Nel gemello più grasso invecchia prima la pelle
Per comprendere le cause principali che accelerano il fotoaging cutaneo sono state studiate coppie di gemelli mono e dizigoti. Sotto accusa fumo e obesita’
della dott.ssa Silvia Soligon
Diversi studi sono stati focalizzati sull’identificazione dei fattori esterni all’organismo che contribuiscono in modo significativo al danneggiamento della pelle, in modo tale da poter ridurre i comportamenti a rischio. L’ultimo in ordine di tempo, condotto da ricercatori di Cleveland (Ohio) e pubblicato dalla rivista Archives of Dermatology, ha inaspettatamente identificato nel sovrappeso una delle condizioni che favoriscono i processi di invecchiamento cutaneo. Lo studio condotto dai ricercatori di Cleveland è stato focalizzato proprio sui fattori che favoriscono la formazione delle rughe e i cambiamenti di pigmentazione nel cosiddetto photoaging, ossia l’invecchiamento prematuro della pelle causato dal sole. Per poter studiare l’effetto delle sole cause ambientali la variabilita’ dovuta alle differenze genetiche tra gli individui è stata minimizzata coivolgendo nell’analisi coppie di gemelli. In particolare, la popolazione oggetto dello studio è stata quella dei partecipanti al Twins Days Festival, un raduno aperto ai gemelli e alle loro famiglie che si svolge ogni anno a Twinsburg, in Ohio, nel 2002. In totale sono state coinvolte 65 coppie di gemelli monozigoti o dizigoti di età compresa tra i 18 e i 77 anni. Ciascun partecipante allo studio è stato classificato in base alla storia di cancro alla pelle, all’abitudine di bere e di fumare e al peso. Inoltre utilizzando i criteri di Fitzpatrickè stato possibile determinare il fototipo di appartenenza. Quest’ultimo, come è ben noto, dipende dal contenuto di melanina – in base al quale le pelli possono essere distinte in bianche, brune o nere – e alla capacità di abbronzarsi, ossia di produrre il pigmento in seguito all’esposizione ai raggi ultravioletti. E’ altrettanto certo che i fototipi caratterizzati da carnagioni più chiare, in cui si riscontrano bassi livelli di melanina, si ustionano più facilmente rispetto a quelle scure e, allo stesso tempo, se esposte al sole producono una minore quantità del pigmento, abbronzandosi poco e lentamente. Viceversa, le pelli più scure vanno più raramente incontro ad ustioni e si abbronzano più facilmente. Il grado di invecchiamento della pelle dei soggetti convolti nello studio è stato analizzato utilizzando una scala di fotodanneggiamento basata sulla presenza di rughe e sui cambiamenti nella pigmentazione. I risultati sono stati sorprendenti: se, infatti, è stata riscontrata una forte componente di tipo genetico, il sovrappeso e il fumo sono apparsi essere i fattori esterni più frequentemente correlati all’invecchiamento cutaneo, insieme ad un pregresso cancro alla pelle. Al contrario, il consumo di alcol è stato significamente associato a livelli di fotodanneggiamento più bassi. L’importanza assunta dal sovrappeso in questo processo è particolarmente sorprendente perché in passato gli indici di massa corporea più elevati erano stati associati a un minor invecchiamento della pelle del viso. Tuttavia, se, da un lato, l’eccesso di grasso può mascherare la comparsa delle rughe, d’altra parte l’adipe in eccesso aumenta la sensibilita’ della cute ai danni. Il quadro generale ad oggi a disposizione suggerisce poche e semplici regole comportamentale per prevenire l’invecchiamento cutaneo. Modificare il proprio stile di vita, evitando di fumare e di ingrassare troppo e utilizzando opportuni filtri solari durante l’esposizione al sole, può collaborare a mantenere la pelle giovane.
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