Proprietà curative del sedano
di Danilo Panicali
Indispensabile in cucina per insaporire pietanze di ogni tipo, il sedano è conosciuto sin dall’antichità per le sue doti curative.
Ingrediente fondamentale di tante ricette nostrane, il sedano è una di quelle spezie indispensabili in cucina come ben sa ogni appassionato di culinaria e gastronomia. Tuttavia, pur essendo conosciuto sin dai tempi di Omero, il suo utilizzo in tali ambiti è piuttosto recente. Infatti fino al medioevo il sedano era utilizzato principalmente per le sue virtù medicamentose. E non a torto visto che questa pianta appartenente alla famiglia delle Ombrellifere, è ricca di potassio, sodio, fosforo, calcio, selenio e magnesio oltre a una molecola ad azione stimolante detta sedanina. Le sue foglie, invece, contengono vitamina E, A e C. In natura esistono tre tipi di sedano: dulce, rapaceum e silvestre. Il primo è quello più diffuso: ha l’apparato radicale sottile e dritto ed è coltivato soprattutto per il gambo, detto anche costa. Le foglie hanno un picciolo percorso da nervature lungo tutta la sua lunghezza e sono carnose. Le varietà di sedano più coltivate in Italia sono a coste verdi, dorate e bianche. La seconda varietà, conosciuta anche come sedano rapa, si contraddistingue per il tipo di radice a tubero, grossa e rotonda, con polpa bianca, che si mangia cotta o cruda. Infine il tipo silvestre (o sedano da taglio), è di sapore aspro e forte e se ne utilizzano solo le foglie come condimento.
Il sedano viene utilizzato crudo, bollito o soffritto mentre il suo ”cuorè’ può essere consumato fresco in insalata o in pinzimonio, e le coste esterne nelle zuppe e nelle salse. Il tipo più utilizzato nel nostro paese è chiaro o biancastro, colore che raggiunge grazie alla tecnica dell’imbianchimento. Si tratta di una pratica che elimina la clorofilla (artefice del colorito verde) e permette di ottenere un prodotto tenero, croccante, dolce e meno aromatico. Come detto la grande virtù del sedano sta nelle sue numerose proprietà terapeutiche contenute sia nella pianta che nelle foglie, che per la loro ricchezza in olio essenziale risultano anche la parte più attiva. Tradizionalmente, alla pianta sono riconosciute proprietà aromatizzanti, digestive, carminative, diuretiche, emmenagoghe ecc. In passato la radice era utilizzata come componente dello ”Sciroppo delle cinque radici”, utilizzato come depurativo nel trattamento della gotta e delle forme reumatiche e nei disturbi a carico dell’apparato urinario. L’olio essenziale dei frutti ha la capacità di stimolare l’epitelio renale. Inoltre ha azione ossitocica sostenuta dall’apiina, un glucoside dell’apigenina, una delle sue componenti. Una virtù afrodisiaca si dovrebbe a un’azione a livello della circolazione pelvica, che risulta incrementata, e quindi degli organi relativi. Ma non solo: il sedano, come dice il nome, ha anche proprietà sedative, spasmolitiche dovute ad alcuni componenti dell’olio essenziale (metilftalidi). Anche le cumaruie presenti possiedono proprietà sedative e battericide, e hanno manifestato oltre che sugli uomini anche sugli animali, attività tranquillante del sistema nervoso centrale.
Per quanto riguarda eventuali controindicazioni legate al suo utilizzo, se ne sconsiglia il consumo in casi di affezioni renali acute o croniche e in gravidanza. L’uso esterno e in prodotti topici è infine da attuare con molta cautela per la presenza di furanocumarine fotosensibilizzanti (bergaptene). Concludiamo con una curiosità: fino a qualche tempo fa il sedano era usato per conoscere il sesso dei futuri nascituri. La tradizione racconta infatti che se viene messo in testa a una donna incinta, il primo nome da lei pronunciato corrisponderà al sesso di suo figlio.