Gli unici farmaci che hanno l’indicazione per il trattamento dell’alopecia androgenetica sono il minoxidil topico, alle concentrazioni del 2% e 5%, e la finasteride orale. Curiosamente per queste due molecole, una utilizzata per via topica (lozioni, schiuma) e la seconda esclusivamente per via orale (1 mg al giorno) si sta recentemente consolidando un utilizzo “incrociato” poiché per quanto riguarda il minoxidil sono disponibili dati di efficacia clinica importanti nel trattamento dell’alopecia androgenetica con un utilizzo orale (1-4 mg/die), mentre per la finasteride sarà a breve disponibile una formulazione applicabile per via topica (lozione). Per la finasteride topica sono disponibili dati di efficacia clinica sovrapponibili a quelli della finasteride orale, ma con una significativa minore esposizione sistemica alla molecola; aspetto questo che si traduce in un miglioramento della tollerabilità e della sicurezza. Entrambi i trattamenti, una volta iniziati, devono essere continuati indefinitamente e con dei risultati clinici spesso non immediati. Recenti ricerche sui meccanismi fisiopatologici delle forme di alopecia, in particolare quelle androgenetiche, hanno evidenziato che cinque processi a livello cellulare e biochimico svolgono un importante ruolo in questa patologia. La loro comprensione mostra risvolti clinici che potrebbero giustificare diverse strategie terapeutiche, mirate a migliorare l’efficacia clinica dei trattamenti con il minoxidil e la finasteride attraverso protocolli, alternativi o a loro complementari.
Alterazione del sistema di messaggio del pathway Wnt/Beta catenina
Il sistema di segnale cellulare Wnt/Beta catenina è stato oggetto di numerosi recenti filoni di ricerca in ambito tricologico, ma non solo. Infatti, è pesantemente coinvolto nel processo di fisiologica crescita del capello e nel processo di wound healing, soprattutto nella fase anagen iniziale in quanto la sua attivazione è fondamentale per la espansione delle cellule staminali localizzate nella zona bulge del follicolo pilifero. L’attivazione Wnt/Beta-catenina è coinvolta nella iniziazione della formazione del follicolo pilifero, nel prolungamento della fase anagen e nella crescita del capello. Il recettore Wnt è presente nella membrana cellulare delle cellule bersaglio. Una volta attivato da specifici agonisti il Wnt è in grado di bloccare un complesso sistema proteico intracellulare che, in condizioni basali, esercita una continua inibizione nei confronti di una particolare proteina: la beta catenina che, non più soggetta all’inibizione del complesso proteico bloccante, può svolgere la sua azione fisiologica a livello intracellulare, inducendo una aumentata espressione genica per fattori che promuovono la crescita cellulare. Il sistema di segnale Wnt/betacatenina può essere alterato da elevate concentrazioni di DHT e l’iperandrogenismo a livello del bulbo pilifero riduce i livelli intracellulari di betacatenina libera, con l’alterazione della fase anagen iniziale.
Microinfiammazione follicolare
La microinfiammazione del follicolo è caratterizzata dalla presenza di un infiltrato perifollicolare a cellule T che successivamente induce un processo di fibrosi mediato da una aumentata espressione di Metalloproteasi. Entrambi questi processi sono ormai riconosciuti come caratterizzanti l’alopecia androgenetica soprattutto nelle fasi iniziali. La fibrosi svolge un ruolo negativo sia su una corretta vascolarizzazione del bulbo pilifero che su una efficace diffusione dei vari segnali biochimici che regolano le fasi del ciclo del capello. Il processo di microinfiammazione sembra avere un importante effetto negativo non solo da un punto di vista patofisiologico ma anche per la terapia. Si è osservato infatti che l’efficacia clinica anticaduta del minoxidil risulta essere inferiore (55% vs. 77%) nei soggetti con AGA e documentata microinfiammazione perifollicolare rispetto ai pazienti con AGA ma senza microinfiammazione, mentre risulta potenziata dall’utilizzo complementare di molecole ad azione anti-infiammatoria.Alterazione dell’equilibrio prostaglandinico
Il sistema prostaglandinico a livello del bulbo pilifero svolge un importante ruolo di regolazione delle varie fasi del ciclo del capello. La prostaglandina D2 (PgD2) ha una azione anti-anagen e in corso di alopecia androgenetica si rileva una sua elevata espressione e anche dell’enzima che sintetizza questa prostaglandina. Per contro la prostaglandina PgE2 ha una azione opposta alla PgD2, in quanto svolge una azione di promozione di crescita del bulbo pilifero. La fisiologica crescita del capello necessita pertanto un delicato equilibrio tra le funzioni PgD2 e PgE2 perché uno squilibrio a favore di PgD2 altera la fase anagen e facilita la caduta del capello. Una interessante strategia anticaduta è quindi aumentare la sintesi di PgE2 o antagonizzare la PgD2.
Stress ossidativo
Tutte le condizioni di aumentato stress ossidativo favoriscono la apoptosi cellulare e una rapida induzione della fase catagen a livello del bulbo pilifero. Studi di istochimica hanno dimostrato che nelle zone affette da alopecia androgenetica si osserva un aumento dei marker di danno ossidativo e di danno al DNA cellulare. A livello del cuoio capelluto ciò può essere causato da sostanze esogene come l’inquinamento e la eccessiva esposizione ai raggi UV.
Alterazione della matrice extracellulare (ECM) del follicolo pilifero
Nei follicoli in corso di miniaturizzazione c’è una progressiva perdita della matrice extracellulare che contribuisce alla riduzione del follicolo pilifero con una conseguente perdita delle strutture di ancoraggio del capello. Una adeguata presenza di collagene di tipo III e VI e di laminina è fondamentale per una fisiologica crescita del fusto del capello. La matrice extracellulare svolge poi una funzione chiave per una corretta ed efficiente comunicazione tra le cellule della papilla dermica e le cellule staminali del bulbo pilifero in relazione alla diffusione dei fattori di crescita. Il DHT sarebbe in grado di influire negativamente nella formazione e nel turn-over della ECM.
I meccanismi patogenetici dell’alopecia, appena descritti, permettono lo studio di sostanze, soprattutto topiche, capaci di contrastare i processi biologici e cellulari che favoriscono il processo di prematura caduta del capello. In ambito dermocosmetico diverse sostanze contenute in prodotti topici possono rappresentare per il dermatologo una strategia addizionale e complementare ai trattamenti farmacologici. In particolare, alcuni oligopeptidi (copper-tripeptide e l’octapeptide 2) agiscono per via topica mimando i principali fattori di crescita coinvolti nella “iniziazione” della fase anagen (Wnt/Beta catenina, KGF) e nel mantenimento della fase anagen (IGF, FGF). La caffeina topica svolge un’azione di inibizione dell’enzima 5-a-reduttasi ma anche una azione di stimolo del sistema Wnt/Beta catenina, favorendo la fase anagen. Ha inoltre un’azione antagonista sulla PgD2 sulla TGFBeta2, la principale citochina coinvolta nell’induzione della fase catagen. Un aminoacido: la taurina mostra un’importante azione di “protezione” del bulbo pilifero grazie ad azioni anti-ossidante, anti-infiammatoria ed osmolitica che favoriscono l’anagen. Sostanze ad azione chelante il ferro, infine, a livello del cuoio capelluto favoriscono una maggiore attività del fattore di crescita HIF (Hypoxia Induced Factor) contrastando gli ioni Ferro liberi che inattiverebbero questo fattore.