dott.ri E. Follador, D. D’Angelo e F. Marini – Pescara
La tecnologia a radiofrequenza si evolve: dallo stimolo termico puro alla ablazione e veicolazione cutanea di principi attivi anti-aging
Una grande varietà di apparecchiature laser e tecnologie elettro-ottiche che sfruttano le radiazioni elettromagnetiche mediante le lunghezze d’onda della luce ultravioletta, visibile e infrarossa, vengono attualmente impiegate per fronteggiare alcune dermopatie, anche di natura neoplastica, oltre che l’aging intrinseco del viso e del corpo, e le diverse manifestazioni del fotoaging discromico e vascolare cutaneo. Nella maggior parte dei casi clinici pero’, e soprattutto in ambito di terapie anti-aging, è l’utilizzo combinato delle tecnologie laseristiche a cui si fa cenno con effetto sia ablativo che non ablativo che consente di ottenere i migliori risultati terapeutici (1). Ed è proprio in dermocosmetologia medica, oltre che in chirurgia, che negli ultimi anni si è affiancata all’arsenale terapeutico dei laser medicali un’altra tecnologia: la Radiofrequenza (RF).
Acido Boswelico e radiofrequenza Come è noto, si tratta di onde elettromagnetiche variabili in frequenza (Hz) da 550.000 Hz. a centinaia di milioni di Hz. Le ritroviamo nelle radiocomunicazioni (onde radio in modulazione di frequenza) fino ai forni a micro-onde per uso domestico, oltre che naturalmente in campo medico-chirurgico già da tempo nei radiobisturi. Da decenni infatti il radiobisturi chirurgico ottiene un effetto di taglio e di coagulo mediante contatto (a differenza dei laser chirurgici che effettuano una chirurgia senza contatto) utilizzabile per realizzare rispettivamente una soluzione di continuo della cute e un effetto di saldatura dei vasi mediante la produzione più o meno ampia di calore.
I circuiti utilizzati dalle apparecchiature possono essere monopolari e bipolari: nei primi il paziente si trova nel circuito (è a contatto con la piastra metallica a esempio), mentre i secondi utilizzano i due poli a contatto (pinza bipolare). I concetti sopra esposti attengono ai tradizionali elettrobisturi a radiofrequenza (o radiobisturi), ai quali ultimamente si sono affiancate apparecchiature elettrochirurgiche in grado di erogare correnti a RF bipolare ma in grado di effettuare oltre alla tradizionale elettrochirurgia anche una fine vaporizzazione epidermica ed eventualmente dermica superficiale, insieme alla tradizionale produzione di calore con generazione a livello dermico di una denaturazione proteica, un ”restringimento” collagenico insomma, e quindi una contrazione dermica. Acido Boswelico e radiofrequenza
Acido Boswelico e radiofrequenza Tutto questo al fine di migliorare i parametri dell’aging del volto come lassita’, in particolare del III° inferiore, della fronte specie a livello dei punti di inserzione del muscolo frontale e della glabella, della regione temporo-orbitale, oltre che del dorso delle mani, insieme con una riduzione della rugosita’, delle macchie senili o solari grazie alla possibilità di operare contemporaneamente una fine ablazione cutanea. Le correnti a Radiofrequenza di ultima generazione del resto vengono utilizzate anche in altri campi specialistici per la rimozione di neoplasie o per il trattamento dell’acne a indicare che la quintessenza dell’elettrochirurgia cioè la coagulazione del tessuto o la distruzione di esso viene comunque rispettata.
Il nostro gruppo di lavoro già da diversi mesi utilizza un nuovo generatore iperpulsante operante a una radiofrequenza di lavoro di 2 Mhz e a potenze medie facilmente controllabili. La tecnica è stata migliorata sia per la ”pulizia del taglio e del coagulo” delicati e senza deposito carbonioso, quindi con capacità rigenerative assimilabili ai ”tagli a freddo”, sia per la possibilità di gestire mediante un manipolo ”resurfacing dedicato” le emissioni elettriche a Radiofrequenza che consentono l’attivazione molecolare dei tessuti cutanei con tempi diversi a secondo della conducibilita’ dei medesimi. La stessa conducibilita’ dei tessuti può essere ulteriormente migliorata utilizzando come mezzo conduttore a seconda del programma utilizzato Acido Boswelico e radiofrequenza
un preparato topico dotato di una conducibilita’ elettrica, a base di acido Boswelico e già sperimentato in letteratura per le strie distensae (6).
