Indicazione per la dieta proteica

Negli Stati Uniti e in Finlandia questa dieta, effettuata sotto controllo medico, è considerata di prima intensione nella lotta all’obesita’

del Dott. Gilles Terracol, Specialista in Endocrinologia

La dieta proteica è un trattamento medico transitorio con le sue indicazioni, le sue controindicazioni, che negli Stati Uniti è strutturato tramite un protocollo ben preciso dal Ministero della Salute (1). La sua filosofia: la dieta proteica (DP) è un concetto dietetico globale dal dimagrimento all’equilibrio ponderale e si articola in tre fasi distinte e successive. Nella prima, il dimagrimento è ottenuto con una dieta a contenuto calorico molto basso (VLCD), quantitativamente normo proteica associata a una complementazione micronutrizionale conforme agli RDA. I lavori del professor Blackburn (2) hanno infatti dimostrato che la bilancia azotata è equilibrata con un apporto proteico da 1 a 1,4/g/kg/di BMI (non di peso corporeo). Questa posologia, inferiore al consumo medio quotidiano di un adulto italiano valutato a 98g (3), è conforme alle raccomandazione di prudenza della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). Per una dieta senza rischi questa integrazione deve essere fatta con proteine pre assimilabili con un indice proteico > 100. Per permettere una dieta senza fame e senza medicinali, c’è una sola soluzione: abbassare l’apporto glucidico alimentare (<1g /Kg/peso ideale) per provocare una chetogenesi controllata (feed back negativo insulina- corpi chetonici). Per una dieta ”low fat”, va abbassato l’apporto lipidico. E’ fondamentale assicurare una rigorosa integrazione in sali minerali, vitamine e oligo elementi, perché una VLCD non può apportare gli RDA in micronutrienti. La seconda fase è di transizione e permette il ritorno all’equilibrio alimentare: durante s’introducono gradualmente tutti gli alimenti a livello quantitativo e qualitativo. In particolare c’è la reintroduzione progressiva degli alimenti con un indice glicemico basso e medio, al fine di evitare picchi di iper insulinemia. Questo percorso (4 tappe successive da 800 a 1500 calorie) evita la ripresa ponderale ed educa il paziente ad una corretta alimentazione. La terza e ultima fase prevede il ritorno all’equilibrio ponderale con una dieta di tipo mediterranea e attivita’ fisica. Le indicazioni del protocollo appena descritto sono varie. E’ adatta in casi di Obesita’ e soprappeso: la dieta proteica è infatti un metodo dietetico e, oltre che per la sua efficacia (perdita esclusiva di massa grassa con preservazione della massa magra), si adatta bene al profilo psicologico del paziente obeso (necessita’ di risultati veloci e costanti, difficoltà nell’adattarsi ad un’alimentazione varia ipocalorica standard per lunghi periodi). Il dimagrimento rapido e costante ottenuto nella dieta proteica, indipendente dal metabolismo di base e dal livello di attivita’ fisica, l’assenza di fame e di stanchezza, la sua semplicità e praticita’ (niente da pesare) permettono una forte compliance. La Nazionale Task Force americana(1) conclude pero’ che le VLCD moderne sono sicure quando sono praticate sotto controllo medico. Quali i risultati a medio e lungo termine? Anderson (4) in una meta analisi (4292 pazienti) conclude che i pazienti a 5 anni, dopo una Dieta proteica mantengono significativamente la perdita di peso e con più successo rispetto ai soggetti trattati con una dieta ipocalorica bilanciata. Dhindsa (5) considera che la Dieta Proteica dovrebbe essere presa in considerazione nella difficile presa in carico della sindrome metabolica. Secondo Capstik (6), agirebbe sulla regolazione della glicemia (aumento dell’insulinemia, riduzione dei substrati della gluconeogenesi). Il ministero finlandese della salute (7) nel suo programma per la prevenzione dell’obesita’ associata o no a fattori di rischi, la posiziona come terapia di prima intenzione. Altra indicazione: adiposita’ localizzata e PEFS: nel campo della medicina estetica, la dieta proteica è un’arma terapeutica nel difficile trattamento di questi frequenti inestetismi. Lo stimolo ormonale da parte degli estrogeni e dell’insulina è in grado di innescare nell’adipocita l’attivazione della proteina C/EB (proteina legata all’accrescimento) capace, a livello del genoma, di stimolare il recettore di attivazione della proliferazione del perossisoma (PPAR gamma) il quale permette la codificazione di una trascriptasi dell’adipogenesi. La cellula, in queste condizioni, è predisposta ad accumulare trigliceridi. L’ormone dell’accrescimento (GH) in dieta proteica aumenta e inibisce il PPAR gamma, la trascriptasi non viene codificata e l’adipocita è quindi predisposto a liberare i trigliceridi (effetto facilitato dai bassi livelli di insulina circolante). Dall’effetto lipolitico specifico e mirato, dalla protezione della massa magra e del tono muscolare con il mantenimento dell’elasticita’ della pelle ne deriva un dimagrimento armonioso. La nostra conclusione: la dieta proteica con le sue indicazioni, sia nel trattamento dell’obesita’ e del soprappeso, che dell’adiposita’ localizzata associata o no a trattamenti medico-estetici mirati è un mezzo sicuro e efficace.

Bibliografia
1.The National Task Force on the Prevention and Treatment of Obesity. very Low-Calorie Diets. JAMA, August,1993.
2. Lidner Peter G., Blackburn George L. Multidisciplinary Approach To Obesity. Obesity/Bariatric Med. 1976.
3. Società Italiana di Nutrizione Umana. Proteine, amino acidi. www.sinu.it .
4. Anderson . Long- term weight loss maintenance: a meta- analysis of us studies. Am J Clin Nutr 2001.
5. Dhindsa P. Metabolic and cardiovascular effects of very-low-calorie diet therapy in obese patients with Type 2 diabetes. Diabet Med 2003
6. F Capstick, VLCD: a useful alternative in the treatment of the obese NIDDM patient. Diabetes Res Clin Pract, 1997.
7. Development Programme for the Prevention and Care of Diabetes in Finland 2000–2010