Secondo diversi autori, l’aumento delle patologie infiammatorie, specie quelle su base autoimmune, sarebbe proprio di un processo evolutivo dell’uomo particolarmente influenzato dagli attuali stili di vita. L’alimentazione, divenuta sempre più ipercalorica, e la minore attività fisica tipica delle società in cui prevale la sedentarietà, hanno determinato la crescita delle persone obese, il cui tessuto adiposo sarebbe in grado di produrre diverse molecole pro-infiammatorie che tramite complicatici passaggi biologici darebbero inizio e sosterrebbero diverse patologie, anche cutanee, in cui la componente infiammatoria svolge un indiscusso ruolo fondamentale (diabete mellito, psoriasi, arteriosclerosi, allergie, dermatite atopica ecc.). Ciò ha portato la ricerca a indagare su come intervenire sia correggendo la dieta dei malati, sia prescrivendo una maggiore mobilità e attività fisica, che attraverso principi attivi in grado di interrompere la cosiddetta cascata di eventi che caratterizzano i processi infiammatori.
In dermatologia, molta attenzione è stata posta sul Mometasone furoato, un glucocorticoide di media potenza usato localmente per ridurre infiammazione, prurito ed eritema, sintomi comunemente presenti in diverse patologie della pelle. La molecola è un profarmaco della forma libera, Mometasone, che agisce legandosi ai recettori presenti in vari tipi di cellule immunitarie in modo da ridurre il rilascio delle sostanze implicate nel processo infiammatorio. Il rationale del suo uso sta proprio nella sua capacità, sotto forma di unguento, lozione o crema, di ridurre lo stato infiammatorio dei tessuti nell’ambito della cura di patologie come la psoriasi e diversi eczema e, in formulazione spray nasale in caso di rinite allergica, e come areosol nell’asma bronchiale. La formulazione in lozione è indicata per il trattamento di dermatiti e disturbi del cuoio capelluto o di altre superfici cutanee con presenza di peli. Volendo approfondire il possibile uso di questa molecola nella cura di dermopatie acute e croniche, oltra alla già ricordata psoriasi, che come è noto clinicamente è caratterizzata da chiazze arrossate, ispessimenti, desquamazione bianco-argentea e talvolta prurito, l’indicazione elettiva sono anche la dermatite atopica, le dermatiti da contatto, la dermatite seborroica, la dermatite irritativa, le neurodermatiti, l’eczema da stasi, la disidrosi, l’eritema solare, il prurito ano-genitale. Condizioni in cui la componente infiammatoria è riconosciuta come una della cause eziopatogenetiche costanti e immancabili. Il mometasone furoato deprime la formazione, il rilascio e l’attività di diversi mediatori endogeni dell’infiammazione, tra cui prostaglandine, chinine, istamina, enzimi liposomiali e sistema del complemento. Inoltre il composto modifica la risposta immunitaria dell’organismo. Qualunque sia la patologia e la formulazione farmaceutica adoperata, il farmaco va applicato solo sull’area interessata perché il suo uso può dar luogo a vari effetti collaterali che possono aumentare sintomi preesistenti quali l’arrossamento, il prurito e la secchezza della pelle, ma anche di nuovi quali l’acne e le discromie cutanee. L’applicazione della crema o della soluzione può comportare anche la comparsa di dolore, sensazione di bruciore e reazioni cutanee nel sito di applicazione, tipo foruncolosi e più raramente di follicolite. Ciò significa che il ricorso ai farmaci a base di mometasone furoato, è controindicato sia in chi soffre già di acne volgare, sia nei malati di rosacea facciale, sia in chi mostra già atrofia e secchezza cutanea, dermatiti da pannolino o allergia ad altri corticosteroidi. Le preparazioni topiche al cortisone sono solitamente i primi prodotti impiegati per la cura di lesioni apparentemente non gravi o delle prime scottature solari, ma molta attenzione va data ai pazienti che soffrono di infezioni della cute a origine micotica (candidosi o dermatofitosi), virale (verruche volgari, mollusco contagioso, infezioni da herpes simplex o herpes zoster, varicella) e batterica, specie se caratterizzate da bollicine ripiene di pus (impetigine, piodermiti) . L’ utilizzo di tutti i prodotti cortisonici topici è del tutto controindicato nei pazienti affetti da tubercolosi cutanea o da scabbia. Sconsigliabile infine usarli per lunghi periodi o su un’ampia superficie della pelle, nelle pieghe e nelle lesioni, e sotto un bendaggio occlusivo non traspirante, perché il principio attivo può passare nel sangue e influenzare alcuni ormoni, oltre ai valori della glicemia, e ciò impone particolari misure di controllo in corso di gravidanza o allattamento. Un ulteriore aspetto da non sottovalutare è che il medicinale può modificare l’apparenza delle lesioni, creando delle difficoltà di diagnosi al medico con conseguente rallentamento della guarigione. La quantità di farmaco applicato nei bambini deve essere molto ridotta e attenzione al fatto che il pannolino può fungere inconsapevolmente da bendaggio occlusivo. Non è noto se il medicinale passi nel latte materno. L’ uso prolungato del prodotto può dare luogo a fenomeno di ipersensibilizzazione che richiede la sospensione del trattamento.