Il coriandolo

Scopriamo le proprietà del coriandolo, utilizzato per le sue qualità tanto in cucina quanto in estetica

di Thomas Gualtieri

Se vi capitasse di visitare la splendida isola indonesiana di Bali, uno degli spettacoli a cui non dovreste sicuramente rinunciare è il Legong. Si tratta di un’affascinante danza, inscenata da bellissime ragazze che indossano vesti tipiche della tradizione locale, che con le loro sensuali movenze rappresentano visivamente l’anima femminile. Tra i segreti di bellezza di queste donne, oltre alle essenze e ai colori sgargianti del loro trucco, vi è l’utilizzo sistematico di una spezia conosciuta anche da noi, che pare renda la pelle e il sudore più profumati. Stiamo parlando del coriandolo. Rinomato per le sue qualità aromatiche sin da epoche remotissime, pare che fosse conosciuto sin dal 5000 a.C. da Egizi, Ebrei e Greci, il suo utilizzo più curioso è forse quello che se ne faceva nel Medioevo, quando durante il carnevale i suoi frutti venivano glassati e dati ai bambini. Botanicamente, la pianta deriva il suo nome dal latino Coriandrum, una parola che trova le sue radici nella parola greca corys (cimice), seguita dal suffisso – ander (somigliante). I due termini si riferiscono alla somiglianza tra l’odore proprio della pianta, sino alla maturazione dei suoi frutti, e quello appunto delle cimici. Accostamento che evidentemente è durato nel tempo visto che ancora oggi il coriandolo è conosciuto anche come erba cimicina. Il Coriandrum sativumè una pianta erbacea annuale originaria dei paesi del Mar Mediterraneo che appartiene alla famiglia delle Ombrellifere. Famosa anche come prezzemolo cinese, essa presenta una radice sottile e poco ramificata, un fusto eretto alto circa 30/50 cm, con la parte superiore ramificata, foglie alterne e fiori di colore bianco o rosa riuniti in ombrelle a raggi. I suoi frutti, invece, sono a forma di globo e hanno colore giallo paglierino. Questi vengono utilizzati in cucina per il loro sapore dolce, dal lieve aroma di limone, leggermente piccante. Molto utilizzati in Oriente e Sudamerica, i frutti di coriandolo macinati, costituiscono l’ingrediente principale del curry e del garam masala. In Italia il loro utilizzo è quasi del tutto limitato alla preparazione di insaccati, come salsicce e mortadelle, e nell’industria dei liquori per aromatizzare per esempio il gin e il liquore Chartreuse. Nell’Europa centrale il coriandolo è invece utilizzato per aromatizzare le marinate di cacciagione, le salamoie, le verdure, i funghi e i sott’aceti. Dal punto di vista medico il coriandolo ha proprietà antispasmodiche, carminative, antisettiche, aperitive, digestive. In dosi controllate pare che sia un toccasana naturale per combattere l’inappetenza, il gonfiore intestinale, la digestione difficile e stitichezza,ma non bisogna comunque abusarne perché se usato in dosi eccessive è inebriante e può causare disturbi nervosi e fastidi renali. Inoltre studi recenti condotti da russi e giapponesi gli attribuiscono un effetto antibatterico e fungicida. Una dote che conoscevano anche gli antichi Romani che lo utilizzavano come conservante delle carni. In estetica viene utilizzato soprattutto per la sua funzione (in forma di tisana) di sgonfiante naturale della pancia, e sottoforma di olio essenziale, come elemento di creme per il viso antirughe, distensive e rilassanti e soprattutto nella composizione di olii e unguenti per i massaggi.