglia delle Betulaceae. è un albero comune nei boschi delle Alpi e degli Appennini, che raggiunge i 15-18 metri d’altezza, con tronco liscio slanciato, coperto da una corteccia argentea. Le sue foglie sono ovali, appuntite, dotate di un lungo picciolo. I fiori sono riuniti in infiorescenze, dette amenti.
Il suo nome deriva da betu’, nome celtico della pianta, che significa battere, probabilmente in riferimento all’uso che ne veniva fatto. I Celti, infatti, usavano i suoi rametti per “battere” l’aria, in modo da scacciare gli spiriti maligni. La betulla è un albero aurorale, cioè il primo della foresta nordica a mettere le foglie.
Nel Medioevo era considerato l’albero della saggezza. In cosmesi con la corteccia della betulla si ricava un decotto, utile per ridurre eccessi di sebo sul cuoio capelluto, togliere la stanchezza ai piedi e combattere la cellulite se utilizzato nei bendaggi. Con le foglie di betulla si ottiene, invece, un infuso utilizzato come tonico per la pulizia e la tonicita’ della pelle, per lavaggi di piaghe e per togliere arrossamenti dal decolletè.