Noccioline
Siamo abituati a consumarne grandi quantità come accompagnamento dell’aperitivo, ma le arachidi sono un elemento prezioso anche per la pelle
di Simona Corsetti
Noccioline americane, spagnolette, scachetti: sono alcuni dei modi con cui si chiamano le arachidi, i famosi semi di origine americana che Cristoforo Colombo porto’ con sè all’indomani della scoperta del Nuovo Mondo. A partire da quel momento, questo legume – perché proprio di legume si tratta – entra a far parte della cucina europea, finendo sulle nostre tavole in una varietà di modi che vanno dal dolce al salato. Ma da dove proviene l’arachide? Questo legume, circondato dal guscio, è prodotto dal frutto dell’Arachis Hypogea, pianta erbacea appartenente alla famiglia delle leguminose. La curiosità è che il frutto si sviluppa sottoterra. Sebbene ritenute in origine provenienti dal Brasile, oggi sono gli Stati Uniti i maggiori produttori di arachidi, vantandone un consumo annuale procapite di circa 3,5 kg, contro 1 kg del consumatore europeo.
Tra gli altri produttori troviamo anche Argentina, Cina, India, Senegal, Sud Africa e Vietnam. Delle circa 450.000 tonnellate di arachidi importate ogni anno in Europa, più della metà vengono messe sul mercato sotto forma di snack, circa un quarto sono utilizzate per produrre burro di arachidi, mentre la restante parte trova altre destinazioni come prodotti di panetteria. Nel nostro Paese si preferisce consumare le arachidi intere: vendute all’interno del guscio o già tostate, salate o zuccherate, per accompagnare gli aperitivi. Il prodotto che comunque le ha rese famose in tutto il mondo è il già citato burro di arachidi. Sembra sia stato George A. Bayle jr, farmacista americano, a inventarlo nel 1890 come alimento altamente proteico ed economicamente accessibile che potesse sostituire la carne. Da allora il vero ”peanut butter” è quello prodotto negli Stati Uniti secondo la ricetta tradizionale, contenente almeno il 90% di arachidi rigorosamente coltivate in America a cui, dopo averle tostate e macinate, si aggiungono piccole quantità di zucchero e oli vegetali.
Tuttavia, proprio in quanto alimento ipercalorico e ad alto contenuto di lipidi, un uso eccessivo può risultare dannoso per la salute, in particolar modo per chi soffre di problemi cardiovascolari, mentre nei casi di debilitazione o nella dieta degli sportivi può rivelarsi molto appropriato. Tornando all’arachide vera e propria, essa è povera di sodio ma molto ricca di antiossidanti, come l’acido oleico. Altro prodotto derivato da questi legumi è l’olio di arachidi che, tra gli oli di semi, più di ogni altro si avvicina a quello di oliva, e si presta quindi a essere largamente utilizzato in cucina per le fritture, o per la produzione industriale di margarina e maionese. L’olio di arachide può essere anche un prodotto di bellezza: ricco d vitamina E, lo ritroviamo infatti in saponi e altri detergenti, oppure in creme per il corpo. Grazie alla sua consistenza che lo rende particolarmente adatto all’idratazione della pelle, il burro d’arachidi viene talvolta incluso in formulazioni cosmetiche per la cura quotidiana del corpo soprattutto nei mesi freddi, per combattere la secchezza dell’epidermide. L’utilizzo nella cosmesi è tuttavia molto limitato a causa dell’elevato rischio rappresentato dall’allergia alle arachidi, una delle più diffuse in campo alimentare.