Esiste una età biologica e una anagrafica che spesso non coincidono e oggi sappiamo che l’aging non è un processo legato solo al passare del tempo
dott. Giulio Franceschini Dermatologo -Direttore di Villa Salus Anti Aging Center Assisi
a cura di Sabrina Guzzoletti
Nonostante l’uomo abbia sempre pensato a come sconfiggere i segni del tempo, la ricerca scientifica sulle cause d’invecchiamento è relativamente giovane. E in realtà, gli sforzi si sono concentrati soprattutto sulla prevenzione, il miglioramento e la cura delle malattie che compaiono con il crescere dell’età. è evidente, infatti, che l’invecchiamento non è di per sé una malattia, ma un processo multifattoriale che, progressivamente, porta al degrado dei principali sistemi dell’organismo: il sistema nervoso, il sistema endocrino, il sistema immunitario. Oltre, a un coinvolgimento dell’apparato cutaneo e muscolo articolare che sono fra i primi a mostrare segni di cedimento. Gli scienziati hanno identificato diversi meccanismi cellulari e biochimici che intervengono nel corso della vita, a diversa età e con differente intensità, minando funzioni dell’organismo che portano a condizioni di sofferenza e patologie degenerative che, a loro volta, con l’andare degli anni riducono le probabilità di sopravvivenza. Ma a che età si può dire che inizi il processo dell’invecchiamento? Per rispondere a questa complessa domanda ci siamo rivolti al dott. Giulio Franceschini, uno dei maggiori esperti italiani sull’argomento. “Nonostante qualcuno dica, in maniera vera ma provocatoria, che l’invecchiamento comincia quando l’embrione inizia a crescere, sappiamo che invecchiare vuol dire molto più che il semplice passare del tempo. Il processo assume infatti significati che sono diversi a seconda degli individui, delle società e culture in cui essi vivono. Inoltre, ognuno vive questo fenomeno in una maniera estremamente individuale tenuto conto che ci sono fattori genetici, cause endogene e stili di vita che influenzano in maniera certa l’invecchiamento del nostro organismo”. Se è quasi impossibile stabilire un momento della nostra vita in cui s’inizia a invecchiare, studi condotti a livello neurobiologico, dimostrano che il lento, progressivo e inesorabile declino delle capacità mentali che trova il suo picco in una tarda età, comincia ben prima, intorno ai 30 anni, e la nostra memoria comincia a perdere colpi intorno ai quaranta. “Bisogna distinguere – continua Franceschini – fra invecchiamento e vecchiaia. L’invecchiamento dei nostri organi e tessuti è direttamente legato al fattore tempo, mentre il riconoscimento di una condizione di vecchiaia varia da individuo a individuo, dovendosi considerare l’età biologica e quella anagrafica di ogni individuo. Quest’ultima è decisamente cambiata: fino a vent’anni fa, già a 50 anni si faceva cominciare la terza età, oggi i sociologici la fanno iniziare dopo i 65 anni, e poi dicono che c’è una quarta e una quinta età. In realtà, quella biologica è la vera età di ognuno di noi e spesso non c’è una perfetta identità fra le due età”. Senza dimenticare che esistono differenze fra uomini e donne. “Oggi le donne hanno un’attesa di vita che supera gli 85 anni mentre per gli uomini è intorno ai 78. Ciò sembra essere dovuto a una maggiore attività protettiva sul sistema cardiocircolatorio e sul sistema nervoso centrale. Quello che appare evidente è che, a parità di condizioni di salute, le donne conservano più a lungo le capacità di pensiero di percezione, di sensibilità e la velocità di reazione. Qualcuno ha ipotizzato che questo vantaggio per il sesso femminile sia favorito da minori livelli di stress, da una più equilibrata alimentazione e da un più regolare ritmo sonno-veglia. Ma quello che conta di più nel definire la progressione dei processi che, a partire dalla pelle, consideriamo segni dell’ invecchiamento è la valutazione dello stress ossidativo dell’individuo. Come è noto, esso è determinato da un eccesso di radicali liberi o da una carenza di molecole antiossidanti, ed è oggi considerato, all’interno della comunità scientifica, una delle principali cause dell’aging e di alcune patologie. Per questo motivo negli ultimi anni lo studio di molecole antiossidanti in grado di prevenire o combattere gli effetti dannosi prodotti da un eccesso di questi radicali, ha avuto un notevole incremento”. Cosa succede a livello cellulare e molecolare a causa dello stress ossidativo? “Si assiste all’ossidazione dei gruppi –SH delle proteine con conseguente perdita dell’attività biologica; alcune basi del DNA vanno incontro a ossidilazione e quindi a mutazioni geniche; si assiste infine al disassemblaggio del citoscheletro e alla perossidazione lipidica e quindi a una possibile alterazione della struttura della membrana cellulare. La novità – conclude il dottor Franceschini – è che oggi questi fenomeni si possono combattere tramite nutriceutici innovativi capaci di agire all’interno dell’organismo, contrastando le cause che quotidianamente danneggiano non solo il nostro aspetto estetico, ma tutti i nostri sistemi biologici. Affiancando l’azione che i dermocosmetici svolgono, all’esterno, direttamente sulla cute. Forse nel futuro vivremo più a lungo rispetto a oggi, ma tramite queste accortezze e un miglioramento del nostro stile di vita siamo già in grado di vivere più in salute e di allungare i termini della nostra giovinezza allontanando quelli della vecchiaia”.