Come cambia il mercato dell’anti-aging

Sempre più gli italiani che ricorrono a filler e chirurgia plastica per migliorare il proprio aspetto, ma nella lotta all’aging i cosmetici restano i prodotti più utilizzati.

Oscar Wilde affermò una volta: “la verità è raramente pura, e mai semplice”. Sono passati quasi due secoli da quando il grande scrittore ed esteta irlandese pronunciò queste parole, ma ancora oggi sembrano adattarsi in modo stupefacente a qualsiasi aspetto della nostra società, soprattutto quando la si prova a interpretare attraverso i dati e le cifre raccolte dai numerosi centri di ricerca esistenti. Basti pensare alle statistiche emerse da un recente sondaggio condotto dalla International Society of Aesthetic Plastic Surgery (Isaps), una delle più grandi associazioni al mondo di chirurghi plastici estetici, secondo le quali il nostro Paese è il settimo al mondo per quanto riguarda il numero di interventi di chirurgia e medicina estetica eseguiti. Sarebbero infatti ben 192.576 le persone che si sono sottoposte almeno a un trattamento estetico: una cifra piuttosto alta che sembra scontrarsi col luogo comune che vuole gli italiani apparentemente poco interessati all’immagine fine a sé stessa, ancora capaci di giudicare negativamente, e con commenti al vetriolo, la starlette di turno che ricorre al bisturi nel vano tentativo di prolungare la propria notorietà o quantomeno la propria speranza di partecipare al reality show di turno. Eppure, anche questo quadro sembra ormai mutato tanto che il settore dell’estetica anche da noi ha cessato di essere visto come la fiera della futilità e delle vanità per divenire il regno delle opportunità: per vivere meglio il presente e preparare nel modo migliore il proprio futuro. pharmacyInteressante notare come anche il gusto in fatto di ritocchi si è ormai adeguato agli standard di oltreoceano se è vero che in Italia, come nei due paesi che più praticano il ricorso al bisturi, Stati Uniti e Brasile, le procedure chirurgiche più richieste sono l’aumento del seno (1.773.584); la liposuzione (1.614.031); la blefaroplastica (1.379263); il lipofilling (trapianto di grasso autologo) 1.053.890 e la rinoplastica (954.423). La nostra peculiarità di popolo sta semmai nel fatto che fra il bisturi e il trattamento estetico (botulino, filler o cosmetico che sia), è il secondo a vincere, con il 75 per cento delle preferenze. Tra questi ultimi, in controtendenza col resto del mondo, al primo posto ci sono le creme a base di ac. ialuronico o retinolo, seguiti dai filler e poi dalla tossina botulinica, sintomo che la polemica e gli allarmismi in merito alla tossina non si sono ancora spenti nella mente dei pazienti. Una delle spiegazioni data dagli esperti riguardo la predominanza degli interventi più soft, rispetto a quelli molto più invasivi della chirurgia plastica, è che la crisi influisce sulla scelta del trattamento essendo i dermocosmetici meno costosi. Gli studi di mercato indicano che le consumatrici italiane quotidianamente preferiscono utilizzare formulazioni topiche antirughe e che nel solo 2013 sono stati 9.500 i milioni di euro spesi dagli italiani per l’acquisto di questi cosmetici. Tra questi una percentuale importante è costituita proprio dalle creme anti rughe che gli italiani continuano a comprare, solo che a differenza di qualche tempo fa le sue scelte appaiono più mirate. Decidono infatti di puntare sul sicuro, scegliendo marchi e prodotti che conoscono e che in qualche modo lo rassicurano sull’effetto che otterrà con il loro utilizzo. Nella sua scelta diventa essenziale l’informazione veicolata dal farmacista e dal medico di fiducia. Se la tendenza verrà confermata anche nei prossimi anni non ci vuole una sfera di cristallo o chissà quali poteri divinatori per capire che il mercato cosmetologico vedrà prevalere quelle aziende che più del packaging si preoccuperanno dell’efficacia dei trattamenti da loro proposti. Una evoluzione che premierà chi nel tempo avrà investito risorse importanti nella ricerca di componenti attive realmente innovative ed efficaci. Per concludere, se è vero che bisturi e siringhe non fanno più paura come dieci anni fa, il settore cosmetologico resta il vero dominatore del mercato della bellezza e degli anti-aging restando più o meno a livelli costanti nonostante le difficvoltà e le crisi economiche. L.Z.