Gusto e massaggi a base di tartufo
di Arianna Folgosi
E’ uno degli alimenti più pregiati e ricercati al mondo. Simbolo di lusso e buon gusto è anche ingrediente di innovative formulazioni cosmetiche.
Non tutti sanno cosa sia la idnologia, ovvero la scienza che studia in maniera specifica tutto ciò che c’è da sapere sui tartufi. Simbolo di lusso e squisitezza, da secoli il tartufo è uno degli ingredienti più ricercati da chef e cultori del buon cibo. Si tratta di un tipo di fungo appartenente al genere Tuber, con la particolarità di avere un corpo fruttifero ipogeo, ovvero sotterraneo. Cresce spontaneamente nel terreno accanto alle radici di alcuni alberi o arbusti, in particolare querce e lecci, con i quali stabilisce un rapporto simbiotico. Il tartufo è un alimento estremamente pregiato e ricercato e per questo molto costoso (per alcune varietà, anche oltre 4.000 Euro al kg).
Il profumo penetrante e persistente che lo contraddistingue, e che si sviluppa solo a maturazione avvenuta, ha lo scopo di attirare gli animali selvatici (maiale, cinghiale, tasso, ghiro, volpe), per spargere le spore contenute e perpetuare la specie. Storicamente le prime notizie certe sul tartufo risalgono alla Naturalis Historia, di Plinio il Vecchio. Le origini di questo fungo, come accade per moltissimi frutti prelibati della terra, sono avvolte dalla leggenda. Nel I secolo d.C., Plutarco di Cheronea affermava che era nato dall’azione combinata di acqua, calore e fulmini. Secondo Giovenale, invece, esso sarebbe scaturito da un fulmine di Giove scagliato contro una quercia. Sarà forse per questa vicinanza al padre degli dei, famoso anche per la sua proverbiale sete di sesso, che al tartufo sono attribuite anche notevoli qualità afrodisiache. Oggi, l’Italia è uno dei maggiori produttori ed esportatori di tartufi. Tra i luoghi rinomati per la sua ricerca e il commercio emergono in particolare due città: Casale Monferrato e Tortona. Per il tartufo bianco, invece, sono celebri Alba, la zona di San Miniato in Toscana, quella di Acqualagna in provincia di Pesaro-Urbino, e la provincia di Isernia in Molise. Dal 1990 è l’Associazione Nazionale Città del Tartufo, a occuparsi della tutela di questo prodotto, della sua commercializzazione, della sua promozione e dei territori a esso legati. Le iniziative promosse sono pensate per valorizzare il prezioso alimento e il rapporto con le zone di provenienza riguardando un vasto ambito che va dall’ambiente, all’enogastronomia, al turismo. Il tartufo però, non è solo un alimento tra i più pregiati e costosi.
Nonostante l’odore pungente e, sicuramente, non gradevole, di recente alcune case cosmetiche hanno preso in considerazione l’olio estratto dal tartufo, e alcune sue componenti per diverse indicazioni, dimostrando come possano costituire un ottimo antidepressivo e, in campo estetico, un buon alleato in massaggi distensivi e contro le rughe. L’industria ha così dato vita a diverse linee cosmetiche la cui efficacia è stata testata anche in varie università italiane. Gli oli, le essenze e le creme possono prevenire e curare le scottature nel periodo estivo, migliorare l’acne evitando gli effetti collaterali dei farmaci più aggressivi, distendere la pelle agendo come sostanze antirughe naturali. L’unico inconveniente può essere rappresentato dal costo, decisamente elevato, dei singoli prodotti: questo contribuisce a rendere le diverse formulazioni appartenenti al segmento lusso e soprattutto di nicchia, un po’ come avviene in gastronomia, perché non è a portata di tutti la possibilità di farsi massaggiare con un olio a base di vero tartufo.