Il finocchio

Da secoli questa pianta è apprezzato per le sue qualità e già Plinio il Vecchio ne decantava le virtù. Ma fu solo nel Cinquecento che…

di Marisa Paolucci

Il finocchio così leggero e così ricco di proprietà salutari per il nostro organismo è molto apprezzato fin dall’antichità. Il finocchio (foeniculum vulgare) è una pianta mediterranea della famiglia delle Ombrellifere. I Romani la conoscevano nella forma selvatica, principalmente per i suoi semi e l’aroma e la usavano soprattutto per la conservazione delle derrate alimentari, la seccavano e la mettevano nelle anfore colme di fichi secchi, olive, oppure erbe sotto aceto. Le virtù del finocchio furono esaltate da Plinio il Vecchio che nei suoi studi aveva osservato che i serpenti, durante la muta della pelle, si cibavano solo di questa pianta. Tradizionalmente si è sempre pensato che i suoi principi attivi aiutassero ad acuire la vista e a tonificare l’organismo. Nel Medioevo, in più, lo si masticava in chiesa durante la predica anche per reprimere i rumori gastrici. L’inizio della sua coltivazione sembra risalire al Cinquecento, quando entro’ a far parte della farmacopea naturale dell’epoca e l’infuso dei suoi semi venne promosso come stimolante e digestivo, e come valido rimedio per arrestare il vomito e come potente diuretico. Si voleva, inoltre, masticarne per rinfrescarsi l’alito e per combattere l’influenza. Oggi se ne coltivano numerose varietà fra cui la dolce o bolognese, di grande bontà e squisitezza.

Il finocchio è ricco di anetolo, un’essenza ad azione antibatterica, presente nei semi e alla base dell’aroma tipico, simile all’anice, molto utilizzato per insaporire i cibi. Proprio il suo gusto così deciso spesso viene usato per coprire ”i difetti” di altri alimenti, dando origine così al verbo “infinocchiare”. Di questo ortaggio si consumano le foglie che formano una massa compatta alla base della pianta mentre i semi vengono utilizzati come spezie e per rendere più digeribili i legumi, per la preparazione di pane, zuppe, verdure cotte o crude, formaggi, bevande, dolci.
L’ apporto calorico del finocchio è basso, non contiene lipidi e amido, è ricco di acqua e ciò spiega le funzioni diuretiche, per cui viene usato nelle diete dimagranti. Il finocchio ha un alto contenuto vitaminico e aumenta la produzione del latte materno, inibisce i processi fermentativi dell’intestino e viene consigliato crudo a fine pasto, in pinzimonio condito con olio sale e pepe. Le foglioline verdi sono la parte più saporita e ricca di minerali e vitamine; tritate finemente si possono gustare in insalata e usare per condire risotti e minestre. Entra a far parte anche di dentifrici e come emolliente e idratante, in lozioni per il viso con pelle a tendenza grassa. Da evitare pero’ per le pelli sensibili in quanto potrebbe provocare reazioni allergiche.

E’ inoltre efficace per lavare i capelli grassi, cui rende una certa brillantezza. Il finocchio si conserva eliminando le coste verdi più grosse e mettendolo in sacchetti con piccoli fori, o in frigo per una decina giorni o anche surgelato dopo averlo ridotto a spicchi e sbollentato, lasciandolo coperto con l’acqua di cottura. Quando si acquista il finocchio è bene controllare le guaine che devono essere compatte carnose e sode. Spesso si sente dai venditori la distinzione tra maschi e femmine, naturalmente non c’è nulla di scientifico, il riferimento è solo per la forma che nel caso del maschio è tondeggiante, nella femmina più allungata. è sicuramente per questa difficoltà a definirne il genere che in alcune regioni d’Italia il termine indica un incerto stato sessuale.