Nell’ottica di questi presupposti terapeutici e sulla base della letteratura esistente (7, 8) stiamo studiando l’effetto biofisico della radiofrequenza nell’ambito di un programma anti-aging di viso e corpo. Questo effetto biofisico si basa sulla capacità di conversione dell’energia di un’onda e.m. in calore grazie alla resistenza offerta dai tessuti attraversati. Il calore generato da questa energia a livello del derma superficiale e profondo fa si’ che avvenga o la denaturazione delle fibre collagene con conseguente contrazione immediata e con effetto progressivo nei mesi successivi (radiofrequenze non ablative) o la distruzione di un limitato volume di tessuto in maniera controllata e riproducibile (radiofrequenze ablative). La possibilità, ed è questa la novita’ dell’apparecchiatura utilizzata, di effettuare con lo stesso apparecchio a Radiofrequenza un’ablazione del tessuto cutaneo più o meno fine ed eventualmente e contemporaneamente una stimolazione termica in grado di innescare un processo biologico che porta alla biosintesi collagenica, ci consente, in casi selezionati, di effettuare una terapia anti-aging ablativa di quegli inestetismi come discromie e alterazioni texturali e allo stesso tempo di provocare il ”tightening cutaneo” obiettivo delle apparecchiature a Radiofrequenza. E del resto è proprio nel loro utilizzo recente in Medicina Estetica che si è osservata anche una stimolazione dell’attivita’ dei fibroblasti con sintesi di nuovo collagene di tipo I e aumento della densita’ dermica istologicamente dimostrabile insieme con riduzione volumetrica anche delle ghiandole sebacee. Per ciò che attiene alla nostra sperimentazione possiamo ragionevolmente affermare che questa tecnologia a RF, nella modalita’ bipolare iperpulsante consente di veicolare dei principi attivi in grado di avere un effetto dermoplastico in profondita’ già noto in letteratura, e benchè posseduto dalla formulazione stessa presente sul mercato (preparazione O/A all’1 o 2% di acido Boswelico – Abilast Sharper) è in grado di contrastare cosmeceuticamente la perdita di tono tipica dell’aging intrinseco di viso e corpo. L’applicazione cutanea della RF diviene più confortevole e si è in grado di inibire la lipo-ossigenasi, alcune elastasi e quindi la cascata infiammatoria dermica, oltre a indirizzare l’attivita’ fibroblastica alla produzione di neocollagene. I nostri pazienti vengono trattati per le seguenti indicazioni: ipercromie, acne con seborrea, ringiovanimento viso, mani, decolletè, strie distensae, e abbiamo osservato una grande compliance nonostante l’assenza di anestesia, oltre a un miglioramento apprezzabile di alcune manifestazioni del fotoaging come ipercromie e ispissatio epidermica. Associamo anche a domicilio l’applicazione dell’acido Boswelico 2 volte al giorno sulle sedi anatomiche trattate con RF. Dal punto di vista pratico riteniamo pertanto che questa relativa innovazione tecnologica in ambito di elettrochirurgia a radiofrequenza possa ragionevolmente collocarsi come complementare a metodiche laseristiche più pure, o come metodica ”filtro terapeutico” preliminare ai laser, considerando non da ultimo il buon rapporto gestione/beneficio terapeutico sia per l’operatore che per i pazienti.
BIBLIOGRAFIA
1) Rhytides, laxity, and photoaging treated with a combination of radiofrequency, diode laser, and pulsed light and assessed with a comprehensive grading scale Alexiades-Armenakas M.; Yale University School of Medicine, New Haven, CT, USA.
2) Radiofrequenza nel trattamento dell’acne vulgaris moderata-grave. Ruiz-Esparza J, Gomez JB, Dermatol Surg 2003; 29:333-339
3) Ablazione con radiofrequenza di piccoli carcinomi mammari. Fornante BD et al, Radiology 2004; 231: 215-224
4) Ablazione termica nel trattamento del tumore alla mammella. Radiological Society of North America, 2004
5) Radiofrequenza digitalizzata minimamente ablativa nella gestione dell’acne in fase attiva Luppino I., Serv. Dermatologia ASL3 Catania
6) Valutazione di una crema a base di un estratto di Boswelia Serrata nel trattamento delle strie cutis distensae di recente insorgenza (strie rubrae): studio clinico ed istologico; Benaglia M. et alii; Azienda Ospedaliera S. Gerardo, Amb. Di Dermatologia Cosmetica, Unita’ Operativa di Dermosifilopatia, Monza (Mi).
7) Collagen shortening, an experimental approach with heat, clinical orthopedics and related research. No 337,267-271,1997 Vangsness CT jr. et alii;
8) Can thermal lasers promote skin wound healing? Am J clin dermatol 2003; 4(1):1-12; Capon A, MordonS.
9) Principi teorici dell’utilizzo della radiofrequenza nelle ptosi cutanee della faccia; Hi-Tech Dermo , II, 1,2007, 53-60. P. Cirillo et alii