Superare i limiti della dermocosmesi

del dott. Salvatore Curatolo, dermatologo Osp. G. Garibaldi -Catania

Per potenziare l’efficacia di molti prodotti cosmetici utilizzati nella lotta all’aging si può ricorrere all’ausilio di un sistema che combina in se più tecniche sperimentate in estetica da anni.

Diciamo una banalita’ se affermiamo che la dermocosmetologia ha fatto passi da gigante? Forse si’, pensando a quelli che potra’ ancora fare. Specie se si diffondera’ fra gli specialisti un approccio più completo e corretto per cui il percorso di ringiovanimento del viso dovra’ sempre considerare i tessuti nella loro totalita’, cioè a livello cromatico, sostanziale e strutturale. La dermocosmesi ha come obiettivi finali il rallentamento dei processi fisiopatologici di ageing cutaneo e un miglior recupero tissutale. Finalita’ cui oggi si può puntare attraverso elementi di fortissima innovazione tecnologica e le più recenti scoperte scientifiche nel campo dei peptidi. Basti pensare, a esempio, ai cosmetici a base di argineline® o synake® (piccole frazioni proteiche a basso peso molecolare) che svolgono un’attivita’ di tipo neuro-sinaptico simile. C’è in essi un significato biochimico preciso: combinandosi a livello del recettore della sinapsi muscolare ultima provocano una sospensione della contrazione muscolare. Altri esempi sono il biopeptide cl ® GHK tripeptide messaggero (frammento della catena del collagene) particolarmente indicato nei processi di riparazione cutanea, o molecole come i Ceramidi o il D.M. A.E. (dimethylaminoethanol) che negli Stati Uniti e in Brasile stanno spopolando. E’ noto pero’ il loro limite: i principi attivi dei dermocosmetici non arrivano in profondita’ li’ dove servono nutrimenti e risorse alla pelle stessa.

A questo proposito è recentemente arrivata in Italia una nuova apparecchiatura di ausilio in dermocosmetologia. Si chiama UP-5® ed è supportata da un pedigree di assoluto rispetto. Questo sistema si basa sulla combinazione di tecniche e principi già adoperati nel campo estetico: iontoforesi, fotobiostimolazione, micromassaggio, che integrati e utilizzati simultaneamente costituiscono un eccellente esempio di come sia possibile agire in modo semplice e a 360° nella strenua ricerca dell’eterna giovinezza – leggasi rinnovamento – della pelle. Analizziamo adesso, i meccanismi che possono spiegare i risultati raggiungibili. Per recuperare la tonicita’ dei muscoli mimici del viso e del collo, il micromassaggio combinato a correnti elettriche può rappresentare un valido complemento alle altre tecniche antiaging proprie della medicina estetica. La vibrazione della testina che viene a contatto con il viso della paziente sia con movimenti modulati a 3 dimensioni e a varie frequenze di oscillazione che vanno da 70 a 120 Hz, sia mediante treni di impulsi a onda quadra di elettrostimolazione muscolare. L’attivita’ di fotobiomodulazione cellulare, è svolta invece tramite luci emesse da una sorgente a diodi LED che rilascia fotoni con un basso potere d’incidenza, in grado di esercitare effetti positivi sulle cellule sia a livello morfologico che molecolare. La luce viene assorbita dai citocromi dei mitocondri, con conseguente aumento dell’attivita’ metabolica delle cellule bersaglio e una maggiore disponibilità di energia cellulare. Gli effetti della fotobiomodulazione sono differenti in base alla lunghezza d’onda e colore di ogni singola luce. I fasci di luce Led utilizzati nell’apparecchiatura in questione sono tarati a tre differenti lunghezze d’onda: a 650nm la luce rossa è attiva in caso di edemi, gonfiori localizzati, stasi linfatica e capillare (teleangectasie), e anche nei casi di pelle ruvida ed edematosa, come pure nei casi di cellulite nodulare in fase iniziale.

A 450 nm la luce blu risulta ideale per il trattamento di rughe, cute congestionata o couperosica. Inoltre, la luce blu contrasta i batteri responsabili dell’acne e le porfirine (con le quali ha un’alta affinita’). Per finire, a 808 nm la luce infrarossa è efficace contro l’invecchiamento precoce della pelle, attenuando le piccole rughe, i cedimenti cutanei, l’ipossia cellulare, la disidratazione e le discromie. Ha, inoltre, un effetto termico rilevante per la stimolazione del derma all’attivazione della formazione dei fibroblasti e al ricompattamento della matrice del collagene. Altra tecnica adottata da UP-5® è la iontoforesi, metodo di veicolazione transdermica di principi attivi. Si ottiene applicando una specifica corrente elettrica positiva, il più delle volte pulsata, e di una corrente negativa che guida gli ioni negativi all’interno del tessuto interessato. Questa metodica, grazie al fenomeno della elettrosmosi, permette il trasporto e l’assorbimento nei tessuti di molti dei principi attivi contenuti nei dermocosmetici, soprattutto molecole o peptidi anche di elevato peso molecolare.

A questo punto è naturale chiedersi quali possano essere i campi di applicazione dell’apparecchiatura stessa che per esperienza diffusa da’ il suo meglio nel rinnovamento cutaneo di viso e decolletè, nella cura della pelle acneica, asfittica, atonica, couperosica, disidratata, e grassa. Oppure nell’effettuare un peeling con effetto lifting, anche in caso di rughe da danno attinico e cloasmi. Valido il suo utilizzo pure per micromassaggi del cuoio capelluto e riattivazione del microcircolo, o in caso di seno rilassato. (Bibliografia su richiesta)