Storia e proprietà del Kiwi
La storia del Kiwi nasce in Cina, più di 700 anni fa nella valle del fiume Yang-Tse, che ha dato al frutto il suo nome originario “Yangtao”.
di Maeisa Paolucci
Gli imperatori della Cina lo consideravano una prelibatezza, apprezzavano il suo gusto delizioso e la sua polpa color smeraldo. Il resto del mondo cominciò a conoscere il Kiwi solo nel 1800, quando un collezionista della Società Britannica Reale di Orticultura spedi’ in patria alcuni frutti e i loro semi. E’ così che dall’Inghilterra, nel 1906, i semi dello yangtao giunsero in Nuova Zelanda, dove attecchirono rapidamente trasformandosi in una varietà più grande e saporita. Questa varietà, spedita negli USA intorno al 1960, fu poi chiamata Kiwi in onore dell’uccello nazionale neozelandese. La pianta arriva in Italia come albero da frutto intorno al 1970 e viene coltivato principalmente in Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Veneto, Campania e Puglia in numerose varietà. Ha ramificazioni serpeggianti lunghe 8-10 metri presenta grandi fiori color crema raggruppati in grappoli tondeggianti. Per andare in produzione servono alberi dai 2 ai 3 anni. La femmina produce fiori e frutti e il maschio che invece non produce frutti, ma solo fiori che servono per impollinare la femmina. Il rapporto porta a un risultato di 5 alberi femmine e un albero maschio.
L’albero viene prodotto in laboratorio come talea, oppure viene piantato come selvatico e poi viene innestato, per crescere ha bisogno di molto concime organico e di tanta acqua. Il momento della raccolta in Italia avviene verso la fine di ottobre ed ogni albero può arrivare a produrre fino a 40 Kg. di un frutto costituito da grosse bacche ovoidali ricoperte da una sottile ma robusta epidermide e da una fine peluria bruna, il cui interno è di un delicato color verde. I semi, piccoli e neri sono disposti a raggiera attorno al fulcro centrale. Il Kiwi (actinidia) è una ricca miniera di vitamina C, elemento indispensabile alla vita e alla salute del corpo umano. Questa vitamina è molto delicata e si degrada col calore, la luce e all’aria. Per questo il Kiwi si è dotato di una robusta buccia esterna e di un intenso colore verde nella polpa, il cui pigmento, la clorofilla, è capace di proteggere l’integrità della vitamina C. Importantissima per il potenziamento delle difese immunitarie contro virus e batteri o agenti chimici, questa vitamina assicura una guardia attiva e continua contro i radicali acidi, influenza il metabolismo dei carboidrati e degli acidi grassi per trarne energia, favorisce l’assorbimento intestinale del ferro, minerale indispensabile per la formazione dei globuli rossi del sangue, produce una migliore permeabilità delle pareti dei capillari combattendone la fragilità. Infine quella presente nei Kiwi interviene nel processo di deposizione del calcio e del fosforo nelle ossa e nei denti, minerali essenziali per la salute dell’apparato scheletrico e entrambi contenuti in buona quantità anche all’interno della polpa stessa.
Questo frutto possiede inoltre una elevata quantità di fibra alimentare e la pectina in esso contenuta crea un appagante senso di sazietà, contribuisce a abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, migliora il transito del cibo nel tubo intestinale prevenendo la stipsi, svolge un effetto di controllo sulla glicemia, programmando un assorbimento intestinale del glucosio lento e continuo, condizione questa assai vantaggiosa per chi soffre di diabete mellito.
Come scegliere un kiwi e conservarlo
I Kiwi migliori sono quelli profumati e leggermente morbidi al tatto. A temperatura ambiente si conservano da 3 a 5 giorni, in frigo qualche tempo in più. Se invece avete bisogno di conservare i frutti più a lungo riponeteli in un sacchetto di plastica, in questo caso potete conservarli per 2 o 3 settimane. Il sacchetto di plastica serve a ridurre il calo dell’umidità che aiuta il frutto a conservarsi più a lungo. Se invece riponete il Kiwi vicino a frutta che produce etilene come mele, banane o pere, il processo di maturazione si accelera.