dei dott.ri Alessandrini Giuseppe (Lecce), De Rosa Mario (Napoli), Miori Lucio (Pavia)
L’azione sinergica di acido ialuronico ad alto peso molecolare e inibitore delle ialuronidasi nella biostimolazione cutanea: valutazione clinico-strumentale
La moderna cosmetologia si propone, con formulazioni sempre più ricercate, di contrastare i processi di invecchiamento fornendo elementi chimici, capaci di neutralizzare i radicali liberi e le molecole destrutturanti il derma, ed elementi strutturali quali collagene, elastina, glicosaminoglicani (GAG). La reale efficacia di queste formulazioni topiche è pero’ contrastata dalla pelle stessa attraverso la barriera cutanea. Le tecniche microiniettive hanno superato le difficoltà legate alla barriera cutanea, garantendo la possibilità di introdurre quantità importanti di principio attivo in grado di produrre una stimolazione fibroblastica e neoangiogenetica adeguata. La biostimolazione può in definitiva essere considerata come un’evoluzione della cosmetologia moderna in grado di fornire direttamente i principi attivi a livello intracutaneo, permettendo di apportare proteoglicani, GAG (acido ialuronico) e glicoproteine strutturali (collagene). L’acido ialuronico, un polisaccaride formato da una sequenza regolare di migliaia di molecole di acido glucuronico e acetil-glucosammina, è la sostanza oggi più usata in medicina estetica per trattamenti di biorivitalizzazione cutanea. Il contenuto totale di acido ialuronico in un individuo adulto è di circa 15g, prevalentemente localizzati nelle pelle (7,5g). In particolare nella zona viso-collo sono presenti circa 800mg di acido ialuronico. Nella pelle in circa 36 ore la metà di questo polisaccaride è degradato dalle ialuronidasi, e una pari quantità è risintetizzata dalle cellule presenti nei tessuti. In realta’ la degradazione dell’acido ialuronico, non è solo legata all’azione fisiologica delle ialuronidasi, ma anche ad altri fattori, come processi infiammatori, xenobioti, radiazioni UV e altre condizioni ambientali di stress. E’ ben risaputo il fatto che se i processi degradativi prevalgono, si determina una carenza di acido ialuronico, con decadimento del tono della pelle e, nei casi più severi, inestetismi e invecchiamento cutaneo.
econdo la nostra esperienza, il giusto approccio terapeutico consiste quindi nell’introdurre con microiniezioni a livello cutaneo una quantità maggiore possibile di acido ialuronico, con caratteristiche chimico-strutturali sovrapponibili a quelle comunemente presenti nel corpo umano (peso molecolare vicino ai 1.200.000 Dalton). In una nostra personale ricerca, è stato utilizzato un prodotto a base di acido ialuronico biotecnologico ad elevato peso molecolare (ca. 1.200.000 Dalton), alla concentrazione di 1,6%, contenuto in siringa sterile monouso preriempita di 1 ml di soluzione, fornita con 2 aghi (30G). Sono stati reclutati 62 pazienti (44 femmine e 18 maschi, età media 47,5 anni), che sono stati sottoposti a trattamento di biostimolazione del volto con tecnica a micropomfi, (0,5 ml per emifaccia), associando nell’emifaccia destra un trattamento concomitante topico con un gel inibitore delle ialuronidasi – CombHyal® – dopo ogni seduta e a domicilio per ulteriori 3 giorni.
Biostimolazione con acido glicolico Ci si è attenuti a uno schema di trattamento che prevedeva una seduta ogni 15 giorni per 3 volte e a un richiamo a distanza di un mese (per un totale di 4 sedute). Per una corretta analisi dei risultati si è provveduto a elaborare una valutazione clinico-strumentale, che prevedeva, al tempo basale, dopo ogni trattamento e a 2 mesi di distanza dall’ultimo trattamento, una lettura dell’indice di idratazione dell’area trattata, mediante apparecchio Dermalab USB (Cortex Technology) e a una valutazione soggettiva del miglioramento delle rughe e del turgore cutaneo, mediante una classificazione numerica (da 1 a 3). Tutti i pazienti non hanno praticato trattamenti concomitanti e sono stati invitati a non modificare le normali abitudini di detersione e idratazione della cute del viso.I risultati dell’andamento dell’indice di idratazione da noi rilevati sono riportati in tabella 1. I risultati della valutazione soggettiva del miglioramento delle rughe e del turgore sono riportati in tabella 2. Biostimolazione con acido glicolico.
In tutti i casi trattati si è osservato un incremento importante dell’idratazione, che persiste a 2 mesi di distanza dall’ultimo trattamento. Anche una valutazione soggettiva del miglioramento delle rughe e del tono cutaneo conferma la validita’ del trattamento. Un’analisi dei risultati, globalmente, dimostra una maggiore efficacia del trattamento combinato, nell’emifaccia destra, sede di applicazione del gel inibitore delle ialuronidasi. E’ d’uopo una riflessione: un trattamento convenzionale di biostimolazionezione dell’area viso-collo prevede una quantità di acido ialuronico microiniettato pari a 10-20mg ed è da considerarsi modesta rispetto alla quantità totale presente (800mg) e alla quantità che in continuo viene degradata e risintetizzata (270mg in 24 ore). Nonostante sia poco significativo l’apporto di nuovo acido ialuronico con i trattamenti convenzionali, il fatto che le quantità introdotte sono inizialmente localizzate solo nelle aree degli inestetismi, in cui la carenza di acido ialuronico è più marcata, spiega i buoni risultati in genere conseguiti, caratterizzati pero’ da tempi di efficacia relativamente brevi. L’impiego di un gel in grado di ritardare l’effetto degradativo delle ialuronodasi permette quindi, come evidenziato, una maggiore permanenza in loco dell’acido ialuronico iniettato con un conseguente maggiore risultato confermato dai dati strumentali e oggettivi. Per una corretta, valida e funzionale biostimolazione sono quindi imprescindibili tre aspetti fondamentali: la qualità (espressa in peso molecolare) e quantità dell’acido impiegato accanto a un buon controllo della sua permanenza in sede di inoculo.